Alessandra Bocci per la Gazzetta dello Sport
ITALDONNE
La strada si allunga e il numero dei partecipanti al corteo cresce. L' Italia delle ragazze non ha strumenti magici da suonare e meno che mai vendette da compiere, anzi trasmette emozioni positive che martedì per la partita con il Brasile hanno tenuto davanti alle tv 7 milioni e 323mila persone (Rai 1 più Sky), con il 32.9 per cento di share. Merito della Rai, che ha approfittato dell' orario (ore 21) e del fascino della squadra avversaria per organizzare il trasloco del calcio donne sul canale più seguito. Un upgrade che ha funzionato, ma funzionano anche gli investimenti di Sky.
laura giuliani 4
E Aldo Grasso, critico severo, applaude la tv di stato per aver abbattuto «un tabù di epoca fascista, quando si stabiliva che le donne non dovevano giocare a pallone». Ma applaude anche il canale a pagamento che, a suo parere, ha fatto tanto per liberare il calcio femminile dall' immagine che si portava dietro.
«Trovo certi discorsi senza senso. Chi ha stabilito che in Italia il calcio è maschio? Magari è stato così finora, ma le cose cambiano. Le donne in tanti sport hanno dato lezione agli uomini in alcuni periodi».
Il calcio femminile in tv è un vero successo?
ITALDONNE
«Lo dicono i numeri. I motivi? Più di uno: è caduto un tabù e c' è la curiosità di vedere come giocano queste ragazze. Ho seguito partite della Primavera, ma anche di B o A, più noiose delle loro».
Le ragazze della Bertolini sono telegeniche?
«Il calcio femminile lo è sempre stato, da quando abbiamo visto le prime squadre americane. Ricordo l' immagine della giocatrice (era Brandi Chastain, ndr) che si toglie la maglia per esultare e resta in reggiseno: un gesto iconico. Le italiane sono carine, non sono esagerate nelle proteste, magari potremmo smettere tutti di lamentarci per un arbitro scarso, ma questo è un altro passo avanti da fare. Non trovo niente di goffo nei loro gesti e credo possano soltanto migliorare».
selvaggia lucarelli vs aldo grasso 6
Questa sovraespozione momentanea lascerà traccia nel futuro del movimento?
«Credo di sì, perché quando un evento va in tv scatta l' emulazione, pensi al curling. A maggior ragione può succedere con uno sport come il calcio, soprattutto se questa Italia andrà avanti. La tv è una forma di legittimazione: magari i genitori ancora incerti sull' opportunità di far giocare a calcio le loro bambine, o l' oratorio che non sa se fare anche una squadra femminile... ecco, questa potrebbe essere una spinta decisiva».
CAROLINA MORACE
E anche un modo per migliorare la cultura sportiva?
«Lo spero, perché ce ne sarebbe bisogno. E confido molto nelle donne telecroniste: per Italia-Brasile c' erano due giornaliste e Patrizia Panico alla Rai e un telecronista e Carolina Morace a Sky. Non se ne può più di certi telecronisti che spiegano ogni cosa, non resta spazio all' immaginazione. Le telecroniste lasciano che siano protagoniste le giocatrici, non loro stesse.
Penso che un po' di silenzio nelle telecronache sarà sempre più apprezzato e le donne, pare strano dirlo, parlano meno degli uomini». E questo è l' unico momento di scherzosa misoginia della chiacchierata.
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