Marco Giusti per Dagospia
SPIRIT AWARDS 2023 EVERITHING EVERYWHERE ALL AT ONCE
Ultima grande cerimonia prima degli Oscar, gli Spirit Awards del 2023, cioè i premi del cinema indipendente americano sono stati sono stati non vinti, ma stravinti con ben 7 vittorie su sette nominations, dalla potente stravaganza, come altro descriverla?, di “Everything Everywhere All At Once” scritta e diretta dai Daniels, cioè Daniel Scheinert e Dan Kwan, prodotta dall’ormai potentissima A24, la società di cinema nata proprio mentre i fondatori viaggiavano sulla nostra autostrada, con Michelle Yeoh, Jamie Lee Curtis, Stephanie Hsu, Ke Huy Quan, che vincono per miglior film, regia, sceneggiatura, protagonista, non protagonista, cioè Ke Huy Quan , miglior performance che ti sfonda il cuore, Stephanie Hsu, e miglior montaggio, cioè Paul Rogers, così prestante che gli hanno urlato “quanto sei bono” dalla platea.
SPIRIT AWARDS 2023
Daniel Kwan, uno dei due registi vittoriosi, ha detto che adesso nel cinema “si deve davvero sognare in grande”. Giusto così. Michelle Yeoh batte così le nuove star del cinema indie, Mia Goth, Taylor Russell e la pur potente Cate Blanchett di “Tar”, che porta a casa solo uno Spirit Award per la migliore fotografia. Il presentatore della serata, l’asiatico Hasan Minhaj, ha parecchio perculato “Tar”, definendolo “un film dove la peggior cosa che può capitare a una donna bianca è essere forzata a lavorare con gli asiatici… Ma potete immaginare cadere in disgrazia al punto di vivere nelle Filippine?”.
“Women Talking” di Sarah Polley con un cast tutto al femminile che va da Rooney Mara a Frances McDormand, da Claire Foy a Jessie Buckley, un film che vedremo la prossima settimana, candidato all’Oscar come miglior film, si consola con il Robert Altman Award, e il premio per il miglior ensemble di attori.
paul rogers
“Aftersun” di Charlotte Wells con Paul Mescal vince come miglior esordio dell’anno. “Tutta la bellezza e il dolore” di Laura Poitras, il Leone d’Oro a Venezia dedicato a Nan Goldin vince come miglior documentario.
Premio per la miglior prima sceneggiatura va a “Emily the Criminal” di John Patton Ford con Aubrey Plaza. Il pachistano “Joyland” di Said Sadiq, lanciato a Cannes, film di amore multigender, vince come miglior film internazionale dell’anno. Ma arriverà mai in Italia? Il premio “qualcuno da tenere d’occhio” va a “Nanny” della giovane regista afro-americano Nikyatu Jusu. Il “"Truer than Fiction" Award, va al documentario “I Didn’t See You Here" di Reid Davenport, che ci mostra i suoi viaggi sulla sedia a rotelle.
Tra le serie la più innovativa è “The Bear”, che potete vedere su Disney+, che vince anche per la non protagonista Ayo Edebiri, la assistente cuoca della bettola. Premio per la migliore protagonista di una serie va a Quinta Bruson per il già ultrapremiato ovunque “Abbott Elementary” ideato e scritto dalla stessa Quinta Bruson, che trovate su Disney +. Il cast di “Pachinko” vince il premio per il miglior ensemble interpretativo.
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Nel gioco di chi ha vinto più premi quest’anno stravince “Everything Everywhere All At Once” con 119 premi. Difficile che non vinca qualche Oscar domenica prossima. Al secondo posto con 68 vittorie troviamo “Gli spiriti dell’isola”, al terzo con 39 “Tar”, sguito das “Elvis” con 35 e da “Aftersun” con 30.
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