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    “IN ITALIA ALCUNI SALARI SONO TROPPO BASSI. È UNA SITUAZIONE NON SANA CHE VA AFFRONTATA” – IL COMMISSARIO EUROPEO AL LAVORO, NICOLAS SCHMIT, FA CAPIRE AL GOVERNO CHE È IL CASO DI APPROVARE IL SALARIO MINIMO: “AVERE STIPENDI ADEGUATI NON È SOLO UNA QUESTIONE DI GIUSTIZIA SOCIALE, MA ANCHE DI SVILUPPO” – IL MESSAGGIO AGLI IMPRENDITORI DAL BRACCINO CORTO:LA PRODUTTIVITÀ RESTA BASSA PERCHÉ I SALARI SONO BASSI, E QUESTO SPIEGA PERCHÉ L’ECONOMIA ITALIANA CRESCE COSÌ POCO DA DECENNI...


     
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    Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “La Repubblica”

     

    NICOLAS SCHMIT NICOLAS SCHMIT

    “Guardate ai vostri salari: l’Italia ha una parte enorme della sua economia dove sono troppo bassi, una situazione non sana che va affrontata. La contrattazione collettiva per molti settori non funziona e il salario minimo può essere una soluzione, dando anche una spinta a produttività e crescita”.

     

    Il commissario europeo al Lavoro, il lussemburghese Nicolas Schmit, arriva in audizione a Roma proprio mentre in Parlamento si litiga sul salario minimo, con le opposizioni che accusano governo e maggioranza di fuggire dalla loro proposta. “Non voglio interferire – dice Schmit – ma è necessario che su un problema così grande un dibattito democratico ci sia”.

     

    L’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non avere un salario minimo legale. Dovrebbe introdurlo?

    SALARIO MINIMO - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY 1 SALARIO MINIMO - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY 1

    “Non posso rispondere sì o no. La direttiva della Commissione non lo impone a nessuno, il suo obiettivo è assicurarsi che i Paesi, a prescindere dal sistema di definizione dei salari, garantiscano paghe e minimi adeguati, con una contrattazione collettiva efficiente.

     

    Guardando all’Italia ho l’impressione che non sia questo il caso, che ci siano settori troppo grandi, enormi, con salari bassi. Comparandola con un Paese dove vige il salario minimo come la Spagna, rispetto a cui la vostra economia è sotto molti aspetti in vantaggio, si vede che la differenza si sta allargando: hanno alzato il loro minimo a livelli incomparabili con certi salari italiani.

     

    Inoltre con l’inflazione i salari reali italiani sono scesi del 7-8%, cosa che non è avvenuta nei Paesi che hanno un minimo legale e che hanno cercato di aggiustarlo per mitigare – almeno – la perdita di potere d’acquisto dei lavoratori”.

     

    GIORGIA MELONI E IL SALARIO MINIMO - VIGNETTA BY MANNELLI GIORGIA MELONI E IL SALARIO MINIMO - VIGNETTA BY MANNELLI

    Sostengono molti, dagli industriali alla Banca d’Italia, che l’unico modo per garantire un incremento sostenibile dei salari è far crescere la produttività, che in Italia stagna da trent’anni. Hanno ragione?

    “Avere salari adeguati non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche di sviluppo. Da un lato infatti contribuiscono alla domanda interna, quindi se sono bassi c’è un impatto negativo sulla crescita. Avere paghe basse in molti settori poi abbassa gli inventivi delle imprese a investire in produttività, cioè in tecnologie e competenze, e questo vale soprattutto per le micro e piccole aziende dove non è facile avere una rappresentanza e una contrattazione bilanciate.

     

    Quindi sono d’accordo che la produttività è importante, ma aumentare i salari la può spingere. Arrivo a dire che la produttività resta bassa proprio perché i salari sono bassi, e questo spiega perché l’economia italiana cresce così poco da decenni: salari inadeguati sono il risultato ma anche la causa”.

    NICOLAS SCHMIT NICOLAS SCHMIT

     

    Il Cnel ha concluso che il minimo legale non è la soluzione, visto che oltre il 90% dei lavoratori è coperto da contratti collettivi con minimi più alti. Il problema sarebbe altrove, impiego a poche ore e discontinuo, lavoro nero o grigio, troppe tasse: su questo il governo si concentrerà.

    “Sono d’accordo con l’analisi, non con le conclusioni. Prendiamo il lavoro irregolare: se i salari sono bassi l’incentivo a lavorare legalmente viene meno. Quindi quelle persone accettano il nero d’accordo con il datore di lavoro, perché anche se pagati poco non versano tasse e contributi”. […]

     

    salario minimo 6 salario minimo 6

    In Italia la contrattazione copre la stragrande maggioranza dei lavoratori. Basta per dire che funziona?

    “Non funziona bene, va aggiustata. Funziona per una parte dell’economia, ma non basta dire che oltre l’80% dei lavoratori è coperto, bisogna anche guardare a come i contratti sono negoziati e rinnovati. Dico che il salario minimo può essere una soluzione, ma il sistema della contrattazione va rivisto in ogni caso”.

     

    La proposta delle opposizioni fissa il minimo a 9 euro. Sarebbe un livello corretto per l’Italia?

    “Senza dubbio bisognerebbe iniziare fissandolo a un livello ragionevole, avendo in mente dove dovrebbe, e sottolineo dovrebbe arrivare, e prevedendo dei meccanismi di aggiustamento adeguati. Non voglio dire se questa specifica proposta è buona o cattiva, ma è una proposta, l’importante è che il dibattito ci sia”. […]

     

    salario minimo 4 salario minimo 4

    Che bisogna fare? Molti dicono che con il trend della demografia è urgente rivedere le politiche migratorie aumentando il flusso di lavoratori.

    “Prima di tutto, ripeto, bisogna pagare di più. Secondo formare le persone all’utilizzo della tecnologia, in tutti i settori. Terzo, quando vedo i dati dell’Italia sulla partecipazione femminile o quelli paurosi sui giovani che non studiano ne lavoro, bisogna andare da quei gruppi e attivarli al lavoro.

     

    salario minimo 1 salario minimo 1

    Se tutto questo non basta ci vogliono politiche migratorie mirate per i settori dove la scarsità di lavoro è più grande, su questo punto la Commissione ha appena presentato un pacchetto. Ma prima servono servizi per l’attivazione, l’impiego e la riqualificazione delle persone moderni e digitalizzati, un punto su cui l’Italia - come altri Paesi - è indietro”. […]

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