Mario Giordano per “Libero Quotidiano”
GEORGE CLOONEY CON LA MERKEL PARLA DEI PROFUGHI
Eh no cara Merkel, non ce la possiamo fare. Se lo ricorda un anno fa? Sono passati esattamente dodici mesi da quando lei pronunciò una frase che divenne il simbolo della sua nuova politica dell' accoglienza: «Ce la faremo», disse. Ce la faremo ad accogliere tutti i profughi, intendeva, ce la faremo a spalancare le porte dell' Europa, ce la faremo a sostenere il peso di tutti coloro che bussano per entrare.
E per dimostrare che lei aveva ragione, che lei stava dalla parte del giusto e chi osava opporsi era un criminale assassino, in quei giorni non si esitò a usare il corpo di un bimbo morto, il piccolo Aylan, come fosse uno strumento di propaganda politica. Lo fecero in molti. Anche Renzi, per altro.
MERKEL PROFUGHI
Ora, cara Angela, lei e il premier italiano vi siete visti a Maranello: un giro in Ferrari, dopo la gita in barca a Ventotene. Sembrate due innamorati che si corteggiano: il prossimo appuntamento sarà davanti al tramonto di Ischia? O a Verona sotto il balcone di Giulietta e Romeo? Ma non è questo il punto.
Il punto è che mentre lei sbarca a Maranello, sulle coste italiane sbarcano 13mila immigrati. Proprio così: 13mila immigrati in 4 giorni, l' invasione più grande mai avvenuta in Italia. Dicono che sia per il bel tempo. Forse è anche un po' perché siamo distratti dal terremoto. Si sa: anche gli scafisti, come gli strateghi della comunicazione, sono abituati a calpestare cinicamente i morti.
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In effetti 13mila arrivi in quattro giorni sono davvero una bella cifra. E così dall' inizio dell' anno siamo arrivati a 120mila. Significa che in otto mesi si è riversata sull' Italia una città come Bergamo. Che è andata a sommarsi agli oltre 150mila arrivi del 2015 e ai 170mila arrivi del 2016. Il nostro sistema di accoglienza è al collasso, ci sono piccoli paesi come Conetta dove ci sono 190 abitanti e ormai quasi 1000 profughi. Ieri lì è scoppiata una rivolta, l' ennesima.
Le città si trasformano sempre più in bivacchi, da Ventimiglia a Como, passando per Roma e Milano. A Monza c' è un palazzo in cui 36 condomini sono costretti a convivere con 130 immigrati: avevano comprato un appartamento con i sacrifici di una vita, si ritrovano in un campo profughi senza controllo. Hanno anche paura a uscire di casa. Lo stesso avviene in molte altre zone del Paese.
Ormai è l' incubo degli italiani: avere accanto alla propria casa un alloggio sfitto significa rischiare di precipitare nell' inferno. Può succedere da un momento all' altro. E potremmo andare avanti all' infinito: in Puglia c' è una baraccopoli che accoglie 3mila clandestini, a Rosarno in Calabria sono poco meno, la zona di Castelvolturno ormai sembra un quartiere di Tripoli… Il Paese esplode. E dunque ce la possiamo fare?
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No, cara Merkel, proprio no. Oggi a Maranello le tocca soltanto prenderne atto: non si può fare entrare tutta la sabbia del deserto in una bottiglia, non si può fare entrare una Cancelliera robusta su una monoposto da Formula Uno e non si possono fare entrare tutti i poveri del mondo in Europa. Tanto meno in Italia. E forse nemmeno in Germania, dove tra poco le arriverà qualche segnale importante dalle urne: nemmeno i suoi concittadini amano essere invasi. Non ci stanno. È una questione fisica, ancor prima che etica o politica.
RENZI MERKEL 5 MAGGIO 2015
Le sembra strano? No, è la dura realtà. E gli appuntamenti a due o a tre, i cinguettii sullo sfondo del mar Tirreno o sfiorando il bolide rosso, le chiacchiere di solidarietà europea e di collaborazione nell' Unione stanno a zero. L' abbiamo vista quest' anno qual è stata la collaborazione europea.
RENZI MERKEL 5 MAGGIO 2015 VI
Abbiamo visto che fine ha fatto il tanto sbandierato piano dei ricollocamenti: l' Italia doveva trasferire 44mila profughi agli altri Paesi dell' Unione (comunque pochi), ne sono partiti poco più di 500 (cioè niente). L' Europa non esiste, cara Angela, l' Italia è da sola. Se avesse un' anima comincerebbe a difendersi. E se avesse una voce sola le ributterebbe in faccia il suo proclama di allora, ma rovesciato: non ce la possiamo fare, purtroppo, cara Angela. Non ce la possiamo fare manco per il piffero.