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    DOV’È SARA PEDRI? IL MINISTERO DELLA SALUTE HA INVIATO GLI ISPETTORI PER INDAGARE SULLA SCOMPARSA DELLA GINECOLOGA 31ENNE DI FORLÌ SPARITA DA 4 MESI. DOPO AVER LASCIATO IL LAVORO ALL'OSPEDALE "SANTA CHIARA" DI TRENTO - IL CELLULARE DELLA DONNA È STATO RITROVATO IN MACCHINA E DIVERSE COLLEGHE HANNO DESCRITTO IL CLIMA LAVORATIVO DA INCUBO, CON UMILIAZIONI CONTINUE - DALLE PRIME INDAGINI È EMERSO CHE IL PRIMARIO DEL REPARTO DOVE LAVORAVA…


     
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    Michela Allegri per “il Messaggero”

     

    Nessuna notizia ormai da quattro mesi, il cellulare ritrovato dentro alla sua macchina abbandonata, che ha squillato senza sosta, mentre nessuno rispondeva. Di Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni originaria di Forlì, sparita dal 4 marzo scorso dopo essersi dimessa dall' ospedale Santa Chiara di Trento, non si sa più nulla.

     

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    E adesso, mentre la Procura indaga sulla sua scomparsa, per fare chiarezza scende in campo anche il ministero della Salute, che ha ufficialmente inviato gli ispettori nel nosocomio, dopo le denunce di diverse colleghe di Sara che hanno descritto un clima da incubo, con vessazioni e umiliazioni continue, e con le dottoresse - la Pedri compresa - portate allo sfinimento. Arriveranno a Trento il 6 luglio. Gli inquirenti dovranno stabilire se, come si sospetta, ci sia un collegamento tra le dimissioni e la scomparsa avvenuta a distanza di qualche ora. Il timore dei familiari è che la giovane possa avere compiuto un gesto disperato.

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    LE DIMISSIONI

    Intanto ieri il direttore generale dell' Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, Pier Paolo Benetollo, ha rimesso il proprio mandato nella mani dell' assessora alla Salute Stefania Segnana e della Giunta provinciale. È infatti emerso che il direttore del reparto dove lavorava Sara sarebbe stato riconfermato nel suo incarico proprio da Benotello, all' insaputa del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ha detto di essere stato informato tardivamente e a cose fatte.

     

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    Le dimissioni di Benetollo saranno ora oggetto di valutazione da parte dell' esecutivo provinciale, che per il momento ha assicurato «la piena operatività del direttore generale anche alla luce dell' importanza del settore sanitario in una fase così delicata», ha precisato la Provincia con una nota. «Fin dall' inizio della vicenda della scomparsa della ginecologa Sara Pedri - ha detto Fugatti - la Provincia ha richiesto chiarezza e il dottor Benetollo ha informato l' assessorato di una situazione della quale assessorato e Giunta non erano a conoscenza. Questa informazione tardiva riguarda il fatto che il 7 giugno scorso, all' interno di una serie di delibere che l' Azienda sanitaria ha approvato, ce n' è una in cui vi sono una decina di rinnovi di incarichi di medici dell' Azienda sanitaria. Tra questi c' è anche il rinnovo del direttore dell' Unità di ginecologia e ostetricia dell' ospedale Santa Chiara di Trento». Secondo Fugatti, «questo è un segno della massima chiarezza che noi abbiamo subito chiesto all' Azienda sanitaria fin dall' inizio della vicenda».

     

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    INDAGINE INTERNA

    Otre all' inchiesta della Procura e all' ispezione del Ministero, sul caso dell' ospedale Santa Chiara è al lavoro anche la commissione d' inchiesta interna dell' Azienda sanitaria, nominata da Benetollo e che ha già sentito una parte del personale sanitario del reparto di ginecologia. Anche la Procura di Trento, nel frattempo, ha sentito decide di testimoni. Gli inquirenti stanno anche aspettando i risultati degli accertamenti fatti sul telefono della ginecologa, trovato nell' auto della donna, lasciata nei pressi del ponte sul torrente Noce, in Val di Non.

     

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    «Ringrazio tutte le persone che ho incontrato e con cui ho parlato, che chiamo gli Angeli di Sara - ha detto la sorella della dottoressa, Emanuela Pedri - Persone che con amore, coraggio, tenacia e dedizione hanno fatto sì che si potesse raggiungere un altro importantissimo traguardo, ossia l' invio della commissione esterna da parte del ministero della Salute. Un sentito grazie al ministro Roberto Speranza e a tutto il suo team».

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