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    IL NUOVO FORTINO DELLA DROGA A ROMA ERA A SANTA PALOMBA, DOVE COMANDAVANO DUE GRUPPI CRIMINALI GUIDATI DA ALESSANDRO FAINA E ALESSANDRO FABENI - FABIOLA MORETTI, EX COMPAGNA DI ANTONIO MANCINI DETTO "ACCATTONE" DELLA BANDA DELLA MAGLIANA, ERA IMPEGNATA A REPERIRE DROGA PER ENTRAMBI I GRUPPI, ANDANDO A COMPRARLA A NAPOLI - L'INTERCETTAZIONE MENTRE DISCUTE DEL PAGAMENTO DEGLI STUPEFACENTI CON LA SUA INTERMEDIARIA CHE CHIEDE SUBITO IL DOVUTO: "I SOLDI MICA NASCONO SUGLI ALBERI. ADESSO DEVI PIGLIARE QUESTI 4.500 MA NOI SABATO TI ABBIAMO PORTATO I SOLDI. DACCI IL TEMPO DI FARLI!"


     
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    fabiola moretti fabiola moretti

    1 - DROGA, NASCE IL TERZO POLO: A CAPO L'EX DELLA MAGLIANA

    Camilla Mozzetti per "il Messaggero"

     

    Un fortino della droga che presta il nome all'ultima operazione dei carabinieri, diretti dalla Direzione distrettuale antimafia, nel cuore del IX Municipio in cui il traffico di stupefacenti segue le più conosciute narrazioni che da anni si rincorrono a Tor Bella Monaca o San Basilio. Eccola una nuova piazza di spaccio modello Scampia dove il reticolo di palazzoni popolari protegge e copre vedette e pusher.

     

    accattone antonio mancini accattone antonio mancini

    Santa Palomba, tra via dei Papiri e via degli Astrini: qui ieri mattina all'alba è scattata l'operazione fortino condotta dai carabinieri della compagnia Pomezia e dai militari della stazione Divino amore a seguito di un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 21 indagati (18 finiti in carcere, due ai domiciliari e un'ultima persona costretta all'obbligo di presentazione alla pg).

     

    Sono tutti accusati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e, in alcuni casi, di spaccio e detenzione ai fini di spaccio in concorso. Tra gli arrestati c'è anche l'ex primula rossa della banda della Magliana, Fabiola Moretti, che in questo comprensorio alla periferia sud di Roma ci vive insieme ai figli - Nefertari Mancini, Ilary Mazza detto Lillo - e al genero, Giuliano Bevilacqua, finiti anche loro nelle maglie dell'operazione dei militari che ha alzato il velo su una nuova roccaforte criminale.

     

    LA PIAZZA

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    Un comprensorio composto da 400 appartamenti, dislocato nel perimetro di una vasta area industriale, circondato da rovi e fossati, con un unico accesso controllato h24 da vedette che si danno il cambio e avvertono dell'arrivo delle forze dell'ordine. Una conformazione questa che «ha favorito - secondo il gip Roberto Ranazzi - il formarsi di due gruppi ben organizzati di persone che vi abitano di svolgere attività come furti, estorsioni e traffico di stupefacenti. Reati in parte subìti dal resto dei residenti che non reagiscono per timore di ritorsioni violente».

     

    A tenere in mano le redini delle due fazioni che a volte interagivano tra loro «a volte in competizione - si legge ancora nelle carte - e a volte in collaborazione» due uomini: Alessandro Faina e Alessandro Fabeni con Fabiola Moretti impegnata nel reperimento della droga per entrambi.

     

    GLI EQUILIBRI

    Gli equilibri della piazza di spaccio sono questi: il mercato gestito dal Faina e l'altro dal Fabeni opera «nella medesima zona in base ad una precisa suddivisione dei clienti - scrive ancora il gip nell'ordinanza di custodia cautelare - per modo che non tutti possono acquistare da chiunque».

    ANTONIO MANCINI ANTONIO MANCINI

     

    Dopo l'arresto di uno dei due leader, il Faina, l'altro, il Fabeni, inizia a dettare le regole secondo un modello che non è quello «centralizzato e verticale instaurato dal Faina con rigide linee di trasmissione degli ordini bensì - si legge ancora nell'ordinanza - il modello della rete grazie alla quale più moduli di trafficanti agiscono in sinergia orizzontale tra loro».

     

    Ed è qui che la Moretti fa lo scatto in avanti, la vecchia per alcuni, la leader per altri che parte alla volta di Napoli per acquistare cocaina e hashish grazie al tramite di una sua ex compagna di cella. «Quando mi muovo io è di più di apposto! Hai capito?», dice senza sapere di essere intercettata l'ex primula.

     

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    Nel fortino di Santa Palomba, la base dello spaccio è l'unico bar del comprensorio, il Circolo Soriano, luogo di contrattazione per l'acquisto di sostanze stupefacenti dove si raccolgono le ordinazioni nel corso dell'intera giornata che vengono poi demandate ai pusher. Il bar risulterà essere fornito di sistema di vigilanza con telecamere nascoste nelle cassette dell'energia elettrica e nelle plafoniere che coprono l'intero perimetro e riprendono l'unica parte di ingresso al comprensorio, mentre lei, la Moretti, indica anche quanto e a che prezzo i figli devono passare la droga.

     

    2 - DALLA ORLANDI AL DELITTO PECORELLI LA «PRIMULA ROSSA» DELLA BANDA: «I SOLDI? MICA SONO SUGLI ALBERI»

    C. Moz. per "il Messaggero"

     

    DANILO ABBRUCIATI DANILO ABBRUCIATI

    I suoi ultimi avversari la chiamavano la «vecchia», ma in barba all'età - che pure c'è, 67 anni da compiere il prossimo luglio - la sua presenza è tutt' altro che di intralcio. Procaccia i fornitori, scende a patti con loro, va personalmente a ritirare la droga fino a Napoli e alza la testa quando qualcuno le chiede di pagare subito e in fretta. L'esperienza criminale del resto non le manca. E Fabiola Moretti - ex primula rossa della banda della Magliana - l'ha mostrata ancora una volta finendo al centro dell'ultima operazione dei carabinieri della compagnia di Pomezia che l'hanno arrestata con l'accusa di far parte di un sodalizio criminale dedito allo spaccio di stupefacenti.

     

    Lei, la donna che fu prima l'amante di Danilo Abbruciati - il camaleonte - passato a miglior vita il 27 aprile 1982 quando fu ucciso a Milano nell'agguato, poi fallito, al vice presidente del Banco Ambrosiano Roberto Rosone. E sempre lei, Fabiola, legata da una profonda amicizia a Renato De Pedis che si unirà, dopo la morte di Abbruciati, con un altro membro della banda: Accattone, al secondo Antonio Mancini in una relazione duratura eppure complicata. Dal carcere negli ultimi trent' anni è entrata ed uscita.

     

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    Dopo Mancini anche lei ha iniziato a collaborare all'inchiesta sulla banda della Magliana e il suo nome figura in tanti altri misteri italiani: dall'omicidio del giornalista Mino Pecorelli alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Il carcere, appunto, la sua seconda casa che vive sempre per traffico di sostanze stupefacenti ma non solo. Qualche anno fa fu arrestata di nuovo perché provò ad accoltellare il fidanzato della figlia ed oggi esce fuori dalle carte del gip Roberto Ranazzi come una donna «leader del suo gruppo familiare» dove militano i figli e il genero «che vive del narcotraffico del quale fa professione».

    PANETTI DI DROGA PANETTI DI DROGA

     

    LE INTERCETTAZIONI

    «Io sono entrata con 70 grammi nella Questura e sono uscita», dirà a mò di vanto e senza sapere di essere intercettata dai militari il 23 ottobre di tre anni fa. L'indagine sul fortino di Santa Palomba, alle porte di Roma, è nella fase clou e la Moretti, che opera per uno dei due gruppi criminali dediti allo spaccio all'ombra di un complesso di edilizia popolare che ricorda il modello Tor Bella Monaca e la più lontana Scampia, si occupa di tenere in rapporti con i fornitori. Incalza uno di loro che da Napoli le chiede il pagamento delle varie consegne di cocaina e hashish in un tempo troppo ravvicinato.

     

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    Intercettata mentre discute del pagamento della droga con la sua intermediaria su Napoli dirà che i soldi «Mica nascono sugli alberi», aggiungendo poi che di lei e del suo gruppo ci si può fidare. «Adesso devi pigliare questi 4.500 ma noi sabato ti abbiamo portato i soldi ... dacci il tempo di farli!». Impartisce con tono severo e senza esitazione ordini ai figli che la seguono sulla strada dello spaccio.

     

    Fermata durante le indagini dei carabinieri mentre è in auto con il genero viene trovata con 105 grammi di cocaina nascosti nel reggiseno. Prova a mettere al riparo i figli perché da donna navigata nel settore sa benissimo che dopo il suo fermo i militari sarebbero andati a casa delle persone a lei più vicine. E così è stato. I carabinieri compirono una perquisizione a casa della figlia trovando materiale per il confezionamento della droga. E la Moretti le dirà rimproverandola: «Sei una deficiente, gli hai fatto trovare il fumo le bilance».

     

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    Sempre alla figlia darà indicazioni su come tagliare la droga appena arrivata «Guarda eee dice la Moretti aggiungi perché dice che è troppo, troppo, troppo, troppo, capito come?» e prosegue poi: «è sprecato così eh, capito come a mamma? Casomai non toccare niente che ci penso io quando arrivo sennò rovini tutto». E infatti la ragazza non si azzarderà a far nulla prima del ritorno della madre, che ordina quantitativi di cocaina come se fossero latticini - le «mozzarelle» - o hashish chiamandolo pongo. La stessa materia con cui solitamente giocano i bambini.

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