• Dagospia

    L’ARTE NON SI MASTICA, SI SPUTA - I CITTADINI LONG ISLAND NON VOGLIONO NEL PARCO DEL QUARTIERE LA SCULTURA DI CHEWING GUM, ALTA TRE METRI, REALIZZATA DA OHAD MEROMI E COSTATA 515 MILA DOLLARI DI SOLDI PUBBLICI


     
    Guarda la fotogallery

    Francesco Semprini per “la Stampa.it

     

    scultura rosa scultura rosa

    Un «mostro» magenta alto circa tre metri. Questo è il motivo che ha fatto infuriare gli abitanti di Long Island City, quartiere del Queens che si affaccia sull’East River. Si tratta di una scultura di gomma da masticare, rosa «shocking», come la storica chewing gum che fa le bolle più grandi del mondo, e che sarà installata in un parco del quartiere.

     

    L’opera, dal titolo «The Sunbather», dovrebbe rappresentare una persona sdraiata a prendere il sole, almeno con l’aiuto di un po’ di immaginazione. Il punto è che a far andare su tutte le furie la cittadinanza di Long Island City, oltre il dubbio gusto dell’opera, è il suo prezzo, ovvero 515 mila dollari. 

     

    Meromi Meromi

    Gli abitanti, infatti protestano per il fatto che siano stati spesi così tanti soldi pubblici per la statua di gomma da masticare, quando ci sarebbero tante altre spese più urgenti da affrontare nel quartiere. La scultura, realizzata dall’artista di Brooklyn, Ohad Meromi, è stata commissionata dal Dipartimento degli Affari Culturali della città, che ha istituito un comitato ad hoc di tre membri, con il compito di scegliere l’opera più adeguata tra quelle presentate da una serie di candidati.

    Meromi Meromi

     

    All’artista andranno circa 100 mila dollari, ovvero il 20% del valore dell’investimento. La restante parte servirà per finanziare l’acquisto dei materiali, l’installazione, l’assicurazione e tutte le operazioni preparatorie. Ma tutto ciò al quartiere non va giù: «C’era Steve Wonder nel comitato di selezione? - commenta con dubbio gusto un cittadino su Lic Post - Visto che costa denaro ai contribuenti erano i contribuenti che dovevano avere il diritto di votare».

     

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport