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    AMMONTANO A CIRCA 750MILA EURO I SOLDI SEQUESTRATI IN CASA DI EVA KAILI, L’EX VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO UE FINITA IN MANETTE NEL QATARGATE. SEICENTOMILA EURO ERANO NELLA VALIGIA PORTATA DAL PADRE E IL RESTO NELL'ABITAZIONE DELL'EURODEPUTATA GRECA - I SOCIALISTI ELLENICI FANNO A GARA A SCARICARLA: “EVA KAILI? UN CAVALLO DI TROIA DEI CONSERVATORI” – L'EX PREMIER SOCIALISTA GEORGE PAPANDREOU AVEVA GIÀ IMPARATO DIECI ANNI FA A FIDARSI POCO DI EVA…


     
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    (ANSA) E' nell'ordine delle centinaia di migliaia di euro l'importo in contanti sequestrato nell'abitazione della vicepresidente dell'Eurocamera Eva Kaili e nelle borse che suo padre trasportava quando è stato fermato dalle autorità.

     

    EVA KAILI EVA KAILI

    Il denaro non è stato ancora contato ma, secondo il quotidiano belga L'Echo le prime stime parlano di oltre 750mila euro in tagli da 20 e 50 euro: seicentomila euro erano nella valigia portata dal padre di Kaili e il resto nell'abitazione dell'eurodeputata greca. L'autorità ellenica per l'antiriciclaggio, nel frattempo, ha congelato gli averi della vicepresidente dell'Eurocamera.

     

     

    EVA KAILI

    Tonia Mastrobuoni per repubblica.it

     

    Poco fa il leader del Pasok Nikos Androulakis l'ha definita un "cavallo di Troia" del governo, in sostanza un'agente all'Avana dei conservatori di Nea Dimokratia e del premier Mitsotakis. Al di là degli imbarazzanti dettagli che stanno emergendo dalla protagonista del Qatargate, Eva Kaili - a cominciare dai sacchi pieni di banconote rinvenuti nel suo appartamento brussellese - non è la prima volta che sulla politica socialista appena sospesa dal ruolo di vicepresidente del Parlamento Ue si addensano sospetti di intelligenza con il nemico.

     

    francesco giorgi eva kaili francesco giorgi eva kaili

    Oggi le autorità brussellesi hanno confermato l'arresto di Kaili. Persino suo padre era stato sorpreso con una valigia piena di soldi. E tra gli arrestati figura anche il suo compagno, Francesco Giorgi, con cui ha una figlia. Dall'entourage di Androulakis trapela enorme irritazione per lo scandalo che ha travolto i socialisti: "Non tollereremo azioni del genere e ci comporteremo di conseguenza". Da tempo i rapporti tra i due si erano raffreddati, dopo otto anni di sodalizio di ferro.

     

    Quarantaquattrenne, originaria di Salonicco, Kaili era considerata da tempo una sorta di Lady Macbeth dei socialisti greci, un'ambiziosa e popolare ex giornalista della tv Mega che, in virtù delle sue oltre centomila preferenze incassate nella città natale aveva fatto una carriera rapidissima nel partito. Nel 2007 era già deputata, nel 2014 è stata eletta al Parlamento Ue.

     

     

    eva kaili eva kaili

    Ma negli ultimi tempi, l'ex numero due dell'Europarlamento si era inimicata l'attuale dirigenza attorno ad Androulakis. E da dieci anni l'ex premier greco e leader del Pasok, George Papandreou aveva imparato in modo traumatico a non fidarsi di lei. Nella fase più drammatica del suo governo e della crisi greca, Kaili gli girò clamorosamente le spalle. Stava già tramando con il successore di Papandreou, Evangelos Venizelos.

     

    Ai microfoni della tv greca, l'attuale leader del Pasok, Androulakis ha ricordato poco fa l'ultimo, enorme scandalo che ha travolto la Grecia: quello delle intercettazioni ai suoi danni commissionate dall'attuale governo Mitsotakis. Ebbene, Kaili aveva minimizzato sull'incidente che aveva messo in grave imbarazzo Mitsotakis a fine luglio e colpito i vertici del suo stesso partito. E Androulakis aveva "preso le distanze" già allora dalla sua collega di partito, ha ribadito in tv.

     

    Anche nel 2011 Kaili si è fatta notare per la sua disinvoltura tattica. Quando George Papandreou propose di fare un referendum sulla permanenza della Grecia nell'euro, il presidente francese Nicolas Sarkozy si infuriò e il presidente conservatore della Commissione Ue José Manuel Durão Barroso convinse segretamente il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, a bloccare il referendum e costringere Papandreou alle dimissioni. Così fu: alla vigilia del voto in Parlamento che avrebbe dovuto approvare il referendum, tre deputate del Pasok gli dissero che avrebbero votato contro, e che non avrebbe più avuto la maggioranza. Una era Eva Kaili.

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