poverta giorgia meloni

I POVERI NON SONO UNA PRIORITÀ DELLA MELONI (E SI VEDE) - UN ITALIANO SU QUATTRO È A RISCHIO POVERTÀ, SOFFRE DI GRAVE DEPRIVAZIONE MATERIALE E SOCIALE E PER LA MANCANZA DI LAVORO: SECONDO L’ISTAT, IN ITALIA I REDDITI CRESCONO, MA VENGONO DIVORATI DALL’INFLAZIONE. E I LAVORATORI AUMENTANO, MA UNO SU DIECI NON GUADAGNA ABBASTANZA PER NON DIRSI INDIGENTE - 2,7 MILIONI DI PERSONE NON RIESCONO AD AFFRONTARE UNA SPESA IMPREVISTA, NON POSSONO PERMETTERSI UN PASTO ADEGUATO, SONO IN ARRETRATO CON L’AFFITTO O CON IL MUTUO – STA PEGGIO CHI HA FIGLI E CHI VIVE IN FAMIGLIE SENZA REDDITI FISSI…

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Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per “la Repubblica”

 

ITALIANI PIU' POVERI

Rischio di povertà, grave deprivazione materiale e sociale, bassa intensità di lavoro: quasi un italiano su quattro è vittima di almeno una di queste condizioni, tredici milioni e mezzo di persone. L’Italia ritratta dal report Istat “Condizioni di vita e reddito delle famiglie” è un Paese dove i redditi crescono ma vengono divorati dall’inflazione (nel 2023 la perdita in termini reali è dell’1,6%), e i lavoratori aumentano ma uno su dieci non guadagna abbastanza per sfuggire all’indigenza.

 

giorgia meloni al consiglio europeo 8

Un Paese dove 2,7 milioni di persone non riescono ad affrontare una spesa imprevista, non possono permettersi un pasto adeguato, sono in arretrato con l’affitto o con il mutuo.

«In Italia si è precari e si è poveri. Il governo continua a non tassare la rendita, i profitti, non prende i soldi dove ci sono», denuncia il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Poco efficaci anche le politiche a sostegno delle famiglie, perché l’incidenza del rischio di povertà o esclusione sociale è in forte crescita soprattutto per chi vive in coppia con almeno tre figli (34,8% nel 2024 contro il 32% del 2023); peggiorano anche le condizioni dei “monogenitori”.

 

ITALIANI PIU' POVERI

Non ci sono aree del Paese che si salvano, anzi la perdita del potere d’acquisto è maggiore nel Nord-Est (-4,6%) e nel Centro. Ma non si tratta di una situazione dovuta solo agli ultimi rialzi inflattivi: se si fa un confronto con il 2007, l’anno che precede la grande crisi finanziaria mondiale, la perdita dei redditi familiari in termini reali è dell’8,7%, con un picco del 13,2% nel Centro e dell’11% nel Mezzogiorno.

 

Potrebbe sembrare che ai pensionati vada meglio, visto che i redditi da pensioni e trasferimenti pubblici sono gli unici cresciuti in termini reali dal 2007 a oggi (+2,1%). Ma dai dati emerge anche un aumento del rischio di povertà per gli anziani che vivono da soli (29,5%, contro il precedente 27,2%).

 

giorgia meloni in versione ducetta

È alla debolezza del mercato del lavoro che si deve in gran parte l’impoverimento del Paese: la statistica distingue tra occupati a rischio di povertà lavorativa (il 10,3%, in crescita rispetto al 9,9% del 2023) e lavoratori a basso reddito, percettori di un reddito netto da lavoro inferiore al 60% della mediana (21%, uno su cinque). Guadagnano meno e lavorano a condizioni contrattuali peggiori le donne, i giovani, gli stranieri, i meno istruiti, i precari. Guardando ai settori, sono a basso reddito l’11% degli occupati nell’industria, il 21% di quelli dei servizi e il 44,5% dei servizi alla persona. «[…]

 

TASSE - RICCHI E POVERI

L’impoverimento della popolazione fa crescer e le disuguaglianze: il reddito percepito dalle famiglie più abbienti nel 2023 è 5,5 volte quello percepito dalle famiglie più povere, con un peggioramento rispetto al 5,3 del 2022. «Giorgia Meloni ci ha portato dalla democrazia alla cleptocrazia: togliere ai poveri per dare ai ricchi», denuncia la vicepresidente del M5S Chiara Appendino.

 

ITALIANI PIU' POVERI

Nel confronto europeo, la posizione italiana appare peggiore rispetto alla media Ue, che nel 2021 mostra un tasso di rischio di povertà o esclusione sociale del 21,3%, inferiore al 22,8% italiano (passato poi nel 2024 al 23,1%).

RICCHI E POVERI - DICHIARAZIONE DEI REDDITI