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    IL CINEMA DEI GIUSTI - SIGNORE DI PRATI, QUESTO È IL VOSTRO FILM. MA LASCIATE A CASA I MARITI. PERCHÉ QUESTO ROBUSTO “THE WIFE - VIVERE NELL’OMBRA”, DIRETTO DALLO SVEDESE BJORN RUNGE, INTERPRETATO DA GLENN CLOSE E JONATHAN PRYCE, È SOLO PER VOI - LUI E’ UNO SCRITTORE EBREO AMERICANO DI SUCCESSO, MA È LEI, LA MOGLIE, AD AVERGLI SCRITTO TUTTI I LIBRI IN SEGRETO. E QUANDO “LUI” VINCE ADDIRITTURA IL NOBEL… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    THE WIFE - VIVERE NELL OMBRA THE WIFE - VIVERE NELL OMBRA

    Signore di Prati, questo è il vostro film. Ma lasciate a casa i mariti. Perché questo robusto The Wife - Vivere nell’ombra, diretto dallo svedese Bjorn Runge, interpretato dalla splendida coppia Glenn Close e Jonathan Pryce, scritto da Jane Anderson, la stessa sceneggiatrice di Olive Kitteridge, e tratto dal romanzo di Meg Wolitzer, è solo per voi. Diciamo che lui, il marito, Joe Castleman, cioè Jonathan Pryce, è uno scrittore ebreo americano di successo, ma è lei, la moglie, Joan, cioè Glenn Close, a avergli scritto tutti i libri in segreto.

     

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    E quando “lui” vince addirittura il Nobel e la coppia deve andare a ritirarlo in Svezia le cose si complicano e il ruolo della moglie di “lei” diventa troppo stretto. Costruito come una commedia da Jane Anderson, che è la vera anima del film mentre il regista Bjorn Runge sembra solo un buon esecutore, The Wife offre una grande occasione ai suoi due protagonisti, soprattutto a Glenn Close, che sicuramente sogna una candidatura all’Oscar, ma devo dire che funziona anche nella sua totale antipatia lo scrittore pomposo e fanatico dipinto da Jonathan Pryce coi mille vezzi del romanziere di successo.

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    Non solo. Perché è vero che è “lei”, la moglie, a scrivere, ma è “lui”, coi suoi tradimenti e il suo carattere narcisista, a vivere la vita descritta nei romanzi firmati John Castleman, romanzi che la moglie scrive nel più totale segreto e nella più totale lontananza dalla sua vita, e allora la cosa si complica. E capiamo che siamo su un livello più alto di un banale film a effetto con la svolta femminista. E nulla è così scontato e definito, a cominciare dal rapporto fra la vecchia coppia. Si amano? Non si amano?

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    Quanto questo funziona all’interno della costruzione dei romanzi? Le signore di Prati più informate avranno di cosa discutere per ore, anche rispetto alle “Elena Ferrante” di oggi o alla coppia Trevi-Gamberale. Per rendere il tutto più credibile la storia è ambientata nei primi anni ’80 e i due si mettono assieme in un campus negli anni ’60, dove lei è una giovane allieva di lui, mal sposato con figlia.

     

    E diventa fondamentale la scena con la grande Elizabeth McGovern che le spiega bene la situazione della scena letteraria americana del tempo. Cioè che per una donna che vuole scrivere non c’è possibilità di riuscita in un mondo di maschi e allora è meglio farsi leggere comunque sotto altro nome. Ma funziona più la parte con la vecchia coppia che si scontra sul modello di Appuntamento al Plaza di Neil Simon che i flashback anni ’60.

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    Perché il film che vogliamo vedere è quello, lo scontro con continue rivelazioni fra i due. E se lui è narciso all’inverosimile, lei gode a sentirsi martirizzata. Mettiamoci anche un figlio che vuole fare lo scrittore e non viene molto considerato dal padre, una fotografa giovane che viene subito adescata dal premio Nobel, un’altra figlia che sta partorendo in America. Imperdibile a Roma Nord. Esce giovedì 4.

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