Marco Giusti per Dagospia
zoe kravitz in kimi
Bisogna cercarli bene i film, vecchi e nuovi, sulle piattaforme, perché possono esserci delle incredibili sorprese. Ieri su Amazon Prime, a pagamento (sob!) ho trovato un sofisticatissimo ma perfetto thriller diretto da Steven Soderbergh credo l’anno scorso, “Kimi”, interpretato da una favolosa Zoe Kravitz coi capelli blue che domina ogni scena del film e che qui è finalmente una vera attrice.
Scritto da David Koepp, lo sceneggiatore di almeno tre capolavori di Brian De Palma, “Carlito’s Way”, “Mission: Impossible” e “Snake Eyes”, ma soprattutto di “Panic Room” di David Fincher, offre a Soderbergh di lavorare su temi classici del cinema depalmiano, cioè hitchockiano.
locandina kimi di steven soderbergh
Non lasciatevi impressionare dalla fuffa tecnologica legata al simil-Siri-Alexia Kimi, robottino di casa che ha pure un ruolo importante nella storia, perché alla fine il meccanismo è quello, antichissimo, della bella ragazza, apparentemente indifesa, con un chiaro handicap, non riesce a uscire di casa, ha problemi a relazionarsi col mondo, ripete tutto fino a farti diventare pazzo, che diventa scomoda testimone di un delitto e rischia di essere eliminata dai cattivi.
Ma… Soderbergh prima ti fa entrare dentro la casa e la testa di Angela, la protagonista di Zoe Kravitz, e i suoi contorti meccanismi di paura e di difesa. Dà un appuntamento all’amico Terry, Byron Bowers, che abita di fronte a lei, ma poi non riesce a superare la soglia di casa (il peggio passo è quello dell’uscio dice un vecchio detto toscano), risolve tutto collegandosi su skype con la mamma col medico con la psichiatra con un collego che sta in Romania.
zoe kravitz in kimi 3
Poi chiama Terry a casa sua e lo riceve solo per scopare. Ma già mentre si riveste toglie le federe e le lenzuola perché non sopporta l’odore del sesso. E prima che può lo caccia di casa. Ovviamente siamo tutti innamorati del personaggio di Zoe Kravitz da subito.
Col suo lavoro, risolve errori di comunicazione legati proprio a Kimi, il simil Siri, entra involontariamente nel meccanismo di registrazione di una donna che è subito una chiara violenza. Invece di lasciar perdere e buttare tutto, decide di capire cosa le sia successo e scopre un vero e proprio delitto. A quel punto non solo dovrà uscire di casa, ma si renderà facilmente bersaglio degli assassini.
zoe kravitz in kimi di soderbergh
Il resto ve lo vedete. Ripeto. Apparentemente sembra uno di quei piccoli film girati o ideati nella pandemia, pochissimi attori, quasi tutti interni, ma Soderbergh lo vede invece come una prova d’autore di un genere dove poter dimostrare la sua maestria e le sue costruzioni geometriche. Inquadrature, soggettive, triangolazioni narrative con personaggi che abitano nella casa di fronte, personaggi cattivi che si scontrano con una protagonista fragile se non fragilissima.
zoe kravitz in kimi 1
De Palma+Hitchock+Fincher più il Terence Young di “Wait Until Dark” con Audrey Hepburn cieca. Lo trovate su Prime, e non capisco perché non sia uscito in sala. Se amate il cinema…
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