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    IL PIZZINO DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA, IGNAZIO VISCO A CHRISTINE LAGARDE: “LE DECISIONI DELLA BCE SONO STATE VOLTE A CONTRASTARE IL PERICOLO DELL’INFLAZIONE. L’AZIONE DOVRÀ PROSEGUIRE RICERCANDO IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA IL RISCHIO DI FARE TROPPO POCO, LASCIANDO L’INFLAZIONE ELEVATA, E QUELLO DI FARE TROPPO, PORTANDO A UNA CADUTA DEL REDDITO E DELL’OCCUPAZIONE E COMPROMETTENDO LA STABILITÀ FINANZIARIA” – FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA: “LE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE A BREVE TERMINE SONO IN CALO” – LA CITAZIONE DI CIAMPI


     
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    Estratto dell’articolo di Andrea Rinaldi per www.corriere.it

     

    CHRISTINE LAGARDE IGNAZIO VISCO CHRISTINE LAGARDE IGNAZIO VISCO

    Non solo l’approvazione del giro di vite sui tassi, ma la richiesta di un’azione sinergica per raffreddare il surriscaldamento dei prezzi. E la promozione di un lavoro di squadra di tutti gli attori italiani ed europei per superare l’attuale crisi, senza lasciare da soli i banchieri centrali.

     

    Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sposa l’ennesimo aumento da 50 punti avviato dalla Bce e cita il predecessore Ciampi per spronare gli animi a superare le fragilità indotte dalle fibrillazioni geopolitiche della guerra in Ucraina. Lo fa dal palco del 29esimo congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato da Assiom Forex a Milano, il giorno dopo la presentazione all’Università Cattolica del volume di Gianni Toniolo dedicato alla storia della Banca d’Italia.

     

    ignazio visco foto di bacco (5) ignazio visco foto di bacco (5)

    «Le decisioni del Consiglio direttivo della Bce attuate sin dalla fine del 2021 sono state volte a contrastare il pericolo che l’elevata inflazione si traslasse sulle aspettative e che si avviasse una rincorsa tra prezzi e salari. L’azione dovrà proseguire – si è raccomandato il governatore — continuando a ricercare il giusto equilibrio tra il rischio di fare troppo poco, lasciando l’inflazione elevata per un periodo di tempo eccessivo, tale da incidere sulle aspettative e sulla stabilità monetaria, e quello di fare troppo, portando a una caduta del reddito e dell’occupazione e compromettendo la stabilità finanziaria, con ricadute non meno gravi sull’andamento dei prezzi».

     

    ignazio visco foto di bacco (9) ignazio visco foto di bacco (9)

    Il ritocco del costo del denaro di 50 punti base programmato il 2 febbraio dall’Eurotower è stato deciso sulla base di questo equilibrio, riconosce Visco che però mette in guardia: «L’onere di affrontare i molteplici risvolti di questa crisi non può però ricadere, come è avvenuto spesso in passato, sulla sola politica monetaria.

     

    Quaranta anni fa, nelle Considerazioni finali sul 1981, il Governatore Ciampi ricordava che “la stabilità monetaria è una responsabilità comune, un bene mai definitivamente acquisito”. Era vero allora nel nostro Paese — ricorda Visco — è vero oggi nell’area dell’euro: in una fase di forte incertezza le scelte di tutti gli attori, autorità europee, governi nazionali e parti sociali, devono essere tra loro coerenti, tenendo conto del contributo che l’azione di ciascuno fornisce al risultato finale».

     

    CHRISTINE LAGARDE CHRISTINE LAGARDE

    Il vertice di Bankitalia torna a battere anche su un tema per lui molto delicato, ovvero la spirale prezzi-salari che aumenterebbe il peso dell’inflazione e, di conseguenza, la risposta delle banche centrali e che però Visco non vede all’orizzonte («le aspettative di inflazione a breve termine sono in calo» e «la dinamica retributiva si è lievemente accentuata a ottobre»).

     

    Il terreno d’azione pur tuttavia deve consentire le manovre d’azione e qui il monito arriva alla politica vera e propria: «La stabilità dei prezzi richiede che in tutti i Paesi i conti pubblici siano tenuti sotto controllo. Politiche equilibrate sono necessarie non solo per evitare un surriscaldamento della domanda e un più lento rientro dell’inflazione, ma anche per prevenire i rischi connessi con percezioni negative, anche se non interamente condivisibili, sulla sostenibilità delle finanze pubbliche». […]

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