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    VIDEO! 'GOAL DI NOTTE' COLLECTION: I PRIMI 40 ANNI DELLA TRASMISSIONE SPORTIVA PIÙ LONGEVA DELLA STORIA DELLA TV, DOPO LA ‘DOMENICA SPORTIVA’ DELLA RAI – LA PUNTATA STRACULT CON CANDELA UBRIACO: "PORTATEGLI UN CAFFE' - MICHELE PLASTINO MEMORIES: “DINO VIOLA MI FECE COMMUOVERE. LA LAZIO STAVA PER FALLIRE E LUI TELEFONO' PER DIRMI CHE..” – E POI DI BARTOLOMEI E D’AMICO, MARADONA E FALCAO: “GLI DICEVO SEI TROPPO SIGNORE PER ESSERE ROMANISTA” - VIDEO


     
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    Marco Esposito per www.leggo.it

     

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    In principio fu il calcio inglese, Football Please. Erano i mitici anni 80, e la Premier League si vedeva su Teleroma56. Le maglie bellissime, gli stadi affascinanti, le atmosfere impareggiabili. Appuntamento imperdibile per ogni appassionato di pallone. L'uomo che rendeva possibile tutto ciò è una vecchia conoscenza della televisione locale romana: Michele Plastino.

     

    Non esiste appassionato di calcio che non lo conosca, anche perché Plastino ha lavorato (quasi) ovunque. Roma certo, ma anche Milano, Napoli e non solo. Il suo nome, comunque, è legato indissolubilmente a Goal di Notte, trasmissione che ha fatto la storia della tv locale e non solo. Recentemente ha festeggiato 40 anni di messa in onda: la trasmissione sportiva più longeva della storia della tv, dopo la Domenica Sportiva della Rai.

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    Michele Plastino, 40 anni di Goal di Notte: riesce a trovare un'immagine per raccontarli?

    «Impossibile. Me ne servono di più»

     

    Partiamo dalla Roma.

    «Mi viene in mente la maratona televisiva che feci quando la Lazio stava per fallire. Dopo 27 ore di diretta mi chiamò il presidente della Roma Dino Viola per dirmi che gli sarebbe piaciuto fossi stato tifoso della Roma, ma che per 27 ore lui era diventato un tifoso della Lazio. Mi commossi».

     

    L'immagine più divertente?

    «La puntata con Platini e Boniek, in pieni anni 80. In quel periodo vennero anche Maradona, e Falcao più di una volta. Ma c'è anche un'altra immagine che porto nel cuore anche se non è legata a Roma e Lazio; forse addirittura è la più emozionante».

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    Quale?

    «L'attesa del primo scudetto del Napoli nel 1987, una trasmissione fatta con la città».

    C'è stato un momento in cui fare Goal di Notte le è venuto a noia?

    «No. Io vado in onda sempre con la stessa tensione. Il calcio è cambiato, vero. Ma io no. Mi piacerebbe fare un ultimo film sul calcio, dedicato ai giovani intitolato Che vi siete persi. Un lungometraggio sul calcio degli anni 80 e primi anni 90».

     

    Le faccio tre nomi del calcio romano degli anni 80. Ci racconti un aneddoto su di loro. Iniziamo da Liedholm.

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    «Era magico, in tutti i sensi. Una volta mi presentò il suo mago. Una volta, prima di un derby, il mago consigliò al Barone di far giocare Renato. Il mago involontariamente mi passò la notizia, e allora io feci un po' il laziale, chiamai subito il mister dei biancocelesti Materazzi, e lui schierò Beruatto. Era sicuro che Renato Portaluppi non l'avrebbe mai seguito in fase difensiva. Così accadde e grazie a quella mossa la Lazio vinse 1-0».

     

    Falcao?

    «Un grande campione. Veniva spesso a Goal di Notte, ma non ha mai voluto alcun compenso. Mi era grato perché facevo lavorare il suo amico Pato. Per scherzare gli dicevo sempre: «Sei troppo signore per essere romanista, sotto sotto sei della Lazio».

     

    Vincenzo D'Amico?

    «Un fratello»

     

    Quarant'anni di Goal di Notte, significano quarant'anni di storia di Roma e Lazio. Chi più di tutti rappresenta le squadre romane?

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    «Per la Lazio, sicuramente Vincenzo D'Amico. Per la Roma dico Agostino Di Bartolomei. Mi fece fare il film sullo scudetto della Roma del 1983. Poi ne ho fatti altri, come quello sull'addio al calcio di Bruno Conti. Ma quello fu il primo, e che fosse il capitano della Roma a chiedere che lo facessi io, per me ha un valore inestimabile. Non lo dimentico».

     

    C'è una cosa in particolare che la rende orgoglioso del record di Goal di Notte?

    «Si e ho potuto dirlo solo alla fine della puntata dei 40 anni. Sono stato sempre presente. Grazie alla salute, non è un mio merito, ma è una cosa di cui devo ringraziare Dio».

    Non aver mai fatto il salto nella televisione nazionale è un rimpianto?

    «No, non ho alcun rammarico. Non so quale sia il motivo per il quale non è avvenuto, anche se in Rai ho condotto Voci nella notte, ma non era una trasmissione calcistica».

     

    Lamberto Giorgi si è definito il Totti delle Tv locali, lei a che giocatore si paragonerebbe?

    «Quagliarella».

    Perché ?

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    «Perché continua ancora a far goal, anche da vecchietto».

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