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Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
GUERRA IN UCRAINA - ASSALTO RUSSO A KURAKHOVE
La bandiera russa piantata sul tetto di un palazzone sovietico alla periferia di Kurakhove è un pessimo segnale per il comando di Kiev. Dopo mesi di lotta questo bastione nel Donbass meridionale sta cadendo: le truppe si sono ritirate dal quartiere di alti edifici popolari che ha rallentato per giorni l’avanzata russa, lasciando in città pochi nuclei di guastatori.
Il fronte sud dello schieramento ucraino rischia una crisi molto seria, aprendo a Mosca l’opportunità di lanciare un’offensiva su larga scala dal Donetsk fino a Zaporizhzhia o addirittura a Kherson, dove sono sempre più frequenti le incursioni sulla sponda occidentale del fiume Dnipro.
CHASIV YAR DISTRUTTA DAI RUSSI
Non c’è stata tregua per le festività. […] Ovunque i difensori lamentano la scarsità di uomini: c’è una drammatica carenza di fanteria ucraina, in un rapporto con i russi che spesso arriva a uno contro dieci. I reparti di Kiev retrocedono in modo ordinato, allestendo nuovi caposaldi, ma il pericolo di uno sfondamento comincia a farsi forte perché qui il terreno è tutto pianeggiante, senza colline e senza neppure centri urbani in cui arroccarsi. I droni da soli non bastano per affrontare l’inesauribile massa di attaccanti.
A ovest di Kurakhove ora la resistenza è concentrata nella centrale elettrica, ma le pattuglie russe si sono già infiltrate nel perimetro dell’impianto. Gli ucraini si sono barricati nel villaggio di Dachne, a nove chilometri dalla cittadina, che è già sotto assedio: alle spalle ci sono decine di chilometri di territorio indifendibile, che finisce per congiungersi con il campo di battaglia dell’estate 2023. Quello dove è fallito il contrattacco per arrivare in Crimea e dove adesso le brigate di Mosca sognano di ribaltare la situazione stritolando in una morsa l’esercito di Kiev.
assalto dei soldati ucraini in una trincea russa 4
In tutto il Donbass i generali di Zelensky usano le limitate riserve di battaglioni scelti per lanciare azioni mirate nei punti dove la situazione appare più grave. Da nord a sud, i comandanti di Putin muovono le loro forze come un’onda lenta, che infila rivoli dovunque coglie punti deboli, mentre portano avanti lunghe operazioni per espugnare le città strategiche. Accade a Pokrovsk, sempre più isolata, e nel tritacarne di Chasiv Yar, dove dopo settimane di scontri casa per casa anche la stazione ferroviaria è stata occupata.
missili russi su un condominio di zaporizhzhia 1
E dopo una pausa dovuta alle incursioni dei missili Atacms contro gli aeroporti sono ripresi i raid dei cacciabombardieri russi con le bombe plananti da mezza tonnellata: la scorsa settimana ne hanno sganciate 280. Sbriciolano interi condomini ed è apparso un nuovo modello con una testata cluster che semina granate in un raggio di 250 metri: un’arma progettata proprio per smantellare le trincee nelle pianure.
Nei ranghi ucraini c’è stanchezza e sfiducia. I soldati non credono che Putin voglia una trattativa: ritengono che finché i russi continueranno ad avanzare non sentiranno il bisogno di negoziare. […] I bollettini dell’intelligence indicano altri trasferimenti di armamenti verso la prima linea: in parte sono tank sovietici rimessi in servizio; in parte semoventi donati dalla Corea del Nord ma ci sono tanti veicoli appena usciti dalle fabbriche. […]
guerra in ucraina combattimenti a bakhmut guerra in ucraina combattimenti a bakhmut 2
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