Antonio Crispino per corriere.it
monte dei pegni roma
«Questo ciondolo mi è molto caro, è stato realizzato su un disegno particolare da un mio amico gioielliere» racconta una signora appena uscita dalla sala stime del Monte della Pietà di Roma. Come lei, decine di altre persone sono in fila per entrare. Aspettano incolonnate in piazza del Monte della Pietà in un ordinato silenzio. Gli ingressi sono contingentati a causa delle norme di sicurezza per il coronavirus ma chi aspetta il turno per poter impegnare un oggetto personale di valore è aumentato negli ultimi giorni proprio a causa delle chiusure prolungate.
La scadenza delle polizze di credito sospese durante i mesi del lockdown dall'istituto di credito Affide - leader nel settore in Italia e in Europa -, concorre a creare l'affollamento.
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«Sono due mesi che non lavoro, ero dipendente in un bar che solo pochi giorni fa ha riaperto - racconta un ragazzo sulla trentina che aspetta la madre all'ingresso -. Lei ha impegnato una catenina, un ricordo di mio padre e io non so dove vado a finire». Come lui, tante altre persone sull'orlo della disperazione: «Io sono pensionato e ho dato in pegno i ricordi della comunione di mia figlia» racconta un uomo, mentre marito e moglie mostrano le mani nude: «Non abbiamo neanche più le nostre fedi».
Un'altra signora si commuove mentre racconta di aver appena depositato i ricordi di una vita: «Sono regali del mio povero marito» poi le si spezza la voce, si scusa e ritorna a fare la fila.
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