POSTER BESTEMMIE NAPOLI
Antonio E. Piedimonte per “la Stampa”
Bestemmie sui muri e sui cartelloni elettorali del Comune, bufera a Napoli. «Non bastavano i murales celebrativi della camorra, mo' pure le "maleparole" artistiche?»: sin dai primi commenti, ieri, si è capito che la provocazione non sarebbe stata apprezzata.
L'idea, a quanto pare, è venuta ad alcuni artisti che in questo avrebbero voluto fare pubblicità all'esposizione Ceci n'est pas un blasphème, realizzata nell'ambito del «Festival delle arti per la libertà d'espressione contro la censura religiosa» organizzato al Pan (Palazzo delle Arti di Napoli).
FESTIVAL DELLE ARTI PER LA LIBERTA D ESPRESSIONE CONTRO LA CENSURA RELIGIOSA
La direttrice artistica, Emanuela Marmo, sembra prendere le distanze dal clamoroso exploit stradale: «Alcuni dei subvertiser in mostra stanno lasciando tracce della loro presenza. Si tratta di una loro spontanea e autonoma iniziativa di cui so poco, se non quello che amici e conoscenti mi riferiscono».
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Ugualmente spiazzato l'assessore alla Cultura del Comune (ente che ha patrocinato ed è co-promotore della manifestazione) Annamaria Palmieri: «Saranno rimossi tutti. Anche perché il Comune non ha ricevuto alcuna comunicazione relativa a questa tipologia di affissioni, che quindi risultano abusive e come tali sono soggette alla immediata rimozione».
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I manifesti taroccati riproducono immagini di Topolino (e altri personaggi Disney), ma anche celebri pubblicità (come quella del Crodino, inserita in un gioco di parole), oppure fanno il verso ai messaggi elettorali (in primis quelli di Forza Italia) ma sempre con imprecazioni e altre frasi palesemente blasfeme.
Un'operazione che forse avrebbe voluto creare scandalo ma, a quanto pare, ha solo ingenerato fastidio e indignazione tra i passanti, che di fronte alle bestemmie a caratteri cubitali non hanno reagito bene: «Forse la mostra era poco visitata e volevano finire sui giornali, ma è tutto molto squallido», dicono due ragazze.
Tra i primi a chiedere la rimozione un consigliere comunale di sinistra, Federico Arienzo, che ha raccontato il suo disagio come padre di una bambina che si è trovata le scritte in bella evidenza proprio di fianco alla scuola.-
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