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    DIRETE ANCHE DI MUGABE CHE ERA UNA BRAVA PERSONA? L’EX PADRE-PADRONE DELLO ZIMBABWE È MORTO A 95 ANNI - DOPO ESSERE STATO IL SIMBOLO DELLA LOTTA PER L’INDIPENDENZA DEL SUO PAESE, È DIVENTATO IL DITTATORE PIÙ LONGEVO DEL MONDO, LA CACCIA FURIOSA CONTRO I GAY E I BIANCHI - ATTRIBUIVA I PROBLEMI ECONOMICI DEL PAESE ALLE SANZIONI INTERNAZIONALI E SOSTENEVA CHE "SOLO DIO" POTESSE TOGLIERGLI IL POTERE - LE GIACCHE LISERGICHE E IL VIDEO DELLA CADUTA!


     
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    Francesco Curridori per il Giornale

     

     

    Ha guidato il suo Paese per quasi 40 anni. Robert Mugabe è stato prima il simbolo della lotta per l’indipendenza dello Zimbabwe, poi è diventato il dittatore più longevo non solo dell’Africa ma del mondo intero.

     

     

    Robert Mugabe: gli studi e la lotta per l'indipendenza dello Zimbabwe

    Mugabe è nato nel 1924 in una missione dei gesuiti a Kutama, a nord-ovest di Salisbury (l'attuale Harare), in quella che all’epoca era la Rhodesia Meridionale. All’età di 10 anni viene abbandonato dal padre, un carpentiere di etnia shona. Riceve dalla madre un’educazione cattolica e, dopo essersi diplomato, lascia il suo paese natio e, grazie a una borsa di studio, va a studiare scienze politiche all'università sudafricana di Fort-Hare. Qui diventa marxista e viene affascinato dalle idee di Gandhi che guida lotta per l’indipendenza dell’India.

     

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    Nel 1960 Mugabe aderisce al Partito Nazionaldemocratico (NDP), che l’anno successivo viene bandito e diventa lo ZAPU (Zimbabwe African Peoples Union). Nel 1964, in polemica con la linea “morbida” dei vertiti di questo partito, entra nello ZANU (Unione Nazionale Africana di Zimbabwe), attualmente ZANU-PF (ZANU-Fronte Patriottico). Nello stesso anno viene arrestato e trascorre 10 anni in prigione continuando a studiare e conseguendo la laurea in legge per corrispondenza all'Università di Londra.

     

    Lo ZANU viene bandito e l’allora premier Ian Smith, con una dichiarazione di indipendenza unilaterale, dà vita allo stato di Rhodesia con un governo dominato dai bianchi. Nel 1974 Mugabe esce di galera e va in esilio in Mozambico e tre anni dopo prende il contro dello ZANU, ricevendo finanziamenti e armi dall’Asia. Nel 1980, una volta ottenuta l’indipendenza, si svolgono le prime elezioni libere che decretano la vittoria di Mugabe come primo ministro e la nascita dello Stato dello Zimbabwe.

     

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    Mugabe al potere: le politiche contro i gay e i bianchi

    Nel 1982 Mugabe usa truppe provenienti dalla Corea del Nord per sedare il dissenso dello ZAPU, l’alleato di governo di coalizione. In cinque anni vengono uccisi 20mila civili di etnia Ndebele. Nel 1987 Mugabe cambia tattica e costringe, di fatto, lo ZAPU a fondersi con lo ZANU-PF, dando così vita a un partito unico e alla nascita di uno Stato autoritario. In quello stesso anno, dopo nuove elezioni, diventa presidente dello Zimbabwe, dal momento che la carica di primo ministro viene abolita. È negli anni ’80 che parte la caccia furiosa contro i gay ma soprattutto contro i bianchi che tornano in Europa o si rifugiano nel Sudafrica dove vige ancora l’apartheid. “Il nostro partito deve continuare a incutere terrore nel cuore dell'uomo bianco, il nostro vero nemico!”, gridava Mugabe che a partire dal 1997 dà il suo assenso all’esproprio delle proprietà terriere della minoranza bianca che ancora resisteva nello Zimbabwe.

     

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    Gli ultimi anni di vita: il declino di Mugabe

    Le elezioni del ’90 e del ’96 confermano Mugabe alla guida del Paese ed è in questo decennio che si fa strada l’economia di mercato. Nel ’92 muore prematuramente la sua prima moglie, Sally Hafron, mentre due anni dopo è nominato Knight Commander dell'Order of the British Empire (KBE), carica che in seguito gli sarà revocata. Nel 2000 il referendum costituzionale che gli avrebbe dato pieni poteri viene bocciato dal 54,7% dei votanti e il partito d’opposizione ottiene un discreto successo ma nel 2007 il limite di 4 mandati viene abolito.

     

    L’anno successivo ottiene il 43,2% dei voti al primo turno e l'85,5% dei consensi al secondo. In quell'occasione almeno 200 sostenitori del MDC (Movimento per il cambiamento democratico) vengono assassinati e migliaia di persone torturate.

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    Mugabe sostiene che "solo Dio" può togliergli il potere e, nel 2013 si ripresenta di nuovo, ottenendo il 61% dei suffragi (stavolta però al primo turno), un risultato contestato non solo dalle opposizioni ma anche dagli Stati Uniti e dall'Ue. Nel 2017, dopo aver trattato la resa, viene destituito ufficialmente in favore del suo ex vice presidente Emmerson Mnangagwa che ha portato avanti un golpe per impedire che la moglie di Mugabe, Grace, succedesse al marito.

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