1. PERCHÉ IL CRAC DELLA SVB È ANCHE UN GRAN MONITO PER LE BANCHE CENTRALI
Estratto dell’articolo di Stefano Cingolani per “il Foglio”
silicon valley bank
E adesso, le banche centrali aumenteranno ancora il costo del denaro? Il crac della Silicon Valley Bank (Svb) […] rimette in discussione la stretta monetaria e potrebbe spingere la Federal Reserve a sospendere il prossimo rincaro dei tassi d’interesse.
[…] Tra gli analisti cresce la convinzione che la Fed farà una pausa. […] Come si comporterà la Bce che giovedì dovrebbe annunciare un nuovo rialzo di mezzo punto percentuale, nonostante i dubbi delle “colombe mediterranee” guidate dalla Banca d’Italia?
JOE BIDEN
[…] Il caso Svb [...] diventa emblematico: le imprese si erano indebitate quando il credito non costava nulla e la banca si era riempita di obbligazioni a reddito fisso che rendevano bene con interessi al minimo. Ora che il vento è cambiato le aziende hanno bisogno di denaro liquido, ma la Svb per ricoprirsi può vendere solo bond che oggi valgono molto meno, creando una voragine nei propri conti.
La stretta monetaria non è un capriccio, serve per portare l’inflazione entro il tetto del 2% l’anno prossimo, ma i prezzi calano meno rapidamente del previsto [...], l’economia cresce, le aziende continuano ad assumere e aumentano i salari (più negli Usa che nella Ue), si crea così una pressione che tiene alta la febbre anche ora che i costi dell’energia e delle materie prime sono scesi in modo spesso drastico.
SILICON VALLEY BANK
L’inflazione da domanda si sta sostituendo all’inflazione da offerta. […] Questo disallineamento tra economia reale e politica monetaria può creare una reazione pericolosa spingendo le banche centrali a tirare la corda fino a provocare una severa recessione, unica condizione necessaria e sufficiente a ridurre l’inflazione. In una situazione normale. Ma lo scenario internazionale non è affatto normale […]. Una recessione in occidente avrebbe un effetto elettrizzante su Zar Vlad e King Xi. Davvero Jay Powell e Christine Lagarde non se ne rendono conto? […]
joe biden janet yellen
2. IL PESO DELLA CRISI DELLE BIG TECH LE ACCUSE INCROCIATE SUL SALVATAGGIO
Estratto dell’articolo di Federico Rampini per il “Corriere della Sera”
[…] Quando rinasce l’inflazione — fenomeno che conobbero i genitori o i nonni degli start-upper — le banche centrali devono alzare i tassi d’interesse per contrastarla. Addio al denaro che non costava niente e aiutava a finanziare i progetti arditi delle start-up con il venture capital .
vignetta di osho sui ferragnez e i palloni-spia con vladimir putin e xi jinping
Con i tassi che salgono succede un’altra cosa, automatica: i vecchi titoli a reddito fisso che rendevano poco, perdono valore perché sul mercato arrivano titoli nuovi con rendimenti superiori. Qui non ci vuole un algoritmo, è algebra da terza media. La regola implacabile si applica anche agli investimenti sicuri, i Buoni del Tesoro americano.
La Silicon Valley Bank aveva una clientela di start-up tecnologiche e si è sbilanciata a fargli credito. Quando è arrivata la crisi di Big Tech alcuni dei suoi investimenti sono andati all’aria. Ma altri investimenti erano sicuri. A differenza di Lehman nel 2008, la Silicon Valley Bank non ha investito in «finanza tossica», marchingegni sospetti. Aveva la pancia piena di Buoni del tesoro. Però un Treasury Bond emesso anni fa quando i rendimenti erano all’un per cento, vale meno oggi che lo stesso Tesoro Usa paga interessi molto superiori.
FEDERICO RAMPINI
Se una banca vive in una situazione tranquilla, può aspettare che i titoli arrivino alla loro scadenza naturale, e il Tesoro li rimborserà per il valore ufficiale. Se è costretta a venderli in anticipo per fare cassa, ci perde. Ecco il meccanismo banale di questa crisi.
[…] L’intervento di Joe Biden, della segretaria al Tesoro Janet Yellen, del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, è stato rapido e robusto perché hanno percepito il rischio del contagio. Quand’anche dovessero fallire altre banche, la Fed ha una potenza di fuoco illimitata per riportare la calma. Ogni banca centrale è «prestatrice di ultima istanza» con il dovere di garantire la stabilità del sistema del credito.
vladimir putin xi jinping a samarcanda
Quella americana ha una prerogativa in più: può stampare dollari senza limiti visto che questa moneta ha uno status «imperiale», è accettata in modo universale. Però per dedicarsi alla stabilità del sistema bancario la Fed può essere costretta a una pausa nell’altra missione, la lotta all’inflazione. I mercati si aspettano che Powell rinvii il prossimo aumento dei tassi d’interesse, nell’attesa che questa tempesta sia domata. Ci saranno polemiche politiche.
silicon valley bank
La sinistra accusa Donald Trump di avere rilassato alcune regole prudenziali varate nel 2008, esentando proprio quelle banche medio-piccole che oggi sono nell’occhio del ciclone. La destra accusa Biden di aver salvato a spese del contribuente tutti i clienti della Silicon Valley Bank, anche quelli molto ricchi (con depositi ben oltre il limite assicurato dei 250.000 dollari). Il sospetto di un trattamento di favore è legato al fatto che il mondo Big Tech della West Coast è di sinistra, finanzia il partito democratico, promuove la cultura del politicamente corretto.
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C’è lo sfondo geopolitico. Nella crisi del 2008 la dirigenza del partito comunista cinese si convinse che il capitalismo americano era un malato terminale. Xi Jinping cominciò allora la sua ascesa verso il potere, all’insegna di una restaurazione socialista, statalista e dirigista. Oggi Xi è alla riscossa: «firma» il disgelo tra Iran e Arabia, tenta di presentarsi come mediatore perfino in Ucraina. Ogni segnale di difficoltà del sistema americano è un punto a favore di Pechino.
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