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    “I SOLDI DI WEINSTEIN? NON GLIELI RIDAREI MAI INDIETRO!” - LA FEMMINISTA GLORIA STEINEM CHIUDE LA QUESTIONE SULLA SOMMA OTTENUTA DAL PRODUTTORE PER LA CATTEDRA UNIVERSITARIA IN CULTURA E FEMMINISMO - “GLI ATTORI RIFIUTINO LE PARTI SE LE COLLEGHE NON HANNO PARI DIRITTI E STIPENDIO” (CIAO CORE)


     
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    Silvia Bizio per la Repubblica

    gloria steinem gloria steinem

     

    Gente come Harvey Weinstein (il produttore cinematografico al centro di una serie di accuse di molestie e violenze sessuali da parte di attrici, ndr) è sempre esistita», dice la femminista americana Gloria Steinem, 83 anni, fondatrice di Ms Magazine e ancora estremamente attiva nella lotta per i diritti delle donne.

     

    WEINSTEIN WEINSTEIN

    «Quando io ero giovane il suo sarebbe stato considerato un comportamento normale. Il mondo era così. Ironicamente proprio recentemente Harvey Weinstein aveva donato una notevole somma per creare la nuova Cattedra Gloria Steinem in studi dei mass media, cultura e femminismo della Rutger University.

     

    L'università ha già detto che quei fondi non saranno restituiti, a differenza di quanto ha deciso l'Università privata di Los Angeles USC, che ha restituito al ricco mittente i cinque milioni di dollari appena donati da Weinstein.

     

    «Pensiamo che devolvere questi fondi per avanzare l' eguaglianza delle donne sia farne un miglior uso che restituirli ad Harvey Weinstein e alla sua Fondazione», ha detto il portavoce dell' Università, cui la Steinem, apparsa accanto all' attrice Jane Fonda sulla NBC per commentare il caso Weinstein, aggiunge.

     

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    «Siamo fortunati perché quei fondi aiuteranno donne nei mass media e potranno essere usati per tanti altri fini, ad esempio per finanziare centri di assistenza in caso di stupro.  Non li ridarei certo mai indietro!».

     

    Ma Harvey Weinstein non è il solo...

    «Quando affrontiamo pregiudizi come il razzismo e il sessismo, in genere occorre più di un' ingiustizia - anzi ne occorrono varie.

     

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    Lo scandalo Weinstein sarebbe stato forse preso meno seriamente se Bill Cosby, Roger Ailes (co-fondatore dell' emittente Fox News, morto lo scorso anno dopo essere stato travolto da scandali sessuali, ndr) e altri non lo avessero preceduto e non fossero ancora freschi nella memoria.

     

    natassia malthe natassia malthe

    Ci vuole un effetto cumulativo perché episodi razzisti e sessisti vengano riconosciuti nella nostra società. Questi personaggi hanno in comune il fatto di essere potere-dipendenti.

     

    Weinstein, Cosby e Ailes si sono sempre comportati bene con donne di potere, Weinstein in particolare ha anche realizzato bellissimi film centrati sulle donne con Julie Taymor e Meryl Streep, per esempio, e ha anche preso dei rischi in quel senso, ma, come adesso sappiamo, cercava e abusava regolarmente di donne con assai meno potere di quello che lui aveva ».

     

    Come possono cambiare le cose?

    «Quello che è importante è dire la verità. Abbiamo bisogno di persone con potere disposte a puntare il dito contro il problema e difendere chi ne ha meno.

     

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    Per esempio gli attori protagonisti, i "leading men", potrebbero rifiutare di essere scritturati se la loro controparte femminile non riceve un salario eguale al loro. Oggi un maschio è un divo di successo su cui si può investire, mentre una diva femmina può essere facilmente sostituita se non accetta un salario minore - e chissà cos' altro».

     

    Qual è il problema di fondo?

    «La questione più profonda, qui, è la menzogna dei ruoli "maschili" e "femminili" - quando invece siamo tutti esseri umani, e le nostre differenze individuali sono molto più marcate delle differenze di gruppo.

     

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    La caduta di Harvey Weinstein non è l' ultimo respiro, ma è un passo verso quel respiro perché adesso l' opinione popolare incomincia a essere: 'questo è proprio sbagliato'. Ci sono parole per esprimerlo. Ci sono leggi per condannarlo.

     

    Ti puniscono, ti licenziano. Soluzioni vengono da persone come Catherine MacKinnon, che ha scritto la legge sulla molestia sessuale non solo con la regola del "consenso", che può essere estorto, ma ponendosi la domanda se il sesso fosse "benvenuto" oppure no. A questo punto, però, la giustizia ha bisogno di più di una voce, ed è quello che dobbiamo fare, dire la verità».

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