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    IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - CI ERA SFUGGITA LA NOTIZIA DELLA MORTE DELLA PIÙ GRANDE STAR DEL CINEMA TURCO DI SEMPRE, IL LEGGENDARIO E ANCORA POPOLARISSIMO CUNEYT ARKIN, 85 ANNI – SUPER-IDOLO NAZIONALISTA, NOTO COME “IL SUPERMAN DELLA VIA DELLA SETA”, UN MISTO UN FILO PIÙ CAFONE DI BELMONDO-DELON-MASTROIANNI, ATTORE, MA ANCHE REGISTA, SCENEGGIATORE, PRODUTTORE, IN QUALCOSA COME 300 FILM. SPARAVA COME GIULIANO GEMMA, LOTTAVA CON ALIENI E ZOMBI E FACEVA IMPAZZIRE LE RAGAZZE TURCHE COL CIUFFO ALLA MAL… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Imbambolati dal troppo caldo e dall’incontro di Draghi e Di Maio a casa Erdogan, ci era sfuggita la notizia della morte, il 28 giugno, della più grande star del cinema turco di sempre, il leggendario e ancora popolarissimo Cuneyt Arkin, 85 anni, super-idolo nazionalista, noto come “Il Superman della Via della Seta”, un misto un filo più cafone di Belmondo-Delon-Mastroianni, attore, ma anche regista, sceneggiatore, produttore, in qualcosa come 300 film.

     

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    Di qualsiasi genere, romantici, karate, kung fu, western, supereroi, horror, avventurosi, politici, dove Cuneyt Arkin, che per la distribuzione estera si firmava a volte George Arkin, faceva acrobazie a cavallo, forte della sua esperienza al circo Medrano, menava alla Bruce Lee, conosceva sette arti marziali, sparava come Giuliano Gemma, lottava con alieni e zombi e faceva impazzire le ragazze turche col ciuffo alla Mal che da vecchio era diventato bianco.

     

    La maggior parte dei suoi capolavori venne girata in cinque anni, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, “Giravo film in sette, otto giorni. Spesso era il regista, lo sceneggiatore e l’attore”. Ha detto.

     

    I personaggi dei suoi film, Battal Gazi, il Commissario Kemal, Malkoçoglu, diventano presto noti in tutto il paese. All’estero, ovviamente, il suo film più noto è quello più trash, il folle “The Man Who Saved The World”, noto anche come “Turkish Star Wars”, girato a Goreme in Anatolia, dove se la vede con gli invasori spaziali per salvare la Terra. Il suo vero nome era Fahrettin Cureklibatik.

     

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    Era nato l’8 settembre 1937 in un villaggio nella regione di Eskisehir da una famiglia modesta. Si laurea in medicina e sposa, ancor giovane una collega medico, Guler Mocan, che gli darà una figlia. Chiamato al servizio militare, conosce un regista che gli aprirà le porte del cinema, Halit Refig, che lo vuole per un ruolo in un film, “Safak Bercoleri”, che gli verrà vietato dai suoi superiori. Ma finito il servizio militare, dal 1964 in avanti, si dedicherà anima e corpo al cinema lasciando perdere la carriera di medico.

     

    I primi film sono “Hulki Saner” di Turker Inanoglu, “Gurbet Kuslari” di Halit Refig, 1964, dove capisce quale sarà il suo ruolo nel cinema. Verso la fine degli anni ’60 è già una star, è protagonista della coproduzione turco-libanese “Besatesli Kadin” diretta nel 1968 da quel Faruk “Frank” Agrama, il regista e produttore egiziano che troveremo poi faccendiere nell’acquisto dei film americani di Berlusconi.

     

    Nel 1968 divorzierà dalla moglie. Si risposerà nel 1970 con Betul Isil, per divorziare anche da lei neanche un anno dopo, tra problemi pesanti di dipendenza dall’alcol. Che supererà. E  risposerà Betul Isil nel 1972 e sarà un matrimonio duraturo, con tanto di altri due figli e nipoti.

     

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    Ormai star popolare del cinema turco di genere, nel 1972, quando la giunta del 12 marzo, per motivi politici, deciderà di tigliere il meritato premio per il miglior film, il Golden Boll, al celebre regista Ylmaz Guney, lo rifiuterà, dicendo: “No, non posso accettare. Questo premio appartiene al grande regista Ylmaz Guney”. Sempre nel 1972 gira il primo dei film western turchi realizzato con la regia del nostro Guido Zurli parte a Cinecittà e parte in Turchia, “Cowboy Kid” (“Kuçuk Kovboy”). È uno dei film turchi più popolari degli anni ’70, prodotta dalla Erler Film, di propietà del regista e magnate Turker Inanoglu, una specie di Berlusconi turco, proprietario di tv, case editrici, ecc.

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    “Fu veramente una superproduzione”, ricordava Zurli, “Una troupe cinematografica turca venne a Roma per effettuare le riprese nel villaggio della Elios sulla Tiburtina. Protagonista era il piccolo Ilker Inanoglu, figlio di cinque o sei anni del produttore. Veramente un piccolo grande attore che avevo diretto già in un altro film, Un bambino terribile.

     

    tre supermen contro il padrino. tre supermen contro il padrino.

    Ma il protagonista era il noto attore Cuneyt Arkin, che in Turchia era molto considerato. Vennero ingaggiati un paio di attori italiani, Alan Steel e Evelyn Stewart e, soprattutto Pascal Petit, che quando arrivò ad Istanbul ebbe un’accoglienza trionfale, degna di una diva famosa. Le riprese vennero effettuate in massima parte nella valle di Cappadocia, nei pressi di Goreme e Urgup”.

     

    Negli anni ’70 il cinema popolare turco segue da vicino i rapidi cambiamenti di genere delle produzione italiane e internazionali.

     

     

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    Così Cuneyt Arkin passa dal film di kung fu, uscito anche in Italia, “Che carambole… ragazzi” diretto da Natuk Baytan nel 1976, con Franca Gonella e Alberto dell’Acqua, probabilmente coprodotto da Joe D’Amato come Dany Film, a “Kamurat, il ribelle dell’Anatolia” codiretto da Baytan e dall’austriaco Ernst Hofbauer. Gira pure follie come “Ninja Killer”, “Lion Man”, “The Magic Man”, “The Two Headed Giant”.

     

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    Ma il titolo più incredibile è per la coproduzione italo-turca prodotta e diretta dal Italo Martinenghi “Tre Supermen contro il Padrino” nel 1979, dove i tre Supermen sono Sal Borgese, Nick Jordan alias Aldo Canti, uno stuntman strepitoso che farà una brutta fine in Italia nel 1990, e Kuneyt “George”Arkin, mentre il Padrino è lo spagnolo Aldo Sambrell. Attenti invece a “Kriminal Porno”, film drammatico del 1979, girato da Melih Gulgen col titolo “Insanlari seveceksin”, che in Italia viene tagliato e infarcito di scene porno per giustificare il titolo sporcaccione.

     

    Compaiono anche film seri, come “The Mine” del 1978. Negli anni ’80, anche se non con la quantità degli anni precedenti, Cuneyt Arkin è ancora molto attivo nel cinema di genere, grazie al successo del fantascientifico “Dünyay? Kurtaran Adam”, noto come “The Man Who Saved the World” o “Turkish Star Wars”, diretto da Cetin Inanc, “Wild Blood”, “Zombie 66: The Mega Death Punch” di Cetin Inanc, 1983. Molto amato dagli spettatori, Arkin alterna il cinema alla tv, comparendo in parecchie serie fino a oggi, ma il suo periodo d’oro è quella della pura exploitation filo-occidentale degli anni ’60 e ’70. 

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