Fr.Pie. per il Messaggero
collomb
Ahmed Hanachi «era in situazione irregolare in Francia, ma regolare in Italia: decisamente dobbiamo aumentare la cooperazione tra i paesi in Europa»: il ministro dell'Interno francese Gérard Collomb bacchetta l'Italia, che al terrorista di Marsiglia aveva dato permesso di soggiorno nonostante le sette identità diverse esibite negli ultimi anni e i precedenti con la Giustizia, ma è costretto anche a fare mea culpa.
La Francia infatti non si è dimostrata con il terrorista di Marsiglia, molto più attenta. Sabato mattina, trentasei ore prima di accoltellare le due giovani Laura e Maurane alla stazione Saint-Charles, Hanachi era in mano alla polizia francese. Avrebbero dovuto inviarlo in un centro di Detenzione amministrativa per poi espellerlo. Peccato che la procedura si sia incagliata, forse a causa dell'assenza di un funzionario: sarà un'inchiesta amministrativa chiesta proprio dal ministero dell'Interno «per far luce su tutta la vicenda» a chiarirlo.
Nell'attesa di chiarire se la polizia francese avrebbe potuto impedire ad Ahmed di entrare in azione a Marsiglia, il ministro Collomb guarda anche alle colpe oltrefrontiera.
minniti
«FRANCIA PIÙ ATTENTA» In particolare all'Italia, dove Hanachi ha vissuto per anni, ad Aprilia. «Alcuni paesi ha detto ieri mattina Collomb alla radio France Inter non hanno il sistema e il livello di sorveglianza che abbiamo in Francia. Crediamo di avere costruito un'Europa forte alle sue frontiere esterne, ma poi alcuni paesi non hanno questa organizzazione che abbiamo noi in Francia».
Collomb ha poi difeso la legge sulle nuove norme di sicurezza antiterrorismo approvata ieri e che sostituirà lo stato d'emergenza ancora in vigore: «ci sono norme per estendere controlli anche al di fuori delle frontiere, c'è chi le chiama liberticide, invece sono indispensabili».
Ahmed Hanachi
Problemi ce ne sono comunque anche dentro le frontiere. Secondo una fonte citata dal quotidiano Le Parisien, Ahmed Hanachi doveva restare nelle mani della polizia dopo essere stato fermato a Lione con l'accusa di aver rubato una giacca in un negozio. Era senza permesso di soggiorno e con una lista di svariati precedenti con la giustizia, dallo scippo al furto allo spaccio.
DROGHE PESANTI Ai poliziotti che lo interrogavano, aveva anche confessato di fare uso di droghe pesanti: molto più di quanto fosse necessario per firmare un'espulsione verso il suo paese d'origine; la Tunisia. Peccato però, secondo Le Parisien che «la persona che avrebbe dovuto firmare il foglio di via, l'Oqtf (Obligation de quitter le territoire) alla prefettura del Rhone era assente sabato mattina».
Senza contare, sempre secondo la stessa fonte, che al centro di Detenzione amministrativa dove Hamed avrebbe dovuto essere rinchiuso prima di essere espulso «c'era un grosso problema di disponibilità di posti».
Ahmed Hanachi
RIMESSO IN LIBERTÀ Insomma: tutto esaurito, e i poliziotti di Lione hanno deciso, alla scadenza dello stato di fermo, di rimetterlo in libertà sabato mattina. Appena uscito dal commissariato, Hamed Hanachi ha preso il primo treno regionale per Marsiglia e la sera era già alla stazione Saint-Charles, dove l'indomani, poco prima delle due, avrebbe accoltellato due ragazze sedute su una panchina.
«C'è un'inchiesta da fare su dei fatti precisi ha ammesso il ministro Collomb Innanzitutto bisogna stabilire come sia stato possibile che questa persona non sia stata rinchiusa in un centro di detenzione. La seconda domanda cui bisognerà rispondere è: come si possono avere sette identità diverse? Come è possibile non doverne mai rendere conto alla polizia e alla giustizia? A queste due domande voglio cercare di dare risposta, perché un tale dramma non debba ripetersi mai più».
Ahmed Hanachi e vittime attentato marsiglia