Elena Tebano per il “Corriere della Sera”
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«Volevamo di più. Non ci siamo riusciti, anche per alcuni errori all'inizio della campagna elettorale» dice Annalena Baerbock e si interrompe prima di pronunciare la frase successiva. «Anche per i miei errori personali».
La candidata cancelliera dei Verdi, dal palco della manifestazione del partito, a Berlino, commenta così le prime proiezioni del voto.
Il co-leader Robert Habeck le si avvicina, la abbraccia e le dà un bacio. Baerbock si riprende: «Questa volta non è stato sufficiente, ma il partito ha una missione per il futuro. La Germania ha bisogno di un nuovo inizio e di un governo del clima».
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I Verdi ottengono il loro migliore risultato di sempre, ieri sera le proiezioni li davano intorno al 14,6% (5 punti in più che nel 2017), ma è un risultato amaro, dopo che solo qualche mese fa i sondaggi li davano come possibile primo partito.
La maggioranza dei tedeschi è andata alle urne convinta che il principale problema da affrontare siano i cambiamenti climatici. Non è bastato per trasformare i Verdi in Volkspartei .
Ha pesato l'inesperienza di Baerbock, che ha sottovalutato la durezza della campagna elettorale, ha fatto molti passi falsi (il curriculum abbellito, i bonus tassati ma dichiarati in ritardo al parlamento, parti del suo libro copiate) e non ha saputo reagire nel modo giusto alle polemiche che hanno scatenato.
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Né capitalizzare il fatto di essere l'unica donna a candidarsi dopo l'eterna cancelliera Merkel. Una prima lezione l'ha imparata: ieri sera Baerbock ha ammesso subito i suoi errori.
E si è mostrata affiatata con il suo co-leader, dopo che negli ultimi mesi tra i due si era allargato un fossato, anche a causa delle dichiarazioni di Habeck che non ha nascosto di pensare che sarebbe stato un candidato cancelliere migliore di lei.
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Nel tradizionale confronto serale tra tutti i leader politici che in Germania chiude la giornata elettorale, Baerbock ha detto più volte «Habeck e io» quando parlava delle trattative che li aspettano.
Il suo fallimento rafforza Habeck all'interno del partito. In ogni caso il prossimo governo tedesco avrà quasi certamente i Verdi al suo interno. La Spd li ha già indicati come i i suoi alleati naturali. Ma se anche l'Unione cercasse di formare un governo, avrà bisogno di loro.
CHRISTIAN LINDNER
Saranno l'ago della bilancia delle possibili coalizioni insieme ai liberali della Fpd. «Si deve prendere atto del risultato dei Verdi: il prossimo governo federale deve essere molto più ecologico» ha detto il loro leader Christian Lindner.
E ha mostrato il primo smottamento negli equilibri politici tedeschi, proponendo colloqui diretti ai Verdi, indipendenti da quelli con il futuro cancelliere, chiunque sarà. Baerbock ha dato la sua disponibilità.
Segno che i due partiti minori faranno valere tutto il loro peso: insieme valgono quanto Spd o Cdu.
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Dovranno prima trovare un accordo praticabile su alcuni punti fondamentali: gli ambientalisti vogliono finanziare la trasformazione verde dell'economia anche superando il tabù tedesco del debito.
Che la Fdp non vuole toccare. Ieri sera Baerbock ha ripetuto che si deve arrivare alla neutralità climatica usando il ministero dei Trasporti e quello delle Finanze. Un chiaro messaggio ai possibili futuri alleati.
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