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    AMANDA LEAR FA 80! - "TRUMP? PER FARE SESSO METTEVA SU UN MIO DISCO: LA MIA VOCE LO FACEVA ARRAPARE - BERLUSCONI? NON ERO IL SUO TIPO. GLI PIACEVA SABRINA SALERNO - A "STRYX", DIETRO DI ME, SI VEDE UNA BELLA RAGAZZA A SENO NUDO. ERA BARBARA D'URSO - FELLINI VOLEVA CHE INGRASSASSI, ROCCO SIFFREDI SI ECCITAVA CON UNA MIA TRASMISSIONE E POI PICASSO E DALI’ AL TELEFONO: PARLAVANO SOLO DI CAZZI E CULI. SI CHIEDEVANO SE RIUSCIVANO ANCORA A ECCITARSI" - VIDEO


     
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    Piero Degli Antoni per Il Giorno - Quotidiano Nazionale - Intervista del 2 marzo 2017

     

    Lei è in tournée in Francia con la commedia La candidate in cui impersona la prima candidata donna alla presidenza della Francia.

     

    Ha mai avuto a che fare con un presidente vero? «In modo indiretto sì. A una cena avevo conosciuto Ivana Trump, che cercava di convincermi a esporre i miei quadri a Maralago, una residenza di Donald Trump in Florida. Ma io trovavo Trump molto rozzo, molto grossier, per carità!, non avrei mai esposto i miei quadri da lui. Ivana però mi ha anche raccontato che, quando era sposata con lui, prima di fare l' amore Donald metteva sul giradischi la mia Follow me. Quella voce così bassa e sexy lo arrapava tantissimo. Pensi che responsabilità!»

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    La sua trasmissione W le donne fu un caposaldo della tv italiana. Cosa ricorda? «Prima di darsi alla politica Berlusconi era un imprenditore televisivo molto bravo. Mi ripeteva sempre che entravamo nelle case degli italiani, e quando vai a casa di altri ti presenti al meglio. Perciò facevamo uno show elegante, con tanti bei vestiti, tanti trucchi, tante belle donne che mettevano in mostra seni e gambe.

    I DIPINTI DI AMANDA LEAR I DIPINTI DI AMANDA LEAR

    Era tutto bellissimo e luminoso. Fu una rivoluzione, dopo anni di Rai polverosa e censurata. E pagavano benissimo. Avevo persino l' autista personale, non come adesso che non ti pagano neanche il taxi».

     

    Tutte quelle donne non facevano girare la testa anche a Berlusconi? «Tra le ballerine c' era Sabrina Salerno. Si diceva che lei gli piacesse molto. Per fortuna io, così alta, bionda, magra, piatta, non ero il suo tipo. Infatti siamo sempre andati d' accordissimo».

     

    Con Andrea Giordana invece le cose non erano così rosee... «Questione di gelosia. Allora gli show avevano come protagonista l' uomo che era al centro - Pippo Baudo, Corrado, Mike - e che veniva affiancato da una bella ragazza che aveva un ruolo di contorno.

    AMANDA LEAR BOWIE AMANDA LEAR BOWIE

    Giordana si aspettava la stessa cosa. Io invece gli rispondevo, lo prendevo in giro, insomma gli rubavo la scena. Dopo l' ultima puntata, quando ci siamo salutati, gli ho chiesto: tu adesso cosa farai? E lui: 'Torno al cinema'. E io: 'A vedere cosa?'».

     

    Lei è sempre stata una donna spiritosa e brillante... «È da tanti anni che esiste il progetto per trarre un film dal mio libro La mia vita con Salvador Dalì. Forse adesso ci siamo, devo approvare la sceneggiatura, per il protagonista si pensa a Adrien Brody o Johnny Depp. Anni fa si era pensato di farlo interpretare, nel ruolo femminile, a Claudia Schiffer.

    Quando l' ho incontrata, mi ha detto: 'Bel libro, chi te l' ha scritto?', e io: 'E a te chi l' ha letto?'»

     

     

    Nel suo curriculum televisivo c' è anche Stryx, la prima trasmissione Rai che mostrò un seno nudo... «Enzo Trapani, il regista, ebbe un gran coraggio. C' eravamo io, Patty Pravo, Grace Jones, facevamo le streghe. Dietro di me, in una puntata, si vede una bella ragazza che mostra il seno nudo. Era Barbara D' Urso. Ma io non la ricordo assolutamente. Sa di recente chi mi ha parlato di Stryx? Rocco Siffredi! Mi ha detto che lo guardava da ragazzo 'e si eccitava moltissimo'! Ci pensa? Rocco Siffredi che si eccita con una mia trasmissione!»

    I DIPINTI DI AMANDA LEAR I DIPINTI DI AMANDA LEAR

     

    La sua prima ospitata televisiva in Italia fu con Pippo Baudo... «Era il 1977 ed eravamo a Campione d' Italia, lui aveva ancora i capelli. Mi presentò come una ragazza che viene dalla Germania'. Anche di recente sono andata da lui a Domenica in. Con me è sempre stato molto affettuoso, gli ho anche regalato un mio quadro. Lo sa? Credo che la pittura sia il segreto del mio equilibrio, della mia serenità. Invece di drogarmi, o andare dallo psicologo, io dipingo».

     

    Vogliamo parlare del 'nano ghiacciato', uno spot che è diventato un modo di dire? «Pensi che il regista era Mauro Bolognini! Un uomo adorabile, mi diceva che ero una star, che avrebbe voluto dirigermi in teatro, che ero un' attrice nata. Mi faceva ridere la circostanza che facessi pubblicità a un vino, io che sono sempre stata completamente astemia... Comunque mi hanno strapagato».

     

    amanda lear in for your pleasure amanda lear in for your pleasure

    Nella sua vita italiana ha incontrato anche Fellini. Come è andata? «Mi ha fatto venire a Roma, sul set di un suo film. Gli sono piaciuta, ma mi ha detto che non aveva un ruolo per me. Stava cercando una donna grossa, di 300 chili e un seno enorme, una cosa mostruosa. Poi siamo andati a mangiare con sua moglie, Giulietta Masina. Insisteva che dovevo mangiare di più e continuava a ordinare piatti. 'Basta, non ce la faccio più', gli dicevo, ma lui continuava. Voleva che ingrassassi».

     

    Lei è stata a lungo la compagna di Salvador Dalì. Ci racconta un aneddoto? «Dalì era amico di Picasso, fin da quando da giovani vivevano a Barcellona e frequentavano insieme i bordelli della città. Ed erano rimasti amici anche quando Picasso era diventato comunista e Dalì era rimasto monarchico. Ogni anno si scrivevano una cartolina. Una volta dovevamo andare a New York in nave, perché Dalì non voleva volare, ed eravamo a Cannes. Gli ho detto: ma sai che Picasso abita qui vicino? Così Salvador gli ha telefonato.

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    Era molto tempo che non si vedevano, e Picasso ci ha invitato a prendere un tè. Io ero eccitatissima, coronavo il sogno della mia vita - avrò avuto 18 o 19 anni. Poi però c' è stato un sabotaggio da entrambe le parti: Dalì aveva paura che Pablo lo prendesse in giro perché aveva perso i capelli, e forse Picasso temeva i giudizi dell' amico.

    Insomma, non se ne è fatto niente.

     

    Ma la telefonata la ricordo bene: avevo immaginato che parlassero di pop art, di Andy Warhol, dell' evoluzione dell' arte moderna, invece parlavano soltanto di caz...

    e cu... Si chiedevano l' un l' altro se riuscivano ancora a eccitarsi... chi l' avrebbe detto?»

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