Carlo Bertini per "la Stampa"
MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME
Enrico Letta è tornato per vincere le elezioni nel 2023, con il Pd avanti nei voti rispetto ai 5stelle: in modo da poter esprimere il premier, che nulla toglie possa essere lui stesso. Ecco in pillole la strategia del neo-segretario dem. «Chi deciderà la leadership della coalizione? Gli elettori, quindi chi prende più voti», risponde a Giovanni Floris, su La7, senza poter nascondere un fremito nel vedere un sondaggio in cui il ticket con lui e Conte è in testa nel gradimento rispetto a quello Salvini-Meloni. Ma per vincere, Enrico Letta non potrà certo contare sull' aiuto di Matteo Renzi.
Passo indietro. Campo neutro, la sede romana dell' Arel, il pensatoio battezzato da Nino Andreatta, ore 9,30. Un caffè, qualche convenevole, «i tuoi figli come stanno, ma ora quanti anni hanno?» «E i tuoi dove studiano?». Ma dopo tre battute così e due sul Pisa falcidiato in serie B, i due restano ognuno sulle sue: al punto che «non si può parlare di disgelo o rappacificazione», dicono dalle parti di Letta, «perché le categorie personali non sono consone al momento».
RENZI LETTA
Bene, quindi grande freddo e palla al centro. Quella sì, appunto, visto che sul calcio il pisano e il fiorentino qualcosa si son detti: Letta ha fatto notare i torti arbitrali subiti dal Pisa in B pure domenica scorsa.
La sola emozione tradita.
Gli ultimi della lista per un duello a tu per tu erano i due Mattei, Salvini e Renzi. Il primo, Letta se lo è tenuto per ultimo, lo vedrà forse già domani. L' altro, che gli soffiò il posto nel 2014, l' ha rivisto appunto ieri dopo sette anni di gelo: e non è stata proprio - come si dice - una passeggiata di salute. «Non so se sia stato dulcis...» dice Renzi poco dopo su La7. «Come è andata?
Alla grande», dice in serata Letta, in vena di battute.
LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI
Sul piano politico la questione ridotta all' osso è questa: non sono d' accordo su niente, tranne su una cosa, il governo Draghi. Sulle elezioni d' autunno, Renzi lancia l' idea di candidare la sindaca di San Lazzaro di Savenna, Isabella Conti, anche per far breccia ad una donna in gara, ma Letta non dice nulla: ha sul tavolo i dossier con 21 tra capoluoghi di regione e di provincia, il puzzle è quantomai complesso.
«A Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli, M5s celebra un fallimento. Fossi nel Pd non farei l' accordo con i 5Stelle». Chiude ogni porta il leader di Iv, anche sul piano nazionale ed è questo il punto. «Con Enrico - racconta lo staff del leader Pd - c' è un forte elemento di divergenza, nel rapporto con i 5stelle di Conte, anche se hanno imboccato la via dell' europeismo, quella di forza di governo e istituzionalizzata».
IL PASSAGGIO DELLA CAMPANELLA TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI
Accordi dunque tra i due, nessuno, men che meno su Roma: Renzi voterebbe Calenda, Letta deve decidere se calare la carta Gualtieri: ma il tempo stringe e Zingaretti gli continua a dire no, «perché non posso mica lasciare la Regione in pieno caos sui vaccini». A Letta interessava una prima verifica su quanto largo possa essere il suo centrosinistra. Dicendo no a M5s, Renzi ne resterà fuori. Se il suo disegno sarà costruire un centro con Berlusconi, Calenda e +Europa ancora non si sa, serve prima capire se resterà questa legge elettorale.
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