Daniele Sparisci per il “Corriere della Sera”
Facce scure al rientro, certe sconfitte lasciano il segno. Spengono i sogni Mondiali e accendono i riflettori su una nuova realtà. In Ferrari non si aspettavano una botta così: la ripresa del campionato in Belgio avrebbe dovuto rappresentare un nuovo inizio, offriva la possibilità di dimostrare una crescita della squadra sotto ogni aspetto dopo una prima parte di calendario piena di occasioni buttate via.
binotto leclerc
Secondo i calcoli di Mattia Binotto 105 punti erano stati persi, di cui 80 per l'affidabilità. Mai però era mancata la sicurezza di avere fra le mani una macchina competitiva su ogni pista, facile da mettere a punto, e anche da evolvere. Capace di tenere testa alla Red Bull o di batterla su differenti circuiti: quelli di accelerazioni e ripartenze (Bahrein e Austria) e quelli con i curvoni veloci (Silverstone), quelli lenti come Montecarlo dove senza il pasticcio strategico Leclerc avrebbe vinto a spasso. Il dominio di Max Verstappen a Spa - e anche di Perez -, con la Rossa costretta ad arrendersi senza poter lottare, pur avendo realizzato la pole con Sainz, rappresenta qualcosa di inedito e di inquietante.
BINOTTO LECLERC
Anche per il futuro di un gruppo costantemente sotto esame da parte della presidenza, a cominciare dallo stesso Binotto. L'unico a metterci sempre la faccia, comunque, e già impegnato nel progetto 2023 «in fase avanzata di definizione». Il Mondiale è andato, l'obiettivo ora è conquistare quanti più successi di tappa possibili. Basteranno alla conferma del team principal?
È tutto nelle mani di John Elkann e dell'a.d. Benedetto Vigna, i quali tacciono. A Maranello sono preoccupati della forza della Red Bull, e pure i promoter della F1 che rischiano di assistere nelle prossime gare a un monologo dell'olandese, se il suo ritmo sarà quello di domenica. Lui non ci crede: «Non penso che avrò tanto margine, Spa si adattava perfettamente alle caratteristiche del nostro mezzo. Mi aspetto altre battaglie ravvicinate con la Ferrari». E lo stesso pensa Binotto: «Il Belgio amplifica il divario».
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Questo fine settimana si correrà a casa di Max, a Zandvoort nella bolgia arancione, su un «pistino» di poco più di 4 chilometri con curve sopraelevate, molto esigenti per le gomme, e pochi punti per superare. Da medio-alto carico, favorevole alla Ferrari. Sarà una verifica fondamentale sulla capacità di reazione, dal Gp olandese si capirà se la batosta delle Ardenne è stata il frutto di un errore di valutazione, dell'aver preso una direzione sbagliata nella scelta delle configurazioni aerodinamiche, in particolare delle altezza da terra.
Se è stato un incidente di percorso o qualcosa di molto più rilevante, se la Red Bull grazie ai più recenti aggiornamenti, di telaio e di motore, ha preso il largo. Due indizi non sono una prova, ma fanno riflettere: Verstappen ha vinto per due volte di fila in rimonta (in Ungheria partiva decimo, a Spa 14°) e per due volte - in condizioni climatiche differenti - la Ferrari è andata in crisi nella gestione degli pneumatici. A Leclerc non è servito utilizzare il nuovo ibrido, quello che dovrebbe fare la differenza a Monza. L'esame degli esami.
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