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    I CARRI ARMATI NON SONO ANCORA ARRIVATI E ZELENSKY GIÀ CHIEDE I CACCIA – L’UCRAINA HA GIÀ AVANZATO LA PROSSIMA RICHIESTA: GLI AEREI DA COMBATTIMENTO F16, E I MISSILI DI LUNGA GITTATA ATACMS – GLI AMERICANI ORMAI HANNO TOLTO QUALSIASI VETO: VOGLIONO COADIUVARE LA CONTROFFENSIVA DI KIEV E ARRIVARE A UN NEGOZIATO IN PUNTA DI FORZA – TRUMP FIUTA LO SCONTENTO DELL’OPINIONE PUBBLICA USA E AZZANNA: “PRIMA ARRIVANO I TANK, POI LE TESTATE NUCLEARI. BISOGNA METTERE FINE A QUESTA GUERRA FOLLE ADESSO”. GIUSTO, MA COME?


     
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    1. ZELENSKY, SOLO LE ARMI NEUTRALIZZANO I TERRORISTI RUSSI  

    (ANSA) - "L' aggressione russa può e deve essere fermata solo con armi adeguate. Lo stato terrorista non capirà nient'altro. Armi sul campo di battaglia. Un'arma che protegge il nostro cielo. Nuove sanzioni contro la Russia.

     

    Ma dobbiamo anche lavorare ancora più attivamente per creare un tribunale sul crimine di aggressione russa contro l'Ucraina". Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo messaggio serale. "Solo le armi neutralizzano i terroristi. In particolare, stiamo espandendo la nostra coalizione di carri armati (c'è oggi la decisione del Canada, vi ringrazio). Ci sono già 12 paesi".

     

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    "Oggi abbiamo resistito - afferma il presidente ucraino - ad un altro massiccio attacco missilistico da parte dei terroristi. Un colpo che conferma in pieno tutto ciò di cui abbiamo parlato con i nostri partner.

     

    Ogni missile russo contro le nostre città, ogni drone iraniano usato dai terroristi sono argomenti per cui sono necessarie più armi". Zelensky si dice "grato a tutti coloro che nel mondo stanno davvero combattendo contro il terrorismo insieme a noi, che stanno accelerando la fornitura delle attrezzature di difesa necessarie all'Ucraina e che sono pronti ad aumentare la pressione delle sanzioni sullo stato terrorista".

     

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    2. DECINE DI MISSILI, MORTI, FERITI ORA L’UCRAINA CHIEDE I JET F16

    Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”

     

    […] Così ieri mattina, il giorno dopo il 45° compleanno del presidente Zelensky e l’ok di Washington e Berlino all’invio di carri armati pesanti occidentali in sostituzione di quelli ex sovietici distrutti in un anno di battaglie, la Russia spara 55 missili.

     

    La contraerea fa il suo lavoro, ne abbatte la maggioranza, addirittura 47 dicono le autorità, ma gli otto che passano la cortina di protezione fanno male. Trentacinque gli edifici danneggiati in una dozzina di regioni, undici le vittime così come i feriti. Il servizio di emergenza non spiega quasi mai quali siano stati gli obbiettivi centrati per non favorire la programmazione dell’attacco successivo.

     

    Ma si capisce ugualmente dai comunicati delle compagnie elettriche che tra i target c’erano, come da ottobre, centrali elettriche e sottostazioni di distribuzione. «Gravi danni al sistema energetico». «Bisognerà aspettarsi blackout prolungati». «Le squadre sono al lavoro, ma i disagi proseguiranno per giorni».

     

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    Per neutralizzare i 24 droni, l’Ucraina ha consumato almeno 24 missili da mezzo milione l’uno per un totale di 12 milioni. Per intercettare 47 dei 55 missili russi almeno il doppio. Totale 36 milioni. Dal canto suo, Mosca ha speso appena 1,2 milioni di euro per tutti i droni e una media di 7,5 milioni a missile (calcolata sui 1300 lanciati da febbraio ad aprile). Tirando le somme, la Russia perde finanziariamente la battaglia aerea di ieri.

     

    Il Cremlino ha speso 413 milioni per attaccare contro i 36 dall’Ucraina per difendersi. I 300 milioni di differenza, però, hanno fatto altri milioni di danni e la gente oggi è ancora al buio. Zelensky già pensa alla prossima richiesta per difendere la sua gente e contrattaccare: caccia bombardieri F16. Costo unitario dai 15 ai 30 milioni.

     

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    2. IL NUOVO CAPITOLO DEL RIARMO DOPO I CARRI KIEV CHIEDE GLI F16

    Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

     

    Dopo i carri armati, gli aerei da combattimento F16. È la prossima richiesta di riarmo già avanzata dall’Ucraina, insieme a quella per i missili di lunga gittata Atacms, su cui non c’è più il veto assoluto e definitivo che gli Usa imponevano all’inizio del conflitto.

     

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    E questo per almeno cinque ragioni: primo, mettere Kiev in condizione di difendersi subito dall’imminente offensiva russa; secondo, scoraggiare possibilmente questa operazione, o spingere Mosca a lanciarla senza essere davvero pronta a condurla; terzo, favorire la controffensiva di Zelensky per riconquistare i territori occupati, e andare all’auspicato tavolo della pace in una posizione di forza; quarto, far capire a Putin che se spera di vincere puntando sulla fine degli aiuti occidentali e lo sgretolamento dell’alleanza, sta sbagliando ancora i calcoli; quinto, guardare già al dopoguerra, per costruire una forza di deterrenza abbastanza solida da dissuadere il Cremlino, chiunque lo abiti, da altre future avventure.

     

    […] L’unico a opporsi sembra Trump, che su Truth ha commentato così: «Prima arrivano i tank, poi le testate nucleari. Bisogna mettere fine a questa guerra folle adesso. È così facile ». In questo modo alimenta i sospetti che, se rieletto, cederebbe a Putin.

    Trump e Putin Trump e Putin

     

    Invece Biden secondo Nbc prepara un viaggio in Europa per l’anniversario dell’invasione, mentre il segretario di Stato Blinken ha detto al Washington Post che c’è già un piano per il dopoguerra, quando Mosca accetterà di non poter obliterare l’Ucraina. Kiev non entrerà nella Nato, ma sarà rafforzata militarmente al punto di creare la deterrenza per scoraggiare altre aggressioni. Invece aderirà alla Ue, per favorire la sua prosperità, in contrasto evidente con l’arretratezza imposta da Putin alla Russia.

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