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    “LA MOTO MI MANCA, MA NON POSSO CONTINUARE A PENSARE SOLO A QUELLO, PERCHÉ ALTRIMENTI MI UCCIDO” – ANDREA IANNONE TORNA A PARLARE DELLA SQUALIFICA PER DOPING CHE LO HA COSTRETTO A RIMANERE FUORI DALLA MOTO GP PER 4 ANNI – “PER LA FEDERAZIONE SONO INNOCENTE. E LA MIA INNOCENZA È STATA DIMOSTRATA, DAL TEST DEL CAPELLO. QUINDI...” – “QUELLO DI SALIRE DI NUOVO SU UNA MOTO È UN SOGNO PERMANENTE. MA NON È GIUSTO, ADESSO, PENSARE SE CE LA FARÒ A TORNARE OPPURE NO”…


     
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    Flavio Vanetti per www.corriere.it

     

    iannone iannone

    I giorni dell’alta velocità con le moto e delle sfide in pista facendo il pelo all’asfalto sono un ricordo troppo vivo per essere cancellato. Adesso sappiamo che per Andrea Iannone sono anche e soprattutto un tormento. «È come se avessi qualcosa dentro di me che mi uccide pian piano», ha dichiarato il pilota di Vasto in un’intervista rilasciata a Mela Chércoles del quotidiano spagnolo As. 

     

    Il passato torna e ferisce il presente, caratterizzato dal lungo viaggio per uscire dal tunnel della squalifica per doping. Il 10 novembre 2020 è la data che Andrea, personaggio discusso, turbolento, spesso criticato, uomo anche al centro dei social e dei gossip (la sua relazione con Belen Rodriguez ha tenuto banco più delle sue performance nella MotoGp), vorrebbe cancellare dai calendari e dalla propria vita. 

     

    andrea iannone andrea iannone

    Quella mattina il TAS annunciò ufficialmente che la sua difesa contro l’accusa di doping (positività a uno steroide anabolizzante riscontrata il 3 novembre 2019 a causa di un cibo contaminato e ingerito in modo assolutamente inconsapevole era stata la tesi di Iannone) non reggeva su solide basi. Stangata di 4 anni, il buio su una carriera che, vedendo quali sono stati i progressi dell’Aprilia, avrebbe potuto regalare delle soddisfazioni.

    andrea iannone andrea iannone

     

    «Non ci penso sennò impazzisco»

    L’atteggiamento di Andrea nei confronti della sua ultima squadra – che non ha mai mancato di difenderlo e di considerarlo innocente – è ancora oggi di affetto e di amicizia: «Sono contento per il podio di Aleix Espargararo a Silverstone, il primo della marca in MotoGp, e mi felicito per l’arrivo di un pilota di alto livello quale Maverick (Viñales, ndr). Sono soddisfazioni che compensano le sofferenze patite con la mia vicenda», ha dichiarato nell’intervista. 

     

    iannone iannone

    Ma non è una consolazione. Non può esserlo. Anzi, semmai sono riflessioni che alimentano il rammarico, perché quando uno è un pilota lo è per sempre. 

     

    «E io mi sento ancora tale. Più che mai. La moto mi manca ogni giorno, non mi lasciano più fare quello che sapevo fare meglio. Prima di andare a letto ogni sera e quando mi alzo ogni mattina, mi sento un motociclista e mi alleno come un pilota. Vivo come se fossi un pilota. Ma senza correre. Mi manca ma non posso continuare a pensare solo a quello, perché altrimenti mi uccido o impazzisco completamente».

     

    «Sono innocente»

    iannone iannone

    E qui, inevitabilmente ma anche comprensibilmente, parte la filippica di chi non ha mai smesso di sentirsi una vittima e una persona colpita da un’ingiustizia: «Per la Federazione sono innocente, lo ha dichiarato senza esitazione. E la mia innocenza è stata dimostrata, tra l’altro, dal test del capello. Quindi non merito questa sanzione. Spero che la mia storia sia d’esempio e che serva a cambiare le regole nel futuro: bisogna evitare che si ripetano cose del genere».

     

    Ancora un anno e mezzo fermo

    Gli resta ancora un anno e mezzo da scontare. Un tempo forse breve se lo guardiamo nella sua dimensione. Ma maledettamente lungo se associato al concetto del non poter far nulla di quanto si ama e si preferisce. «Vivo alla giornata, non so che cosa succederà in un anno e mezzo. Possono capitare tante cose…». 

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    Ma Andrea Iannone in qualche modo è felice? La risposta è sì, al di là degli aspetti personali e di una nuova fidanzata dopo la parentesi con Belen Rodriguez: «Lo sono perché riesco ad apprezzare da dove sono partito, che cosa ho fatto e dove sono arrivato. Sapere di essere innocente mi aiuta a sua volta ad essere contento». Ma una delle regole per l’anno e mezzo è di non ossessionarsi con il desiderio di tornare: «Quello di salire di nuovo su una moto è un sogno permanente. Ma non è giusto, adesso, pensare se ce la farò a tornare oppure no».

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