• Dagospia

    "NON CI SARÀ UN NUOVO LOCKDOWN" - IL MINISTRO DELLA SALUTE, SPERANZA, RASSICURA GLI ITALIANI ORA CHE I CONTAGI INIZIANO A RISALIRE: “IL NOSTRO SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE SI È MOLTO RAFFORZATO. LA SITUAZIONE NON È PARAGONABILE A QUELLA DI FEBBRAIO-MARZO, QUANDO AVEVAMO UNA CURVA DI CONTAGI FUORI CONTROLLO. ALLORA ABBIAMO DECISO IL LOCKDOWN PERCHÉ ABBIAMO AVUTO LA SENSAZIONE CHE ANDASSE IN COLLASSO IL SERVIZIO SANITARIO. AVEVAMO CINQUEMILA POSTI DI TERAPIA INTENSIVA, ORA SONO RADDOPPIATI…”


     
    Guarda la fotogallery

    Carlo Bertini per “la Stampa”

     

    giuseppe conte roberto speranza giuseppe conte roberto speranza

    L'epidemia si allarga ma gli italiani non devono temere di essere costretti di nuovo a chiudersi in casa in regime di restrizione coatta. «Non ci sarà un nuovo lockdown». Parola del ministro della Salute, Roberto Speranza, contattato in una pausa delle sue (poche) giornate di vacanza. Una rassicurazione pronunciata con cognizione di causa. Niente lockdown, niente chiusure delle regioni, niente zone rosse, scuole aperte ad ogni costo, questa la linea del governo, malgrado il boom di nuovi contagi.

     

    «Io sono ottimista - si sbilancia Speranza -, anche se prudente e cauto. Il nostro Servizio sanitario nazionale si è molto rafforzato. La situazione non è paragonabile a quella di febbraio-marzo, quando avevamo una curva di contagi fuori controllo e non avevamo un apparato pronto a tracciare e isolare i casi». Per non dire poi della gran mole di investimenti sulla sanità pubblica.

    roberto speranza roberto speranza

     

    «Abbiamo deciso il lockdown perché ad un certo punto abbiamo avuto la sensazione che andasse in collasso il servizio sanitario. In Italia avevamo cinquemila posti di terapia intensiva, ora sono raddoppiati. La valutazione mia e dei colleghi europei è che non avremo questa ricaduta, quanto più riusciremo a tenere in salvaguardia gli anziani e i più fragili».

     

    E se si moltiplicano i focolai? «Lo valuteremo. Per fare una zona rossa deve esplodere un territorio. E non lo vedo. Vedo una diffusione e non un'esplosione». Insomma, c'è la presa d'atto che «siamo in fase di convivenza col virus prendendoci dei rischi, il tasso zero contagi non esiste. Per azzerarlo ci voleva un lockdown per altri 3-4 mesi. Dobbiamo controllarlo ed evitare rischi inutili».

     

    "RAGAZZI, DATECI UNA MANO"

    La novità di questa fase è che è cambiata la consistenza anagrafica. Con un numero di giovani coinvolti significativo e l'età media spostata a 30-32 anni. «Un dato non solo italiano», nota il ministro, reduce dal colloquio giornaliero con i suoi omologhi francese, spagnolo e tedesco. «Siamo tutti coetanei e sono tutti molto bravi e preparati, l'operazione vaccini l'abbiamo costruita insieme, se non spingevamo noi l'Europa rimaneva indietro», racconta.

     

    terapia intensiva terapia intensiva

    «Ho parlato con loro di questa tendenza, che produce meno impatto sugli ospedali. Oggi la media di età è molto bassa e sul trentenne il Covid non ha l'effetto che ha sul settantenne. E quindi l'impatto sul servizio sanitario è relativo». Speranza rilancia dunque un appello ai giovani: «Dateci una mano a tenere sotto controllo i contagi per tutelare genitori e nonni quando tornate dalle vacanze: non esagerate». Ma la battaglia non è vinta e il secondo tasto su cui batte il ministro è «dobbiamo insistere sulla App Immuni che va rilanciata, perché siamo a 5 milioni di dispositivi scaricati e devono aumentare in quanto ha una sua utilità». Intesa tra ministri Ue Malgrado l'esplosione dei casi, il rischio di tornare a chiudersi in casa Speranza dunque non lo vede: su questa volontà di non privare i cittadini delle loro libertà c'è un'intesa tra Paesi europei.

     

    reparto di terapia intensiva brescia 18 reparto di terapia intensiva brescia 18

    «Ci parliamo tutti i giorni. Noi italiani siamo in un'altra fase. Francia e Spagna stanno gestendo 4 mila contagi al giorno senza alcun lockdown. L'Italia ha un quarto dei loro casi e metà di quelli dei tedeschi». Ergo non serve la chiusura, perché «l'impatto del boom di questi nuovi casi sul Servizio sanitario è limitato».

     

    E se gli si chiede se si aspettasse questo ritorno di fiamma, il ministro risponde di sì: le misure di lockdown che l'Europa ha adottato a marzo e aprile si sono allentate: e il risultato è una crescita in tutti i paesi europei e nei Balcani. Tensione alle stelle Certo le tensioni sono alle stelle tra regioni, visto l'avvertimento di Zingaretti a Solinas per effettuare tamponi prima che le persone tornino in continente.

     

    terapia intensiva coronavirus 1 terapia intensiva coronavirus 1

    «Stiamo lavorando ad un'intesa tra regioni per gestire i traghetti tra Sardegna e Lazio», rivela il ministro della Salute. Che sta conducendo una moral suasion sul governatore Solinas per organizzare tamponi nei porti sardi. Prima dei contagi sui traghetti. «Più se ne fanno e meglio è, in porti, stazioni, aeroporti, ma sono i governatori a doverli organizzare». Un dato fondamentale è che il governo è consapevole che «non ci sono le condizioni per chiudere i collegamenti tra le regioni con mezza Italia in vacanza. Ma i controlli possono essere intensificati».

     

    terapia intensiva terapia intensiva

    La scuole apre Non è che Speranza possa allentare la presa, anche in vacanza ha dovuto firmare ordinanze un giorno si e uno no e su un punto tira dritto: le scuole. «Oggi dobbiamo aprire e farle stare aperte», dice quando gli si chiede dei cento istituti tedeschi che hanno dovuto richiudere di corsa. «È un punto fondamentale, la scuola deve riaprire, punto e basta». Le discoteche invece resteranno chiuse. «Ma in tutti i Dpcm del governo non è mai stato detto che dovessero riaprire, poi abbiamo dato la facoltà ai governatori di decidere da soli, e dopo quel che successo abbiamo disposto la chiusura». I ragazzi se ne facciano una ragione.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport