Francesco Malfetano per “il Messaggero”
cani che fanno la cacca 7
Salotti ribaltati da cima a fondo, ciabatte masticate e passeggiate notturne fuori programma. Avere un cane significa grandi gioie ma anche qualche dolore: meglio riflettere bene prima di affrontare questo tipo di impegno.
Un proprietario alle prime armi infatti, spesso finisce con il correre a cercare risposte sul web per spiegarsi l' irrequietezza del suo nuovo amico a quattro zampe, o anche con il fare affidamento su metodi ormai superati: ad esempio costringere un cane ad annusare i propri bisogni oppure colpirlo per correggere un comportamento sbagliato. Meglio rivolgersi a un professionista, facendo però attenzione al suo curriculum.
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Non di rado infatti ci si imbatte in personaggi che sostengono teorie discutibili - emblematico è il caso di César Millàn, conosciuto in tv come The dog whisperer - o che esibiscono diplomi e qualifiche ottenuti dopo corsi di pochi giorni. Né l' Unione Europea né lo stato italiano è mai intervenuto a regolare questo tipo di mansioni infatti, generando un certo caos e anche una fuga dalle responsabilità.
BORDER COLLIE
Per il momento l' unica norma che regola il settore l' ordinanza emessa dall' ex ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, che nel 2009 ha stabilito l' inesistenza di un' equazione diretta tra pericolosità delle razze e puntato il dito sul possesso responsabile.
Iniziare con il piede giusto - o meglio la zampa - è fondamentale, a partire dalla scelta della razza. Come spiega Raimondo Colangeli, veterinario comportamentalista e vicepresidente dell' Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani), «il più delle volte i futuri proprietari non sono affatto preparati. Sanno poche cose, per giunta sbagliate.
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Tendono a ragionare seguendo pregiudizi e stereotipi spesso indirizzati da figure balorde che si vedono in tv oppure leggendo su internet da fonti inaffidabili». Sostanzialmente l' Anmvi raccomanda di fare delle visite di pre-adozione che portino a scegliere un cane di una razza o di un gruppo che sia compatibile anche ad alcune nostre esigenze.
LE PRECAUZIONI
«Non ha senso che una signora anziana, diciamo di 70 anni, prenda un border collie - spiega Colangeli - Può essersene innamorata vedendolo scorrazzare in qualche spot, ma stiamo parlando di un animale che ha bisogno di percorrere svariati chilometri ogni giorno. Come potrebbero convivere serenamente?».
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Optare per un carlino, cane piccolo che per difficoltà respiratorie non ha bisogno di lunghe passeggiate, può essere una soluzione migliore. Allo stesso modo un pastore abruzzese preso da una cucciolata tra i monti, se non educato a dovere tenderà a cercare di proteggere il suo territorio e chi ci vive: «Così la nuvola bianca che abbiamo preso in casa - continua - diventa un bestione di 60 kg che non fa entrare nessuno».
CANE IN TRENO
O ancora avere un Jack Russell, che di solito è un tipo di cane che caccia da solo, molto possessivo e coraggioso, se non educato a dovere può significare dover rinunciare a fermarsi a chiacchierare con qualcuno per strada. Intervenire sul comportamento è la chiave di volta per una relazione sana. È necessario liberarsi dal concetto che il cane debba essere un elemento sotto controllo e che debba seguire una gerarchia basata su dominazione e sottomissione. Quel tipo di approccio è basato su un fraintendimento lungo 60 anni.
LE CURE
«Io stesso ho seguito quella linea sbagliata - racconta Colangeli - L' idea che il proprietario debba mangiare prima del cane o usare un collare a strozzo non è più attuale, meglio insegnargli stare vicino piuttosto che a tirare».
come si calcola l'eta' di un cane 3
Importante anche ricordare soprattutto a i meno esperti e ai poco attenti, quanto tempo dedicare al cane, quali sono le cure davvero necessarie e quali documenti richiedere per evitare di ritrovarsi un cucciolo arrivato dall' estero già traumatizzato. Insomma, avere delle indicazioni che consentano di compiere meno errori possibili.
Ad esempio «quando mi dicono ho preso un cane, tanto ho un giardino - spiega - io sono terrorizzato. Non è un albero, ha bisogno di relazionarsi per sviluppare il suo aspetto cognitivo e stabilizzare le emozioni». Come l' uomo infatti, anche «il cane è un animale sociale» e ha bisogno di essere esposto a stimoli diversi e a varie relazioni.
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Per un cucciolo avere a che fare con un adulto è differente dall' interagire con un anziano o un bambino. Se il cane non è stato educato a includere un neonato nel gruppo sociale, non sorprende che rischi di avere atteggiamenti aggressivi.
«Da qui la nostra proposta al Ministero della Salute di incentivare nei corsi di pre-maternità l' inserimento di una lezione per le mamme con animali in casa» conclude Colangeli.
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