Davide Stoppini per www.gazzetta.it
steven zhang icardi
Veleno dappertutto, battaglia senza fine, benzina sull' incendio. E in fondo, forse, pure un filo di malinconia diffusa. Tra Mauro Icardi e l' Inter ormai è una partita che da sei mesi a questa parte si gioca fuori dal campo, con il manuale della comunicazione a portata di mano, lì sul comodino, pronto ad essere usato, anche se il rischio di abusarne è sempre d' attualità.
La nuova è questa: ieri ad Appiano l' a.d. Beppe Marotta, il d.s. Piero Ausilio e il technical manager Lele Oriali si sono seduti intorno a un tavolo con Mauro Icardi, comunicando - anzi, ribadendo - all' argentino di essere fuori dal progetto. In sostanza: all' ex capitano è stato detto che nulla è cambiato rispetto all' inizio dell' estate, che non ci sono margini per ricucire lo strappo, che è impossibile immaginare per lui un futuro all' Inter.
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Dunque: Icardi dimentichi di giocare anche solo un minuto con l' Inter, pure se dovesse restare nerazzurro dopo la chiusura del mercato del prossimo 2 settembre. Questo, in soldoni, il succo del discorso dei tre dirigenti dell' Inter all' argentino. Con una postilla legata al mercato: rispetto a due mesi fa, ora per te sono arrivate due proposte, una della Roma e un' altra dal Napoli, e dunque faresti bene a valutarle con attenzione.
Il racconto della chiacchierata sostanzialmente coincide con quella che fa filtrare il giocatore. Che però aggiunge un particolare non banale: a Mauro sarebbe stato comunicato di non far parte delle prossime liste per il campionato (quelle definitive saranno consegnate il 3 settembre) e per la Champions.
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Circostanza, questa, smentita con forza dalla società, che precisa di non aver mai fatto riferimento alle liste. Pur avendone pieno diritto di farlo, perché nel rispetto di una decisione senza possibili ricadute. E invece proprio attorno alla parola «liste» gira il racconto di Icardi: è questo infatti il trampolino che Wanda sarebbe pronta a sfruttare per valutare un' azione legale per mobbing nei confronti del club.
icardi
Non è un caso che il colloquio tra Icardi e l' Inter sia avvenuto ieri. Ovvero nel giorno in cui il club risolve di fatto la situazione dell' altro epurato, Nainggolan. Ma soprattutto a poche ore di distanza dalla presa di posizione di Icardi, che aveva fatto sapere tramite i suoi canali di voler rifiutare per il futuro qualsiasi altra soluzione che non si chiami Inter o Juventus, rispedendo dunque indietro i corteggiamenti di Roma e Napoli. Il tutto proprio mentre sembra crescere il partito di chi spinge per un reintegro: il 59% dei tifosi ieri sul sito Gazzetta ha votato per la «pace». Ecco, l' Inter ha voluto dare un segnale di fermezza, ribadendo la propria posizione.
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È un vicolo cieco. Se ne uscirà mai? Sulla questione Icardi, peraltro, va segnalato anche un Antonio Conte particolarmente agitato, perché il tecnico sa bene che la mancata cessione dell' argentino, oltre ad essere un elemento di disturbo mediatico, blocca in qualche modo il completamento della rosa. I soldi provenienti dal Napoli avrebbero spalancato le porte a un rilancio per Lukaku, ad esempio. Accettare invece la proposta di scambio della Roma con Dzeko, d' altro canto, avrebbe perlomeno regalato a Conte il bosniaco, invece finito anche lui nel tunnel dell' attesa infinita. E magari non servirà a sbloccare la situazione la cessione imminente di Colidio al Leeds di Marcelo Bielsa, che potrebbe anticipare quella di Puscas (su di lui c' è il Birmingham). Invece siamo ancora qui, a raccogliere il veleno.
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