Carlo Macri per il “Corriere della Sera”
Spiaggia di Paola
Era al suo primo giorno di vacanza il maresciallo Antonio Carbone, 56 anni, morto per un malore dopo un diverbio in spiaggia con una famiglia di vacanzieri, non ancora identificati, forse cosentini. Il sottufficiale dell'Arma aveva rimproverato due di loro perché avevano gettato in mare i mozziconi di sigaretta. Un semplice: «Non si buttano le cicche in acqua, ci sono i posacenere!». Tanto è bastato per mandare su tutte le furie due degli uomini della famiglia che hanno iniziato a inveire contro il carabiniere, gridandogli contro parole offensive e ingiurie.
Il maresciallo colpito da quella reazione spropositata si è alzato dalla sdraio e ha cercato di far capire che il suo era solo un modo garbato per invitarli a mantenere pulita l'acqua del mare. Per tutta risposta lo hanno invitato a farsi gli affari suoi. L'indole del carabiniere a un certo ha preso il sopravvento e il maresciallo si sarebbe anche qualificato nel tentativo di porre fine a quel diverbio che stava degenerando. Per nulla intimoriti, i due hanno continuato a gridargli contro frasi minacciose.
Antonio Carbone
Solo l'intervento di altri frequentatori della spiaggia ha riportato la calma e la famiglia che ha aveva acceso i diverbio si è allontanata dalla spiaggia. Il sottufficiale, invece, è ritornato sotto il suo ombrellone. Tutto sembrava tranquillo ma ad un tratto la moglie lo ha visto perdere conoscenza. La donna ha chiesto subito aiuto agli altri bagnanti che hanno tentato di rianimarlo, mentre poco dopo è arrivata l'ambulanza del 118. L'intervento dei medici è stato tempestivo, ma il carabiniere è morto durante il trasporto in ospedale. Forse per un arresto cardiaco.
Antonio Carbone 2
Sarà ora l'autopsia a chiarire le cause del decesso. Gli agenti del commissariato di Paola hanno sentito vari testimoni e stanno cercando di identificare i componenti della famiglia protagonisti del diverbio con il maresciallo. Originario della Calabria Antonio Carbone prestava servizio al Nord. Il fratello Vincenzo lo ricorda su Facebook: «È morto un calabrese, un maresciallo dei carabinieri nell'esercizio delle "sue funzioni". Mio fratello voleva solo difendere il mare di Paola dalla ignoranza violenta e barbara di un clan di bagnanti che lo stava distruggendo».
Qualche giorno fa, a pochi chilometri di distanza, la ricercatrice Beatrice Orlando, era stata pestata a sangue da una famiglia di Napoli, perché stava dando da mangiare a dei cani randagi.