Carlo Macrì per www.corriere.it
GIOELE MONDELLO E VIVIANA PARISI
I primi risultati degli accertamenti tecnici effettuati dalla Polizia scientifica e di quelli sui tessuti confermano la tesi dell’omicidio-suicidio. Viviana Parisi, dopo aver ucciso il piccolo Gioele, 4 anni, è salita sul traliccio dell’Enel e si è lanciata da un’altezza di 15 metri. Tuffandosi come da un trampolino. Gli esami sui tessuti della donna hanno confermato questa ipotesi accertando la «consistenza dei tessuti, che varia con l’impatto». Il corpo è stato trovato a 3 metri dal traliccio. Nella caduta la dj ha perso la scarpa che si era slacciata per effetto dell’impatto sul terreno, spiegano gli inquirenti. Sfuma l’ipotesi che Viviana sia scivolata dal traliccio. In quel caso il corpo si sarebbe dovuto trovare quasi ai piedi del pilone.
La tesi della famiglia
I familiari continuano a pensare che Viviana sia stata aggredita da animali selvatici e che non avrebbe mai fatto del male al piccolo Gioele. L’avvocato Pietro Venuti, però, ammette che «mamma e figlio potrebbero essere morti in due momenti diversi e in due luoghi separati»: «La madre potrebbe aver perso Gioele per un attimo ed essere salita sul traliccio per tentare di avvistarlo. E il bimbo potrebbe essere caduto da qualche altra parte. Gli animali hanno portato i resti lì dove sono stati trovati».
GIOELE MONDELLO - VIVIANA PARISI - DANIELE MONDELLO
Il luminol
La Polizia scientifica, non avendo trovato tracce di Dna sul traliccio, ha effettuato una serie di analisi con il Luminol. Neanche i satelliti «interrogati» hanno offerto un contributo alle indagini.
I sopralluoghi
Sabato nell’area dove sono stati trovati i resti del bambino è stato effettuato un nuovo sopralluogo con i tecnici della Polizia scientifica, l’entomologo Stefano Vanin (quello dei casi Gambirasio e Rea) e il medico legale Elvira Spagnolo. «Abbiamo misurato la temperatura dell’ambiente perché stiamo lavorando sugli insetti trovati sui resti del bambino. La larve, infatti, hanno uno sviluppo a temperatura dipendente. Più caldo fa, più si sviluppano», ha spiegato Vanin. Martedì prossimo ci sarà un nuovo sopralluogo con i consulenti delle parti e nel pomeriggio l’autopsia sui resti del bimbo. I tecnici dovranno verificare se il corpo possa essere stato trascinato da animali selvatici o da cani.
il punto dove sono stati trovati i presunti resti di gioele
L’altro ieri a Venetico, paese dove abita la famiglia Mondello, la gente del posto ha voluto organizzare una veglia di preghiera. I bambini della scuola calcio, dove Gioele aveva da poco iniziato a tirare i primi calci, hanno fatto volare decine di palloncini bianchi.
Gli inquirenti
La morte atroce del piccolo Gioele ha turbato anche chi coordina l’indagine, il procuratore capo di Patti Angelo Cavallo, magistrato che quando era alla Dda di Messina ha combattuto la mafia dei Nebrodi. «Provo quello che può provare un magistrato-padre, anche se in questi casi bisogna agire mettendo da parte i sentimenti e le emozioni, come fanno i medici. Il giorno del ritrovamento dei resti assieme al collega Alia, guardando il mare, abbiamo fatto questa considerazione: “Questo spettacolo Gioele non lo vedrà mai più”. Così come resta nel ricordo l’ultimo momento di divertimento del piccolo, la spiaggia di Patti, dove il venerdì prima della tragedia il bambino si divertiva a giocare sui gonfiabili».
VIVIANA PARISI E IL PICCOLO GIOELE
Il procuratore poi descrive il momento del rinvenimento. «Ho avuto un sospiro di sollievo perché finalmente l’avevamo trovato. Non ho mai creduto a un rapimento». E sulle critiche a chi ha operato per la ricerca del bimbo non ha dubbi: «I luoghi erano pieni di difficoltà, anche per i cani molecolari, a causa del gran caldo. E poi la fitta boscaglia, i roveti a macchia hanno fatto il resto. Le critiche sono state ingenerose».
GIOELE MONDELLO