GARBAGNATI AL TG4 UN MESE FA: ''NON MI INTERESSA COSA DICE L'OMS. TUTTI DEVONO INDOSSARE MASCHERINE, SUBITO''
1. L'ONCOLOGO GARBAGNATI: IL DISASTRO DELL'OMS ORMAI È CHIARO A TUTTI, NON SOLO A ME. UN ENTE SOGGIOGATO ALLA CINA CHE HA DIFFUSO LINEE GUIDA FOLLI CHE HANNO CAUSATO ANCORA PIÙ MORTI. E IN ITALIA TUTTI AD ADEGUARSI…
DAGO-INTERVISTA
francesco garbagnati mascherine
Torniamo a parlare con il dottor Francesco Garbagnati, oncologo dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che per primo in Italia lanciò l'allarme sulla necessità di indossare tutti delle mascherine, anche fatte in casa (ma fatte bene e con i materiali giusti) e soprattutto, per primo ha rotto il silenzio dei medici e delle istituzioni italiane, schierandosi apertamente contro l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Dottore, come mai questa sua critica così forte all'OMS?
Ho assistito incredulo alle prime conferenze stampa dei suoi vertici, non credevo alle mie orecchie. Il presidente dell'istituzione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il 28 gennaio scorso incontra Xi Jinping a Pechino, e il giorno dopo in conferenza stampa dice che in Cina va tutto bene, e si diceva soprattutto preoccupato per i paesi che non hanno i sistemi sanitari in grado di rispondere al coronavirus. Ma come? Abbiamo visto che nessuno era pronto per il coronavirus, neanche i paesi più ricchi e attrezzati.
Avrebbe dovuto mandare un messaggio più forte?
Ma io dico, Ghebreyesus torna da un paese che ha appena isolato oltre 40 milioni di persone nella regione dell'Hubei, un paese il cui presidente si è mostrato con la mascherina a colloquio con i vertici del governo, e non dice al mondo di predisporre piani simili, né di dotarsi di dispositivi di protezione, di separare i pronto soccorso normali da quelli Covid-19, e così via?
Cosa l'ha spinta a parlare in pubblico?
francesco garbagnati mascherine
Le folli linee guida dell'OMS: dire che le mascherine non doveva portarle nessuno se non gli operatori sanitari – e solo quelli che avevano in cura malati di coronavirus, cosa ancor più folle visto che già si sapeva che molti contagiati erano asintomatici. Per questo prima ho contattato la Rai, ma nessuno mi ha dato ascolto, e poi Mediaset: al Tg4 e a ''Stasera Italia'' ho spiegato che tutti dovevano proteggere se stessi e gli altri con mascherine, anche fatte in casa.
Eppure l'OMS ancora oggi ha ribadito che le mascherine vanno usate solo se si ha a che fare con malati accertati, in contesti sanitari
L'OMS è in ritardo, probabilmente non vuole ammettere i suoi clamorosi errori che hanno peggiorato il contagio e dunque il numero dei morti. Sono felice che molti colleghi, da Crisanti a Rezza fino a Burioni, ormai abbiano abbandonato ogni timore e parlino apertamente del disastro compiuto da questa organizzazione. L'articolo del Wall Street Journal spiega anche le ragioni geopolitiche che ci sono dietro, e che molti di noi conoscevano già: il presidente etiope Ghebreyesus deve il suo posto (e forse la prossima presidenza del paese) al sostegno della Cina, che in Etiopia ha investito miliardi di dollari di fatto ''comprandosi'' il controllo economico e politico di una intera nazione.
Ma gli altri dirigenti dell'OMS non potevano fare qualcosa?
GHEBREYESUS XI JINPING
Lei ha sentito il numero due, Mike Ryan, e la numero tre, Maria Van Kerchove, e i messaggi che hanno mandato in queste settimane? Errori sulla letalità e sul fatto che solo gli anziani potevano morire di questo virus. Ancora un mese fa non erano in grado di dare direttive chiare sugli asintomatici sulla durata dell'isolamento che deve rispettare chi invece ha avuto sintomi. Non hanno fatto altro che peggiorare la situazione.
E in Italia?
In Italia Walter Ricciardi si sarebbe dovuto opporre alle direttive dell'OMS, di cui fa parte, e applicare quello che la comunità scientifica stava capendo anche senza i potenti mezzi di Ginevra. In questo il povero Conte non ha responsabilità: ha fatto quello che gli esperti suggerivano. Solo che questi esperti si sono trincerati dietro linee guida che si sono rivelate letali.
Però se oggi si va al supermercato, non c'è una singola persona senza mascherina, anche del tipo fatto in casa
Per fortuna gli italiani sono più saggi e più previdenti di chi li governa.
WHO sempre più deludente. Mah. https://t.co/En08BLGZ8M
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) April 7, 2020
2. TRUMP ATTACCA L'OMS, 'CENTRATA SU CINA, HA SBAGLIATO'
GHEBREYESUS XI JINPING
(ANSA) - L'Organizzazione mondiale della sanità "ha sbagliato. Finanziata in larga parte dagli Stati Uniti è per qualche motivo Sino-centrica. Fortunatamente ho respinto il loro consiglio di tenere aperti i confini alla Cina all'inizio. Perché dare una raccomandazione così sbagliata?". Lo twitta Donald Trump, assicurando che guarderà attentamente all'Oms e ai finanziamenti americani.
3. IL WALL STREET JOURNAL CONTRO L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (OMS)
TEDROS ADHANOM GHEBREYESUS
“Di tutte le istituzioni internazionali, l’Oms dovrebbe essere quella meno politicizzata, dal momento che la sua missione primaria è quella di coordinare gli sforzi internazionali contro le epidemie e fornire un onesto orientamento alla salute pubblica. Se invece diventa solo la Linea Maginot politicizzata contro le pandemie, allora è più che inutile e non dovrebbe ricevere più finanziamenti dagli Stati Uniti”.
E’ la conclusione choc di un editoriale del Wall Street Journal a latere della pandemia Covid-19 contro l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms).
Una conclusione dal sapore trumpiano quello dell’editoriale del quotidiano finanziario americano del gruppo che fa capo a Rupert Murdoch.
Non solo: il quotidiano statunitense attacca frontalmente il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, ritenendolo “responsabile della maggior parte degli errori commessi dall’Oms in questa epidemia”.
Ecco tutti i dettagli.
COME IL WSJ ATTACCA L’OMS
walter ricciardi
Il Wall Street Journal auspica dunque una riforma dell’Oms: “La pandemia di coronavirus offrirà molte lezioni su cosa fare meglio per salvare più vite e fare meno danni economici la prossima volta. Ma una cosa è già certa: per far sì che le future pandemie siano meno letali bisogna riformare l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)”, si legge nell’editoriale sul ‘Wall Street Journal’, che in proposito ricorda come la settimana scorsa il senatore della Florida Rick Scott abbia chiesto un’indagine del Congresso sul “ruolo dell’Agenzia delle Nazioni Unite nell’aiutare la Cina a coprire le informazioni riguardanti la minaccia del coronavirus”, avanzando un’istanza per sospendere i finanziamenti all’Oms. “Il marciume all’Oms – prosegue duro l’editoriale – in realtà va oltre la ‘combutta’ con Pechino, ma questa vicenda è un buon punto di partenza”.
IL RUOLO DELLA CINA
“L’epidemia di coronavirus – ricostruisce l’editoriale del WSJ – è iniziata in Cina, a Wuhan, probabilmente in autunno, forse a novembre, e ha poi accelerato nel mese di dicembre. E, secondo la piattaforma digitale economica cinese Caixin Global, i laboratori cinesi avevano sequenziato il genoma del coronavirus entro la fine di dicembre, ma i funzionari cinesi hanno ordinato di distruggere i campioni e non pubblicare le loro ricerche. Il 30 dicembre il dottor Li Wenliang ha lanciato un allarme ai collegi cinesi, e alcuni giorni dopo le autorità locali lo hanno accusato di mentire e di arrecare grave disturbo all’ordine pubblico”.
GIOVANNI REZZA
CHE COSA DICONO A TAIWAN
“Funzionari taiwanesi hanno avvertito l’Oms il 31 dicembre – prosegue la ricostruzione del WSJ – di aver avuto prove che il virus potesse essere trasmesso da uomo a uomo. Ma l’agenzia dell’Onu, ‘inchinata’ di fronte a Pechino, non ha invece una buona relazione con Taiwan. Dunque il 14 gennaio l’Oms ha twittato: ‘Le indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare della trasmissione da uomo a uomo”. E ha impiegato un’altra settimana per invertire questa ‘disinformazione'”.
LE COLPE DELL’OMS
“Il 22 e 23 gennaio il comitato di emergenza dell’Oms – ricorda il WSJ – ha discusso se dichiarare Covid-19 ‘emergenza sanitaria globale’. Il virus si era già diffuso in diversi Paesi, e fare tale dichiarazione avrebbe preparato meglio il mondo. Avrebbe dovuto essere una decisione facile, nonostante le obiezioni di Pechino. Eppure il direttore generale Tedros Ghebreyesus – si osserva nell’editoriale – ha rifiutato di farla ed è volato in Cina. Alla fine l’emergenza globale è stata dichiarata il 30 gennaio, perdendo una settimana di tempo prezioso, con il forte sospetto che il viaggio a Pechino fosse più di carattere politico che incentrato sulla salute pubblica. Intanto il Dg dell’Oms si congratulava con il governo cinese per le misure straordinarie adottate, per l’assoluta trasparenza tenuta da Pechino, la velocità con cui ha sequenziato il genoma del virus e lo ha condiviso con l’Oms e con il mondo”.
L’ATTACCO AL DG
ANDREA CRISANTI
“La pandemia è stata dichiarata solo l’11 marzo”, ricorda ancora il Wall Street Journal, criticando anche altri statement diffusi nel tempo dall’Oms. Ma l”affondo’ del quotidiano statunitense è un attacco personale a Tedros Ghebreyesus, ritenendolo “responsabile della maggior parte degli errori commessi dall’Oms in questa epidemia” e affermando che “è un politico più che un medico”. E ancora: “come membro del Fronte di Liberazione del Popolo Tigray, di sinistra, è arrivato ad essere nominato ministro della Salute e poi degli Esteri dal governo autocratico dell’Etiopia”. Il WSJ fa notare anche che, “dopo aver assunto la carica di direttore generale dell’Oms nel 2017, ha cercato di far nominare il dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe come ambasciatore di buona volontà dell’Organizzazione Onu”.
LE ACCUSE DI ECCESSO DI FILO-CINA VERSO L’OMS
roberto burioni
Il WSJ si chiede poi: perché l’Oms “sembra molto più spaventato delle ire di Pechino che di quelle di Washington? Solo il 12% dei contributi assegnati all’Oms dagli Stati membri proviene dalla Cina, laddove gli Stati Uniti contribuiscono con il 22%. Gli americani nominati all’Oms in genere sono leali – sostiene il quotidiano Usa – mentre i cinesi mettono gli interessi cinesi al primo posto o comunque subiscono l’influsso di Pechino”. Dunque, secondo il WSJ, “gli Stati Uniti avranno molti alleati nel tentativo di riformare l’Oms”. Non a caso il vicepremier giapponese ha chiamato l’Oms ‘Organizzazione cinese della sanità’ e, secondo quanto riferito, il primo ministro britannico Boris Johnson sta ripensando i rapporti tra Regno Unito e Cina per la mancanza di trasparenza dimostrata in questa epidemia”.