Claudio De Carli per “il Giornale”
DANI ALVES BARCELLONA
Torna al Barcellona? Ma per giocare? Disastro, il Barça non sa più dove mettere le mani, e non sa neppure dove stia andando a sbattere con il suo miliardo di debiti, nono in campionato con 17 punti in 12 giornate a 11 dalla Real Sociedad, una complicata qualificazione agli ottavi di Champions e un gruppo di giovani talentuosi che però non fanno squadra.
Dopo il crollo con il Rajo Vallecano Ronald Koeman ha pagato per tutti, dentro il mito incommensurabile Xavi Hernandez, prima mossa alla ricerca del passato al grido salvateci se avete un cuore. Si parla di Iniesta come totem al fianco di Xavi e ora ufficiale il ritorno di Dani Alves, uno che ha vinto tutto, anche cose che non erano in palio.
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Nel corso della sua carriera ha conquistato quarantaquattro trofei, il giocatore più decorato della storia del calcio, due Coppe UEFA, una Supercoppa, una Coppa del Re, una Supercoppa di Spagna, sei campionati spagnoli, quattro Coppe del Re, quattro Supercoppe di Spagna, tre Champions League, tre Supercoppe UEFA, tre coppe del mondo per club, un campionato italiano, una Coppa Italia, due campionati francesi, una Coppa di Francia, una Coppa di Lega francese, due Supercoppe di Francia, un campionato Paulista, un campionato mondiale Under-20, due Coppe America e due Confederations Cup, un oro olimpico. Con un solo particolare, il 6 maggio ha compiuto 38 anni.
Il comunicato ufficiale del Barcellona è un mix fra eccitazione e disperazione: «FC Barcelona e Dani Alves hanno raggiunto un accordo di principio per il giocatore di unirsi alla prima squadra di calcio per il resto della stagione in corso. Il brasiliano si unirà agli allenamenti dalla prossima settimana ma non potrà giocare fino a gennaio. Il club annuncerà tutti i dettagli durante la sua presentazione ufficiale come nuovo giocatore dell'FC Barcelona».
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Il dettaglio che precisa Dani Alves come giocatore non è trascurabile, il calcio sta andando verso calciatori giovani, rampanti e vogliosi di scrivere il futuro, corsa e ingaggiumani, ma Dani Alves guadagnerà poco, precisano al Barça, è qui per dare sfogo al suo cuore.
Due milioni per sei mesi? Cifra al ribasso, a lui i soldi hanno sempre messo i brividi, dal San Paolo se n'è andato per questione di quattrini, dopo una stagione considerata pietosa col dieci sulla schiena ma utilizzato da esterno d'attacco ai ritmi bassi del campionato brasiliano, giusto per poterlo schierare.
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Da noi c'è stato una stagione, 33 presenze e sei reti, ha fatto in tempo a prendersi un campionato, una frattura composta del perone sinistro, e quando ha lasciato la Juventus con chiusura anticipata del contratto, ha tirato una sciabolata a Beppe Marotta, uno che ai soldi ci pensa, aveva un ingaggio da 3,5 milioni a stagione, al Paris gliene davano otto e mezzo, scelta di cuore.
Il ragazzo si è fatto valere anche per le sue uscite da mente pensante, e nessuno ha mai messo in dubbio le sue qualità nel sapersi vendere bene, a Dybala aveva consigliato di andarsene se voleva progredire, lo voleva al Psg, a Maradona ha rinfacciato l'inconsistenza di un improbabile paragone con Lionel Messi, quanti Palloni d'Oro ha vinto?
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Dimenticando che ai tempi i calciatori sudamericani erano fuori lista nelle votazioni. Con Josè Mourinho grande rispetto a parole: Ma lui mi teme, ha detto, perché sa che conosco i suoi metodi per screditare gli avversari. E quando è stato celebrato il giusto ha subito trovato la strada per apparire ancora più grande: La squadra è più importante di me.
Poi quando ha lasciato il Barcellona si è girato e ha detto fra i denti: Vi mancherò! È tornato, in una Liga che al momento dell'addio aveva criticato aspramente: In Spagna c'è molto razzismo, mi chiamavano scimmia perché facevo paura agli avversari, ma dopo un po' ho smesso di darci peso, sono solo un bravo ragazzo pazzo senza disciplina ma con un senso unico della responsabilità.
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E adesso rimette l'azulgrana, da mesi lanciava messaggi di amore e voglia di indossarla nuovamente ma i benpensanti hanno subito individuato la vera ragione che lo ha spinto a tornare in Europa. Dani Alves ha la pretesa di riprendersi anche la maglia del Brasile persa ai tempi per dare spazio a Maicon Douglas, oggi ritiratosi, non lui. L'Europa e un club che gli dia nuova visibilità sono il volano giusto per rimettersela e disputare il mondiale in Qatar.
Impresa non impossibile, realizzabile se il suo ritorno dovesse coincidere con una ascesa anche sotto traccia del Barcellona che ha una buona squadra e non merita comunque la classifica attuale. Aveva giurato che sarebbe tornato, per una questione di cuore naturalmente, e quando ha visto il club in difficoltà, senza più la bandiera Messi da sventolare, ha capito che c'era il varco giusto per farlo, ha iniziato a lanciare messaggi e ha rescisso anticipatamente il suo contratto con l'amato San Paolo.
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Joan Laporta si è commosso, al Barça oggi c'è bisogno di tutti, anche del monumento Dani Alves che aveva detto torno, non so con quale incarico ma sono sicuro che torno. E forse neppure lui ci sperava in questo modo. Torna? Ma per giocare?
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