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    CONTANTI SALUTI - GRAZIE AI PAGAMENTI CON CARTE E BANCOMAT, LE BANCHE INCASSANO COMMISSIONI FINO AL 9% - E INFATTI IN ITALIA L’80% DELLE SPESE VIENE ANCORA REGOLATO CON IL CASH: CONSUMATORI E COMMERCIANTI NON VOGLIONO FARE REGALI AGLI ISTITUTI DI CREDITO - MA ORA CI PENSA IL GOVERNO: POTREBBE ARRIVARE UNA TASSA SUL CONTANTE - CON LA SCUSA DI STANARE GLI EVASORI, SI FA UN REGALONE ALLE BANCHE…


     
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    Giuliano Balestreri per https://it.businessinsider.com

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    “Se torna a pagare domani in contanti le faccio volentieri lo sconto. Ovviamente – dice il ristoratore – le do lo scontrino, ma preferisco fare un favore a lei che alle banche: sa quanto mi costa accettare un pagamento con la carta di credito?” La risposta è nei documenti delle banche italiane: può arrivare fino al 9% dell’importo a cui, però, bisogna aggiungere l’affitto del Pos, le spese una tantum ed eventuali manutenzioni.

     

    Da cinque anni è entrato in vigore l’obbligo di accettare carte e bancomat, ma nonostante tutto le transazioni sono ferme al palo: in Italia, l’80% delle spese viene ancora regolato in contanti, una dato che non ha eguali in tutta Europa. “La Ue – spiega un piccolo imprenditore che vuole restare anonimo – ha imposto un tetto alle commissione interbancarie, ma gli istituti italiani aggiungono costi su costi rendendo carissimo il rispetto della legge”.

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    Il governo, però, deve fare cassa in vista della legge di Bilancio e così pensa a una sorta di tassa sul contante con l’obiettivo – non secondario – di stanare eventuali evasori. Un progetto sicuramente meritevole, ma che rischia di trasformarsi nell’ennesimo regalo al sistema bancario.

     

    Sebbene il regolamento Ue abbia tagliato le commissioni interbancarie allo 0,2% per transazione quando si utilizza il bancomat e allo 0,3% nel caso delle carte di credito; nessun commerciante italiano paga così poco. Secondo uno studio recente la commissione media pagata dagli esercenti italiani è dello 0,9%: lo 0,54% finisce delle tasche dei circuiti internazionali (Visa, Mastercard, Amex, etc etc); il resto in quello delle banche italiane. Per i piccoli esercenti il conto è decisamente più salato: 1,32% con lo 0,78% direttamente nelle casse degli istituti di credito italiani.

     

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    Calcolare le medie, però, è sempre un esercizio complicato un po’ perché non vengono considerati i costi fissi accessori come l’affitto del Pos (il terminale di pagamento); un po’ perché i contratti vengono negoziati individualmente con ampi margini discrezionali da parte della banca.

     

    Per esempio, nei contratti standard, Unicredit fornisce il proprio Pos dietro il pagamento una tantum di 100 euro a cui aggiungere un canone mensile che oscilla tra i 30 e gli 80 euro. Ancora più ampio è, invece, lo spettro delle commissioni per ogni singola transazione.

     

    Quando si tratta di Pagobancomat, per ogni pagamento, Unicredit trattiene fino al 2,25% quando l’esercente accetta una carta emessa dalla stessa banca, in tutti gli altri casa la commissione sale al 2,3%. Sono decisamente più onerose la transazioni con carta di credito: partono dal 3,55% per le carte emesse da Unicredit per arrivare al 5% (addirittura il 6% nei casi di vendite telefoniche e per corrispondenza).

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    Intesa Sanpaolo, invece, chiede 200 euro per installare il Pos oltre a un canone mensile che varia da 40 a 55 euro (ma con una maggiorazione del 50% per i servizi stagionali). Le commissioni oscillano dall’1,8% per il Pagobancomat fino al 4,45% per alcune carte di credito: l’importo minimo a partire da 5 euro, però, è di 0,5 euro a transazione. Tradotto: per due cappuccini e due brioches si arriva pagare una commissione pari al 10% del transato.

     

    Si tratta, come detto, di indicativi dei massimali e tutte le cifre possono essere negoziate al ribasso, ma in assoluta mancanza di trasparenza verso il mercato e i consumatori. Addirittura secondo il limite indicato da Nexi le banche potrebbero arrivare a chiedere una commissione fino al 9%.

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    “Per sostituire i contanti serve creare un sistema di pagamento elettronico che abbatta drasticamente le commissioni per gli esercenti, che sia piacevole da usare per i consumatori e che possa creare del valore aggiunto per tutti” dice Alberto Dalmasso, co-fondatore e Ceo di Satispay, la fintech italiana dei pagamenti che ha azzerato le commissioni per le transazioni fino a 10 euro e le ha fissate a 0,2  euro per tutti gli importi superiori.

     

    “Gli esercenti – prosegue l’imprenditore – reagiscono male alle proposte avanzate perché si parla di pagamenti elettronici associando e menzionando sempre e solo gli strumenti più tradizionali, come le carte di credito, mentre è necessario comprendere tutte le  soluzioni alternative, convenienti e che possono anche sostenerli nel business.  Noi siamo una ma ce ne sono anche altre con caratteristiche diverse”; da SumUp ad Axerve Easy, da MyPos Mini a Plick. Di più: la Psd2 ha regolato il ruolo delle terze parti abbattendo la barriera all’ingresso che proteggeva la banche.

     

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