• Dagospia

    IL MISTERO DELL’ITALIANO SCOMPARSO IN BURKINA FASO: L’ARCHITETTO PADOVANO LUCA TACCHETTO E LA SUA AMICA CANADESE ANDAVANO AL PARCO DI SINDOU - NON SI PUÒ ESCLUDERE CHE SI SIANO IMBATTUTI IN QUALCHE GRUPPO JIHADISTA…


     
    Guarda la fotogallery

    luca tacchetto luca tacchetto

    Andrea Priante per il Corriere della Sera

     

    C' è una strada che attraversa il mistero della scomparsa dell' architetto padovano Luca Tacchetto e della sua amica canadese Edith Blais. È una striscia sterrata che si infila tra la polvere e l' erba alta fino ai Pics di Sindou, a 50 chilometri dalla città di Banfora: una specie di canyon circondato da pinnacoli di pietra che costituiscono una delle principali attrazioni turistiche del Burkina Faso.

     

    È laggiù, in quella che viene chiamata la regione delle Cascate, che potrebbero essere spariti i due amici partiti dal Veneto in auto il 20 novembre per un lungo viaggio on the road che li ha portati a fare tappa in Francia, Spagna, Marocco, Mauritania, Mali e, il 15 dicembre, a Bobo-Dioulasso, la seconda città più grande del Burkina Faso. Avrebbero poi dovuto raggiungere il Togo per collaborare come volontari alla costruzione di un villaggio. Invece da quel giorno le famiglie hanno perso ogni contatto.

    luca tacchetto luca tacchetto

     

    Quella sera Nunzio Tacchetto ha ricevuto sul telefonino una foto e un breve video inviati da suo figlio Luca. Nel selfie, l' architetto e l' amica sono seduti a tavola nella casa di un francese conosciuto pochi giorni prima e sposato con una burkinabé. Il filmato, spedito poco prima della mezzanotte, mostra invece ciò che hanno fatto dopo la cena: la coppia e il francese sono al «Bois d' ebene», locale piuttosto in voga a Bobo-Dioulasso. Ed è da quel momento, con le immagini che scorrono sulle note dei Sada Ba, una band nel luogo, che si perdono le loro tracce.

     

    Le famiglie, dall' Italia e dal Canada, fanno ciò che possono per stimolare le ricerche.

    Una guida locale è riuscita a rintracciare il francese col quale hanno trascorso la serata. «Si chiama Robert - spiega Paolo Rizzi, che per conto dei Tacchetto si sta interessando al caso - e viene descritto come una brava persona. Ha raccontato di aver consigliato ai due ragazzi di visitare un parco naturale».

    Anche per Nunzio Tacchetto si tratta di una ricostruzione plausibile: «In effetti Luca aveva scritto a sua madre di voler andare a vedere qualcosa del genere».

     

    luca tacchetto luca tacchetto

    Qualche elemento in più lo fornisce Matteo Koffi Fraschini, un giornalista freelance che vive a Lomé, in Togo. «Sono riuscito a parlare con la guida - racconta - che però vuole mantenere l' anonimato.

    Ha saputo che i due ragazzi volevano andare a Sindou, probabilmente per visitarla.

    Qualcuno ha notato la loro auto a Banfora e quindi pare siano spariti nel tratto che dal capoluogo porta alle famose pietre».

     

    Lì ci sono diverse strade sterrate, secondarie, immerse in una regione a maggioranza musulmana. «Non si può escludere che si siano imbattuti in qualche gruppo jihadista - ammette Fraschini - che potrebbe aver interesse a sequestrare degli occidentali non tanto per ottenere un riscatto, quanto per lanciare un messaggio al governo, dimostrando l' instabilità del territorio».

    luca tacchetto luca tacchetto

     

    La tesi del sequestro è sostenuta anche da Patrick Gagnon, un imprenditore canadese che vive in Africa e che si è lanciato alla ricerca della connazionale e del giovane italiano: «È molto verosimile che i due siano stati rapiti», ha detto al quotidiano Le Soleil . Le sue indagini, però, lo portano lontano dai pinnacoli rocciosi di Sindou. «Sono stati visti a Zimarè, a 50 chilometri dalla capitale Ouagadougou, intorno al 22 dicembre», assicura, per poi aggiungere che potrebbero aver attraversato il confine illegalmente «anche se quella sta iniziando a essere una zona un po' a rischio».

    luca tacchetto luca tacchetto luca tacchetto 3 luca tacchetto 3

     

    luca tacchetto 2 luca tacchetto 2

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport