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    I PISCHELLI ENTRANO ASSONNATI A SCUOLA E VAGANO COME DEGLI ZOMBIE? LA SOLUZIONE NON E’ PRIVARLI DEL CELLULARE - SECONDO ALCUNE RICERCHE SCIENTIFICHE È MEGLIO POSTICIPARE L’INIZIO DELLE LEZIONI INVECE CHE ANTICIPARE IL MOMENTO IN CUI MANDARLI A NANNA O IMPEDIRGLI DI USARE LO SMARTPHONE PRIMA DEL SONNO. PERCHÉ? IL RITMO BIOLOGICO DEGLI ADOLESCENTI È FISIOLOGICAMENTE UN PO’ RITARDATO RISPETTO A QUELLO DEGLI ADULTI E...


     
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    Estratto dell'articolo di Roberto De Filippis per gazzetta.it

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    Per molti adolescenti, il suono della sveglia è un vero e proprio trauma, che li priva di minuti (e a volte anche di ore) di sonno prezioso. Così, non solo si ritrovano a doversi preparare di corsa per arrivare in orario a scuola, ma sono anche vittime di sonnolenza diurna, che incide negativamente sulle loro performance nello studio e nelle altre attività, compreso lo sport. Molti genitori chiedono ai figli adolescenti di non usare lo smartphone prima di dormire, ma per diverse ragioni è difficile che le mamme e i papà siano accontentati. E se la soluzione fosse di posticipare l’inizio delle lezioni?

     

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    La possibilità di cominciare più tardi le lezioni per dar modo agli studenti di dormire a sufficienza è stato uno dei temi affrontati nel recente convegno Italia Sonno 2023. Il bisogno di sonno non è uguale a tutte le età, specialmente nella fase dello sviluppo. Agli adolescenti sarebbe raccomandato un riposo notturno di 8-10 ore; in Italia come in numerosi altri Paesi, però, circa la metà dei ragazzini dorme meno. Siccome il sonno influisce anche sull’apprendimento e sulla memoria, se non è ristoratore ha effetti negativi anche sul rendimento scolastico.

     

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    “Per porre rimedio a questa situazione vi sono due possibilità: anticipare il momento in cui andare a letto o ritardare quello in cui ci si alza. La prima ipotesi è di difficile attuazione, perché ogni famiglia ha abitudini e orari diversi, oltre a contrastare con la tendenza biologica in questa fascia d’età ad avere un ritardo di fase. Invece la seconda, in quanto ‘istituzionale’, si può attuare più facilmente” osserva il professor Luigi De Gennaro, ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica del Dipartimento di Psicologia all’Università La Sapienza di Roma e segretario dell’Aims (Associazione Italiana Medicina del Sonno).

     

    (…)  Oltre che per ragioni di organizzazione domestica, è meglio posticipare l’inizio delle lezioni invece che anticipare il momento in cui andare a dormire perché il ritmo biologico degli adolescenti è fisiologicamente un po’ ritardato rispetto a quello degli adulti. Numerose ricerche hanno messo in evidenza un collegamento diretto tra il numero di ore in cui si usa lo smartphone e le ore di sonno, che sono inversamente proporzionali.

     

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    Bisognerebbe smettere di utilizzare questo strumento due ore prima di andare a letto e lo stesso criterio andrebbe seguito con l’attività fisica, le bevande eccitanti (come quelle che contengono caffeina), il cioccolato e il fumo. Gli smartphone hanno un effetto negativo sul riposo notturno non solo perché tolgono tempo al sonno, ma anche perché mantengono attivo l’organismo, che invece dovrebbe rilassarsi. “Inoltre, l’esposizione a schermi retroilluminati riduce il picco secretorio di melatonina, sostanza che induce il sonno e la cui produzione aumenta quando cala il livello di illuminazione” conclude il professor De Gennaro.

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