Marco Giusti per Dagospia
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Ci siamo. E’ già un caso. Finalmente in un film targato Walt Disney, un cartone animato totalmente per famiglie, “Strange World – Un mondo misterioso” diretto da Don Hall e Qui Ngueyn, già autori di “Moana” e “Raya and The Last Dragon”, arriva un protagonista sedicenne nero e apertamente gay.
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Con tanto di fidanzato. E la cosa non turba minimamente né la mamma nera del personaggio, doppiata in inglese da Gabrielle Union, né il padre bianco, doppiato da Jake Gyllenhall, né il vecchio nonno esploratore, un personaggio bianco ultramacho doppiato da Dennis Quaid, scomparso da venticinque anni alla ricerca di un misterioso passaggio tra le montagne. Anzi.
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Il vero scandalo, per il vecchio padre, è che il figlio voglia fare il fattore, il farmer, e non, come lui, l’esploratore, visto che tutto il film sembrerebbe puntare sulla ricerca delle radici della famiglia tradizionale americana. Che, in questo caso, diventa una famiglia multirazziale con figlio gay. E dovrebbe scoppiare. E invece no. Perché tutta la tematica della sessualità del protagonista è trattata dai due registi come assolutamente normale e quindi tenuta in tono minore.
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Il tema importante, quello almeno dichiarato, è il rispetto delle radici della nostra terra, l’ecologia, il non aggredire la natura in tutte le sue forme. La convivenza con ciò che apparentemente sembrerebbe aggressivo e negativo. Ma è evidente che dietro a quello che vediamo ci sarà stato un lavoro continuo e massacrante degli autori della Disney per non scivolare nel politicamente scorretto, nel rispetto di tutto e di tutti.
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Un labirinto di trappole da evitare. Dove il non visibile, cioè l’omosessualità del protagonista, è solo in apparenza un tema “normale” e “minore”. Ora. Non è facile raccontarvi la storia, perché siamo in una sorta di mondo distopico dove la scoperta di una sostanza ha cambiato la coltura e la vita delle persone. Proprio quando si intuisce che qualcosa sta minando dal di dentro della terra questa scoperta benefica, a bordo di una sorta di navicella comandata da una donna forte, Callisto, l’intera famiglia Clade, il giovane Ethan, il padre Searcher, e la mamma, partiranno per scoprire il problema della malattia che si sta abbattendo sulla terra e risolverlo.
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Dove? Nel centro della terra. Proprio come nel grande romanzo di Jules Verne. E’ proprio durante questo viaggio che scopriranno una sorta di nuovo mondo pieno di buffi esseri mutanti e ritroveranno il vecchio esplorato, nonno Jaeger, ritenuto scomparso e morto da anni dalla comunità e dalla famiglia stessa. Ethan, il giovane protagonista, è il tipico ragazzino pieno di vita dei film Disney, che ha già un buffo cane e si legherà a Splat, esserino gommoso alla Blob, che risolverà non pochi problemi nel viaggio.
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Don Bluth e Qui Ngueyn si sforzano di costruire finti nemici e pericoli per mandare avanti il racconto, ma il senso della storia è proprio nel non trovare nemici e risolvere tutto con la comprensione e col potere vivere insieme. Film difficile per i ragazzini, anche se ci si limita al viaggio, ai colori del mondo sottoterra, un po’ sul modello di quello delle particelle dell’Acqua Lete, va tutto bene. Anche il fatto che Ethan sia innamorato di un ragazzino del suo stesso sesso.
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E’ questa, in fondo, la parte più politica della storia, e il motivo per cui il film non sarà visto in Cina e nel mondo arabo. E si teme un flop che bloccherà per anni qualsiasi altra apertura queer alla Disney. In sé, il film, è gradevole, divertente, con personaggi molto standard. Rubano la scena Splat e il vecchio esploratore, che da noi è doppiato da Francesco Pannofino. E fa molto Boris. Da domani in sala.
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