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    IL FRITTO MISTO DEL GRUPPO MISTO - MAI COME STAVOLTA I 113 PEONES SARANNO DECISIVI IN PARLAMENTO PER L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - DIVISI TRA DI LORO E CORTEGGIATI DA TUTTI STANNO MANDANDO FUORI GIRI IL PD: “SONO INCONTROLLABILI” - QUALCUNO PENSA ALLA CANDIDATURA DI CARLO CALENDA AL COLLE - BERLUSCONI LI INSEGUE UNO PER UNO…


     
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    Mario Ajello per “il Messaggero”

     

    maria rosaria rossi maria rosaria rossi

    Nessuno ha i numeri per ora e nessuno li avrà per salire sul Colle, se la variabile impazzita chiamata Gruppo Misto, partitone centrista-sinistrese-destrorso-grillesco-sudtirolese e pampero (eletti all'estero, vedi Argentina) più spruzzata di No Vax e di Italexit (i tre di Gianluigi Paragone), non si mette d'accordo con se stesso e con gli altri e se la maionese resta liquida e impalpabile pur essendo soda come una corazzata di 66 deputati e 47 senatori (113 in tutto, quarto gruppo parlamentare) e non decide di decidere come muoversi nella votazione più importante della vita repubblicana.

     

    clemente mastella e la moglie sandra lonardo foto di bacco (2) clemente mastella e la moglie sandra lonardo foto di bacco (2)

    «Ognuno farà di testa sua», dice Sandra Lonardo Mastella, «e sarà una bella ammuina nella grande ammuina generale». «Io comunque voterò per Berlusconi», incalza la senatrice ex azzurra così come nel Misto vengono da Forza Italia anche Mariarosaria Rossi e Michaela Biancofiore. E quest' ultima confida: «Quando me ne sono andata dopo 28 anni dal partito di Berlusconi, lui l'unica cosa che mi ha chiesto è se lo avrei votato al Quirinale. Che cosa triste... E comunque, a Berlusconi do il 50 per cento di possibilità, ce la può fare con l'aiuto di Renzi che è un furbacchione».

     

    tabacci tabacci

    IL FRITTO Di fatto Silvio sta monitorando uno per uno quelli del Gruppo (fritto) Misto e ne studia gusti, bisogni, ambizioni. Crede poterne conquistare almeno la metà (una cinquantina), e se forse esagera forse anche no. Quel che è certo è che questa terra di tutti e di nessuno che è il Misto, questa sorta di purgatorio di impresentabili e di menti raffinate (alla Camera c'è Tabacci, tanto per dire, ma c'è anche l'ex ministro grillino Fioramonti che sarebbe capace, dicono gli amici, anche il voto per il compianto Rodotà-tà-tà pur di aggiungere la sua briciola di caos alla babele del voto quirinalizio più imprevedibile della storia italiana), sta facendo girare la testa al Pd e mandando in allarme il Nazareno, così: «Se tutti i gruppi sono incontrollabili - dicono chez Letta - il più incontrollabile di tutti i gruppi è il Gruppo Misto e non siamo a una lotteria, la solita lotteria del Colle, ma a una roulette russa».

    lorenzo fioramonti lorenzo fioramonti

     

    Fino a un certo punto però. Il voto per il Capo dello Stato è l'occasione, nel Misto, non solo per garantirsi la poltrona in questa legislatura («Ah, davvero i miei colleghi votano Draghi perché non scioglie le Camere? Noi ex stellati faremo invece un blocco anti-Draghi perché con lui al Colle sarebbe un presidenzialismo di fatto») ma anche per disegnare strategie elettorali per il futuro prossimo, ovvero per il voto del 2023.

     

    michaela biancofiore foto di bacco (1) michaela biancofiore foto di bacco (1)

    A quell'appuntamento guardano gli ex 5Stelle che infatti stanno per uscire dal Misto per fare gruppo a se al Senato con 12 iscritti e poi si presenteranno alle elezioni a forza di slogan anti-Conte e anti-Di Maio e c'è tra loro chi propone: «Perché non candidiamo al Colle il Dibba, e così intorno a questa candidatura ci inventiamo un nostro protagonismo politico per il bene degli italiani?».

     

    VAI CON CARLO Più consistente, se davvero si sta preparando, sarebbe la strategia dei centristi da Gruppo Misto. Anche lì: trovare un candidato di bandiera, per lanciare un gruppo autonomo e poi un partito di area moderata e liberale, post-berlusconiano. Ecco il progetto di Coraggio Italia (che al Senato con la guida di Paolo Romani ha trovato i 3 membri mancanti per fare gruppo a sé e lo farà con l'argentino Merlo e altri eletti all'estero) e da quelle parti c'è chi azzarda: e se candidassimo Calenda al Colle, almeno come nome di bandiera e per sottolineare che nel mondo riformista e innovatore le cose si stanno muovendo e c'è tanta tela da tessere con no senza Renzi?

     

    PAOLO ROMANI PAOLO ROMANI

    Insomma, ribolle il Misto e non vuole perdere la chance di esserci e di contare. Perché uno vale uno nei voti per il Quirinale e insieme e separati i 113 di questa maionese impazzita vogliono far impazzire tutti gli altri partiti che già di per sé non hanno disegni e non hanno king maker, non sanno da dove e come cominciare questa partitissima del dopo Mattarella e se incartamento sembra essere almeno per ora, la carta del Gruppo Misto è insieme quella decisiva e quella più adatta a stropicciare tutto.

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