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    IL NUOVO PATTO DI STABILITA’? LE POLEMICHE SCHLEIN-MELONI? NO, GLI ITALIANI VOGLIONO SAPERE SOLO COME STA SINNER CON LA SCHIENA – DOPO IL PROBLEMA ACCUSATO NELLA PARTITA CONTRO RUNE SI È TEMUTO IL PEGGIO. MA DAL CAMPIONE AZZURRO ARRIVANO MESSAGGI TRANQUILLIZZANTI IN VISTA DELLA SEMIFINALE DELLE FINALS DI DOMANI (ORE 14,30) CONTRO IL RUSSO MEDVEDEV – “STO BENE, TUTTO RIENTRATO. CREDO FOSSE UN PO’ DI TENSIONE. SIAMO COME AUTO DI FORMULA UNO, APPENA C’È QUALCOSINA, ANCHE MINIMO, LO SENTI”


     
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    Gaia Piccardi per corriere.it - Estratti

     

    sinner problemi alla schiena nella partita contro rune sinner problemi alla schiena nella partita contro rune

    Il ghiaccio sulla schiena, appena uscito dalla psicanalisi con Rune, il tennista che manderebbe Freud ai matti. La conferenza stampa posticipata all’una di notte, per prendersi il tempo di completare le terapie. Ma poi le notizie sono buone, le parole di Jannik Sinner rassicuranti e il primo indizio che quel toccarsi ripetutamente la schiena tra secondo e terzo set non fosse nulla di drammatico lo si era colto quando il barone rosso era ancora in campo.

     

    Un terzo set giocato sciolto, certo, ma anche il tempo speso per firmare autografi e fare selfie dopo il match. Un giocatore sofferente avrebbe accorciato i tempi, un giocatore molto sofferente avrebbe saltato il rituale con i tifosi.

     

    sinner sinner

    Non Sinner, che nella notte dei terzo trionfo consecutivo alle Atp Finals (Tsitsipas, Djokovic, Rune), la pietra miliare che lo qualifica alla semifinale, primo italiano nella storia, è il miglior medico di se stesso. «Sto bene, tutto rientrato».

     

    Ma cosa è successo Jannik? «Ho sentito un fastidio alla schiena, una piccola botta. Non mi è sembrato granché, non ero preoccupato». Si toccava la parte interessata, certo. Il cambio di campo l’ha speso a fare esercizi di mobilità e stirarsi arrivando ad impugnare le punte dei piedi. Ma non ha mai pensato di far intervenire il fisioterapista chiedendo l’injury time. Altro indizio tranquillizzante. «Credo fosse un po’ di tensione — spiega —, in fondo siamo un po’ come auto di Formula uno, appena c’è qualcosina, anche minimo, lo senti».

     

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