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    “PAMELA E’ STATA MUTILATA CON ORRORE. MOLTI ORGANI NON SI TROVANO PIÙ” - LA PERIZIA DEL MEDICO LEGALE: “E’ SPARITA UNA PARTE DELL’ORGANO SESSUALE E IL COLLO. LA RAGAZZA E’ MORTA PER FERITE DA TAGLIO SUL TORACE O PER OVERDOSE” - ECCO LA RICOSTRUZIONE DEGLI ULTIMI GIORNI DELLA RAGAZZA 


     
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    Valeria Di Corrado Silvia Mancinelli per “il Tempo”

     

    PAMELA MASTROPIETRO CON LA MADRE ALESSANDRA VERNI PAMELA MASTROPIETRO CON LA MADRE ALESSANDRA VERNI

    Uno scempio che non si riserva nemmeno alle bestie. Il corpo di Pamela e stato «deturpato completamente», «smembrato in vari pezzi con grossi strumenti da taglio», «mutilato» in più punti: testa, torace, mammelle, bacino, monte di venere, mani, riducendo in due parti braccia e gambe.

     

    I vari pezzi del cadavere, dopo essere stati completamente dissanguati e lavati con «sostanza a base di cloro», sono stati infilati in due valige. Secondo l’accusa sostenuta dal pm Stefania Ciccioli della Procura di Macerata, guidata da Giovanni Giorgio, sarebbe il nigeriano di 29 anni Innocent Oseghale, in concorso con un altro suo connazionale (identificato, ma non ancora arrestato), l’autore di questa atrocita.

    INNOCENT OSEGHALE INNOCENT OSEGHALE

     

    Un’operazione da chirurgo dell’orrore che si e spinta fino al punto di asportare organi e porzioni di tessuti, e che lascia ancora aperti tanti interrogativi. Il collo della vittima non e stato infatti ritrovato nei due trolley, cosi come pare manchino all’appello anche parte degli organi genitali.

     

    PAMELA «DEPEZZATA» PER SBARAZZARSI DI LEI

    «La presenza in compagnia di Pamela Mastropietro poco prima della sua morte, le tracce ematiche rinvenute nell’appartamento di Innocent Oseghale, la disponibilita del corpo depezzato e contenuto nelle valige, nonche l’assenza di ogni spiegazione alternativa», secondo il giudice delle indagini preliminari Giovanni Manzoni, sono sufficienti per giustificare la sua custodia cautelare in carcere.

    PAMELA MASTROPIETRO CON LA MADRE ALESSANDRA VERNI PAMELA MASTROPIETRO CON LA MADRE ALESSANDRA VERNI

     

    «Le offese inferte al corpo della ragazza (depezzamento, scarnificazione, sezionamento di parti di derma e muscolatura e seni) appaiono finalizzate - spiega l’ordinanza di convalida del fermo - al suo successivo occultamento e non alla distruzione dello stesso, dato che era evidente che i resti del cadavere, abbandonati lungo una strada in due valige e in prossimita di un’abitazione, sarebbero stati prima o poi rinvenuti».

    INNOCENT OSEGHALE INNOCENT OSEGHALE

     

    MORTA PER OVERDOSE O ACCOLTELLATA

    Quanto alla causa della morte di Pamela, secondo le prime conclusioni depositate dal medico legale Antonio Tombolini al pm, sono due le ipotesi: «intossicazione acuta da xenobiotici per via endovenosa probabilmente indotta e/o ferita da punta e taglio alla parte bassa della porzione postero-laterale destra del torace».?

     

    Questa seconda ipotesi al momento non si può verificare con certezza perché il depezzamento ha reso difficile quantificare l’entità dell’emorragia. Per la Procura Oseghale ha ucciso la diciottenne romana colpendola in più punti con una mannaia, per poi smembrare il suo cadavere. Tuttavia il gip ritiene che dai primi esiti dell’esame autoptico «non ci sono gravi indizi di colpevolezza» sul reato di omicidio. Considerata la «possibilità di morte per overdose suggerita dall’evidenza delle tracce di agopuntura rinvenute sul polso sinistro, dalla ricerca di stupefacente da parte della vittima e dall’acquisto di una piccola siringa, dal fatto che la giovane era da oltre tre mesi in comunità e pertanto disassuefatta all’uso di stupefacente, con correlata maggiore possibilità di overdose».

    LA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO LA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO

     

    LA NOTTE PASSATA CON UN ITALIANO

    Nelle 11 pagine dell’ordinanza del gip, c’è anche una ricostruzione dettagliata dei tre giorni intercorsi tra la fuga di Pamela dalla comunità Pars di Corridonia e il ritrovamento del suo cadavere in due trolley nella zona industriale di Pollenza. Lunedì 29 gennaio la diciottenne, con la sua valigia rosso e blu al seguito, senza soldi né cellulare, si allontana dal centro nel quale si trovava dal 18 ottobre 2017 per problemi di tossicodipendenza e disturbi di personalità.

     

    INNOCENT OSEGHALE INNOCENT OSEGHALE

    Verso le 13, mentre percorre la strada che va verso il paese, incontra un italiano, F.M., al quale chiede un passaggio in macchina. La ragazza gli racconta che viene da Roma, si trova in zona perché convive con un ragazzo di Monte San Giusto, ma che vuole tornare nella sua città. Dalle dichiarazioni rilasciate dall’uomo ai carabinieri del comando provincia- le di Macerata, al comando del colonnello Michele Roberti, sembra che i due abbiano passato la notte insieme, a casa di lui. L’indomani Pamela gli avrebbe chiesto dove potesse trovare della droga. Non sapendo darle un’indicazione precisa F.M. la lascia alla stazione dei treni di Piediripa.

     

    IL TASSISTA: «LI HO VISTI ENTRARE IN CASA»

    pamela mastropietro pamela mastropietro

    A questo punto si innesta il resoconto fatto agli investigatori da uno dei due teste "chiave" di questa vicenda: un tassista peruviano, che riferisce ai militari di aver fatto salire la ragazza sul suo taxi alla stazione di Macerata e di averla lasciata intorno alle 9,50 ai giardini Diaz (una piazza nel centro della città dove solitamente si concentrano gli spacciatori e dove già Oseghale era stato arrestato per spaccio dalla polizia).

     

    Durante il tragitto Pamela gli racconta che viene da Roma e che aveva litigato col suo fidanzato. Verso le 11 lo stesso tassista la incontra di nuovo, casualmente, nella farmacia di via Spalato, dove lui era entrato per comprare dei medicinali per i suoi figli e la ragazza per acquistare una siringa (come testimoniato dal titolare e dalle telecamere interne della farmacia, che riprendono Pamela con indosso un pellicciotto smanicato grigio e pantaloni attillati bordeaux, indumenti poi ritrovati dai Ris chiusi in sacchetto nell’armadio del nigeriano).

    pamela mastropietro pamela mastropietro

     

    Uscendo dal negozio, il peruviano la vede incamminarsi con un giovane di colore ed entrare al civico 124. Davanti ai militari, che gli mostrano alcune foto identificative, riconosce il volto di Innocent Oseghale. «Si perdeva poi ogni traccia della giovane dalle 11 del 30 gennaio fino alle 9 del 31 gennaio, quando a Pollenza veniva segnalata la presenza di due valige a lato della provinciale e la Polizia municipale accertava che contenevano tracce di resti umani, poi risultati appartenere alla Mastropietro».

    pamela mastropietro pamela mastropietro

     

    «NON VOLEVA TOCCASSI QUELLE VALIGE»

    «Dalle indagini emergevano ulteriori schiaccianti elementi in ordine al ruolo di Oseghale», si legge nell’ordinanza del gip. La seconda testimonianza che ha dato una svolta all’inchiesta viene da un altro extracomunitario, originario del Camerun, che si prestava a fare il tassista abusivo. Ha raccontato agli investigatori che alle 22 di martedì 30 gennaio era stato chiamato da Innocent Oseghale per andare a Tolentino. Una volta arrivato sotto la sua abitazione in via Spalato, il nigeriano «scendeva con due valige che curava di caricare personalmente, rifiutando l’aiuto che gli avevo offerto», ha riferito il camerunense.

    INNOCENT OSEGHALE INNOCENT OSEGHALE

     

    Sulla via per Tolentino avrebbe ordinato all’autista – come quest’ultimo ha riferito ai carabinieri del reparto ope- rativo al comando del tenente colonnello Valter Fava – di svoltare per Pollenza e poi di accostare. «Ha scaricato le due valige a bordo strada e poi mi ha detto di tornare a Macerata». Il camerunense, incuriosito, dopo aver riaccompagnato Innocent a casa, sarebbe tornato sul posto per vedere se le valige erano ancora lì. Quando l’indomani ha saputo del ritrovamento del cadavere della ragazza, è andato prima in Questura e poi in caserma.

     

    SANGUE PERSINO NELLA LAVATRICE

    I carabinieri del Ris che gio- vedì hanno esaminato la scena del delitto, hanno riscontrato nella mansarda di via Spalato «tracce ematiche nel terrazzo, nel cestello della lavatrice in cucina, su un piumone bagnato steso sul terrazzo, sul manico di una mannaiae–minimali – sul manico di un coltello riposto nel portaposate».?«Risultavano poi evidenti – si legge nelle carte – tracce di lavaggio sul pavimento di tutte le stanze dell’appartamento, così come tracce di sostanze ematiche».

     

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