Marco Giusti per Dagospia
THE LIGHT BETWEEN OCEANS
Ok. La La Land di Damien Chazelle è piaciuto a tutti, da Peter Bradhsaw (cinque palle) a Paolo Mereghetti (tre e mezzo). Purtroppo lo stesso non si può dire di The Light Between the Oceans, polpettone romantico con Michael Fassbender, prima coi baffi poi senza, un po’ invecchiato (ahi!) e innamorato di Alicia Vikander, diretto dal Derek Cianfrance di Blue Valentine e Come un tuono in quel di Tasmania.
la la land
Tratto da un romanzo di grande successo di M.L.Stedman del 2012 (l’avete letto? Io no), Cianfrance segue la triste figura di Tom Sherbourne, cioè Fassbender, eroico militare che torna dalla guerra del 15-18 a pezzi, e si sente più morto dei morti dopo tanto orrore e sceglie di chiudersi come guardiano del faro in un’isola sperduta della Nuova Zelanda, Janus, chiamata così perché guarda e sorveglia due oceani (da qui il titolo…).
Triste e solitario, Tom starà lì a espiare i mali della guerra con lo sguardo di chi pensa di non aver più diritto alla vita. Ma incontra una bella ragazza nella cittadina più vicina al faro, Port Partaguese, Isabel, un’adorabile Alicia Vikander, la sposa e torna con lei e qualche gallina sull’isoletta del faro.
FASSBENDER VIKANDER
Qui andrebbe tutto bene, diciamo anche che la parte migliore del film è proprio la storia d’amore fra i due, poi tutto si rovina con due aborti spontanei della ragazza che non riesce a portare a termine le gravidanze. Ahi! Mentre piange il suo ultimo bambino morto, il mare trasporta su Janus una barchetta con dentro una neonata viva e un giovane padre morto. Cosa fare? Tom sa che dovrebbe riferire tutto alle autorità del porto. Esisterà forse una madre.
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Ma Isabel vuole a tutti i costi la “sua” bambina e il marito finisce per cederle per amore, cioè fingere che la bambina sia davvero sua, pur sapendo che non è la cosa più giusta. Infatti, la bambina è figlia di Hannah Potts, Rachel Weisz, figlia dell’uomo più ricco del paese e disperata per la scomparsa del marito, un tedesco che gli strascichi dell’odio portato dalla guerra aveva spinto a mettersi in mare (ma dove doveva andare?), e della bambina. La ragazza pensa che la sua famiglia sia davvero stata inghiottita dal mare.
Come Tom si rende conto del dolore della vera madre della bambina che stanno crescendo, agirà in tutti i modi per avvisarla della verità, per rimediare al male fatto giocando contro la sua famiglia. La cosa andrà ovviamente avanti secondo un copione da melodramma realistico dove le due madri si dovranno confrontare e cercheranno di fare valere il loro amore con la figura tragica, ma anche un po’ stupida del guardiano del faro, che non sa se seguire la propria coscienza o l’amore per la moglie.
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Ogni piega di racconto, ogni volo di gabbiani, ogni tramonto sugli oceani, ogni tempesta sul faro sono commentati da Alexandre Desplat (aiuto!) e da sguardi intensi dei protagonisti secondo un modello che qualcuno ha detto da film Miramax anni ’90. Cioè da film romantico-letterario con gusto un po’ cheap da romanzo d’appendice. Il che andrebbe anche bene, se non coinvolgesse tre bravi attori, ma Fassbender è un po’ mollo e deve avere sempre lo sguardo triste, mentre la Vikander si mangia tutti con la sua grazia giovanile. E se non fosse un film scelto da Barbera e dai suoi selezionatori per il concorso. Mah!
Modesto, ma se vede, soprattutto se vede in una serata invernale davanti alla tv, con tanto di gabbiani che Desplat commenta come se li conoscesse personalmente. Forse avrà anche qualche candidatura all’Oscar, ma ha lasciato il pubblico, ancora di buon umore per la riuscita di La La Land, davvero frastornato. Perché? Perché ci sono tre star da tappeto rosso e Daniel Craig accompagna sua moglie Rachel Weisz? Mezzo disastro. Diciamo. Musica insopportabile, ma regia non tanto più contenuta.
MICHAEL FASSBENDER E ALICIA VIKANDER