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    IL MISTERO SUGLI ULTIMI ISTANTI DI VITA DI JULIA ITUMA E IL GIALLO DELL’ULTIMO MESSAGGIO DELLA PALLAVOLISTA ITALIANA PRECIPITATA DA UNA FINESTRA A ISTANBUL. I MEDIA TURCHI: “HA SCRITTO “STO POCO BENE, ADDIO” NEL GRUPPO WHATSAPP DELLA SUA SQUADRA, L’IGOR NOVARA. LA SOCIETÀ REPLICA: “NOTIZIA FALSA” – IL COMPAGNO DI SCUOLA CHE HA RICEVUTO L’ULTIMA TELEFONATA DA JULIA E IL MESSAGGIO ALLE COMPAGNE: “SONO PREOCCUPATO, NON È TRANQUILLA” (I MESSAGGI SONO STATI LETTI SOLO ALL’ALBA)


     
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    Estratto da lastampa.it

     

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    È mistero sugli ultimi minuti della pallavolista italiana Julia Ituma e sulle sue condizioni psicologiche e di salute la sera prima della morte nel Volley Hotel di Istanbul. Il quotidiano turco Hurriyet che ricostruisce l'ultima serata della giocatrice sostiene che Julia avesse detto alle compagne di squadra e all'allenatore di non stare bene, e avrebbe poi scritto «Addio» nel gruppo WhatsApp della squadra prima di precipitare dal sesto piano della sua stanza d'hotel.

     

    «Notizia falsa», smentisce però da Novara Giuseppe Maddaluno, addetto stampa della Igor con cui Julia Ituma era in trasferta. «Nessuna delle sue compagne ha ricevuto un messaggio di addio, né ha scritto “Arrivederci” sul gruppo WhatsApp della squadra». Di certo – al momento – c’è solo che la sua compagna di stanza, la spagnola Lucia Varela Gomez, ha dichiarato: «Abbiamo parlato fino all’1,30. Poi ho dormito. Sono stata informata la mattina che era caduta».

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    Le pressioni e le telecamere dell’hotel

    Sulla vicenda la procura di Roma ha aperto un’inchiesta. I magistrati vogliono capire che cosa sia accaduto, e far luce su una storia ancora avvolta da molte ombre.

    Julia Ituma è rimasta per più di un’ora, tra le 22,30 e le 23,50, tra i corridoi dell'albergo. Poche ore prima della morte. La squadra italiana aveva appena perso 3-0 la semifinale di ritorno di Champions League con l'Eczacibasi Dynavit Istanbul.

     

    Le immagini delle telecamere mostrano Julia mentre cammina a lungo, sola e con passo lento, immersa nei suoi pensieri, prima di accovacciarsi a terra, la testa appoggiata alle gambe, accanto alla sua camera, al sesto piano del Volley Hotel. Quando si rialza, l’atleta, 19 anni da ottobre, fa uno stretching veloce, come se le si fosse addormentata una gamba tenendo a lungo quella posizione innaturale. Prima di entrare in camera, un ultimo sguardo al cellulare, che è stato sequestrato dalla polizia turca: dai tabulati risulta un uso prolungato del telefonino nella ore precedenti la morte.

     

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    L’AMICO DELL’ULTIMA TELEFONATA A JULIA ITUMA

    Estratto dell’articolo di Pierfrancesco Catucci per corriere.it

     

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    Dal registro delle chiamate è emerso che nelle ore precedenti aveva parlato a lungo con un ragazzo di Novara, uno studente dello stesso liceo privato che frequentava quest’anno dopo il quadriennio all’istituto tecnico industriale «Ettore Conti» di Milano. Di fatto, nelle ore successive, il ragazzo non è più riuscito a parlarle.

     

    E, dopo diversi tentativi di rimettersi in contatto con lei, ha cominciato a contattare le sue compagne di squadra. Un messaggio privato su Instagram ad alcune di loro, tra cui anche Varela Gomez, per avere notizie di Julia, chiedere aiuto a rimettersi in contatto con lei ed esprimere loro la sua preoccupazione per non averla sentita tranquilla.

     

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    Messaggio letto all’alba di ieri, quando tutta la squadra è stata svegliata dopo il ritrovamento del corpo senza vita della giocatrice da parte di alcuni operai, la cui attenzione era stata attirata da un paio di scarpe chiare apparentemente abbandonate ai piedi dell’albergo. Sotto choc tutta la delegazione novarese, rientrata alle 19.40 di ieri in Italia. Capo chino e volti addolorati per le ragazze e lo staff del club che aveva fatto esordire in serie A1 Julia, in prestito dalla Savino del Bene Scandicci (che ieri sera ha conquistato la Coppa Cev, l’equivalente dell’Europa League del calcio, e ha annullato tutti i festeggiamenti). La predestinata della pallavolo italiana l’anno prossimo avrebbe dovuto vestire la maglia di Cuneo, dove avrebbe avuto la possibilità di giocare con più continuità e proseguire il proprio percorso di crescita con Massimo Bellano, l’allenatore che l’aveva accolta al Club Italia e che l’aveva allenata anche nelle Nazionali giovanili.

     

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