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    COGNATINO DI RITORNO – GIANCARLO TULLIANI, QUELLO DELLA FAMOSA CASA DI MONTECARLO, TORNA A ROMA PER UN PROCESSO CONTRO GAUCCI E SI METTE A FRIGNARE – “SONO STATO OGGETTO DI UN LINCIAGGIO MEDIATICO, HANNO DISTRUTTO LA MIA IMMAGINE, MI HANNO PEDINATO” - “TUTTO PER COLPIRE MIO COGNATO FINI CHE EBBE L’ARDIRE DI DISSENTIRE DA BERLUSCONI”


     
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    Martino Villosio e Luca Rocca per Il Tempo

    gianfranco fini elisabetta tulliani gianfranco fini elisabetta tulliani

     

    Dallo scandalo della casa di Montecarlo son trascorsi 5 anni. Il fantasma di Giancarlo Tulliani, il famoso «cognato» di Gianfranco Fini, è tornato ad aggirarsi ieri nell’aula del tribunale di Roma dove si sta celebrando un processo per diffamazione intentato contro Luciano Gaucci, l’ex di sua sorella Elisabetta, reo di aver parlato male di lui in una trasmissione tv. Un’udienza transitoria dopo quella che ha visto Tulliani difendersi dall’accusa di Gaucci di «non essere una cima» e di ave fatto un po’ di guai quando faceva il dirigente di calcio della Viterbese, di proprietà di Lucianone.

     

    Quello che segue è lo sfogo virgolettato di Tulliani che nell’argomentare i motivi della causa intentata a Gaucci, torna per la prima volta, incidentalmente, su quanto accaduto nel 2010 (il che fai mi cacci? a Berlusconi e la casa di Montecarlo).

    giancarlo tulliani giancarlo tulliani

     

    RESIDENZA A MONACO

    Nel dichiarare le proprie generalità al giudice, Tulliani conferma di essere tuttora «residente a Monaco». Il Pm gli rammenta le accuse che Gaucci gli rivolse all’Infendele di Gad Lerner («un ragazzo un po’ strano, dove va fa guai, cerca di arrangiarsi, protetto dai genitori e dalla sorella. Questa cima non la vedo. Quando ho capito che non funzionava gli ho tolto tutto») e Tulliani non ci sta: inizia dal suo rapporto con Gaucci che era «strettamente legato al ruolo» che ricopriva, a titolo gratuito, nella Viterbese Calcio di Gaucci, «una supervisione (…).

     

    Ero un dirigente (…). Il mio rapporto con lui, parliamo del 1999, era legato a qualche telefonata, un resoconto della giornata (…). Da lì a quando se n’è uscito con queste dichiarazioni pubbliche (nel 2010, ndr) non ho avuto più a che fare con lui (…)». Quella in tv «era un’uscita del tutto gratuita».

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    PEDINATO E LINCIATO

    Tulliani aggiunge: «Sono stato (…) oggetto di un linciaggio mediatico (…), hanno distrutto la mia immagine, la mia personalità, la mia figura a livello umano, professionale. Sono stato usato per colpire politicamente il nemico con giornali, televisioni, ricerche, pedinato”. Al che il pm chiede chi fosse questo «nemico». E Tulliani: «Mio cognato, che all’epoca era presidente della Camera (…). Lui ha avuto l’ardire di dissentire all’epoca dal signor Berlusconi (…), quindi hanno utilizzato tutti i mezzi leciti e illeciti per distruggere me, la mia famiglia».

    GIANCARLO TULLIANI GIANCARLO TULLIANI

     

    Ma il giudice lo riporta sui binari: «Ora noi stiamo parlando di Gaucci», e il ragazzo: «Io penso che faccia parte proprio di questo quadro, perché in una trasmissione dove si parla di società di Berlusconi, tirarmi fuori per identificarmi come quello che non sono, mi sembra proprio che coincida con quel quadro diffamazione che ho subìto».

     

    KILLERAGGIO

    E chiosa amaro: «E’ stato un killeraggio mediatico». Poco più in là Tulliani si dice speranzoso che «venga riconosciuta giustizia» perché «almeno posso dire con certezze che quelle cose» erano state dette «perché avranno avuto il loro buon tornaconto». A questo punto il pm chiede se la frase di Gaucci «gli ho tolto tutto» significasse che loro due avessero un rapporto di lavoro, ma Tulliani nega: «Non ero stipendiato, non avevo ruoli operativi», aggiungendo che fu lui a lasciare la Viterbese.

    giancarlo tulliani giancarlo tulliani

     

    Il cognato di Fini si sente vittima, ritiene di essere stato «messo nel tritacarne», tanto che chiunque vada su internet a leggere notizie sul suo conto, si imbatte nella «figura di un mostro». Il pm insiste: «Gaucci scrive “dove va fa guai”, quindi c’è stato qualcosa nella sua condotta?». Tulliani nega ancora: «Assolutamente nulla, io sono incensurato, non ho mai avuto reati».

     

    CRESTA SUI GIOCATORI

    La parola passa al difensore di Gaucci, che a Tulliani chiede che carica ricoprisse nella Viterbese calcio «Vicepresidente», è la risposta. Ancora l’avvocato: «Con questa carica ha avuto rapporti con il direttore sportivo Ernesto Talarico?». E Tulliani: «Avevo i rapporti che può avere una persona che incontri sul luogo di lavoro, mai avuto a che fare col suo tipo di ruolo».

     

    fratelli_tulliani - ELISABETTA E GIANCARLO fratelli_tulliani - ELISABETTA E GIANCARLO

    Ancora il legale: «Ha mai conosciuto la signora Barbara Del Duca?». Tulliani risponde: «Era la segretaria di Gaucci». L’avvocato sferra l’attacco: «È a conoscenza del fatto che in una circostanza è stata fatta ascoltare una registrazione di una telefonata ove lei proponeva al signor Talarico di vendere dei giocatori della Viterbese ad un prezzo differente da quello ufficiale?».

     

    Tulliani sbotta: «Ennesima falsità (…). Questo signor Talarico (…) si è sentito così illuminato dal dover dire che io in una registrazione avrei detto che un giocatore…io l’ho letto dal giornale (…). Chiedendogli al giornalista, questo nastro che fine ha fatto? Misteriosamente questo signore ha detto: “Mi è stato sottratto, non so dove, non so quando”. Quindi la prova di tutto ciò non c’è». Al che il legale chiede: «Lei è stato allontanato dalla vicepresidenza all’esito di questo episodio?”.

    GAUCCI GAUCCI

     

    Ma il cognato di Fini non rammenta bene: «No, no, io me ne sono andato, all’epoca non mi ricordo, però sono passati dieci anni, francamente il dettaglio non me lo ricordo». Ancora l’avvocato: «È a conoscenza del fatto che altre persone avrebbero ascoltato questo nastro?», e Tulliani replica ancora: «Non lo so. Io ho appreso dal giornale questa notizia e mi sono indignato».

     

    COMPRAVENDITE IMMOBILIARI

    A questo punto il legale domanda: «Che attività lavorativa esercitava nel 2010, nel momento del fatto per il quale lei ha fatto querela?». Tulliani prima risponde «sì sì, io lavoro all’estero», e quando il legale chiede se anche all’epoca dei fatti lavorasse oltreconfine, Tulliani conferma: «Sì sì». E di cosa si occupa, ribatte il difensore di Gaucci? «Di compravendite immobiliari». «Anche ora?», «Tuttora, certo, all’estero».

    gaucci, eli e giancarlo tulliani gaucci, eli e giancarlo tulliani

     

    FINI E BERLUSCONI

    La parola passa al giudice, che a Tulliani chiede da dove possa nascere l’esigenza di Gaucci di attaccarlo. Tulliani risponde: «Non capisco da dove poteva nascere (…). C’è stata la rottura con mio cognato all’epoca, che era il presidente Fini, con Berlusconi». A questo punto il giudice chiede se dietro le accuse di Gaucci ci fossero «ragioni politiche che vanno al di là» della sua persona, e Tulliani prima parla di «un disegno di diffamazione che è cominciato, coincidenza temporale, nel 2010» e poi aggiunge: «Immagino di sì». Dunque, domanda il giudice, Gaucci “era legato a un’altra cordata politica?”. E Tulliani: «Se Gaucci, per dire quelle cose, ha avuto il suo bel tornaconto, io non lo so. Lo posso immaginare».

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