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    IL PONTE DEL SOLDINO: QUANNO ROMA ERA MEJO DE BROOKLYN – IL RACCONTO DI UN’OPERA CHE NON C’È PIU’: "IL PONTE DI FERRO" SOSPESO TRA LA CHIESA DI SAN GIOVANNI DEI FIORENTINI E LA SPONDA DI TRASTEVERE COSTRUITO NEL 1863 CON UNA STRUTTURA METALLICA USATA NEGLI USA – STEFANO LUCCHINI: “VOLEVA RAPPRESENTARE IL SALTO VERSO LA MODERNITÀ CHE PIO IX STAVA INTRAPRENDENDO, MA RIMASE IL NON-LUOGO PER ECCELLENZA”- IL NOME LEGATO AL GUARDIANO CHE CHIEDEVA UN SOLDINO PER...


     
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    Pubblichiamo l’introduzione a firma di Stefano Lucchini del volume “C’era una volta un ponte”, saggio a firma di Stefano Lucchini e Giovanna Pimpinella, e “Il ponte sospeso”, romanzo di Andrea Carlo Cappi, Palombi editori – www.formiche.net

     

     

    c'era una volta un ponte stefano lucchini ponte del soldino c'era una volta un ponte stefano lucchini ponte del soldino

    Sono passati ottantadue anni da quando l’oggetto di questo studio, ovvero il ponte di ferro sospeso realizzato nel 1863 tra la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini e la sponda di Trastevere di fronte a Palazzo Salvati, venne distrutto per essere sostituito, poco più avanti, da un solido ponte in pietra, più consono alla visione imperiale del regime fascista.

     

    Eppure è ancora possibile trovarne i ricordi. Il Ponte del Soldino era sempre stato un luogo “precario”, costruito con tecniche e materiali nuovi e poco conosciuti per l’epoca, quindi visti con sospetto e scetticismo riguardo alla solidità e sicurezza del progetto.

     

    Voleva rappresentare il salto verso la modernità che Pio IX stava intraprendendo con impegno, ma rimaneva un luogo incerto.

     

    Così la sua natura effimera prese il sopravvento e lo trasformò nel non-luogo per eccellenza.

     

    ponte del soldino ponte del soldino

    La caratteristica del pedaggio poi contribuì a renderlo ancora più unico, perché questo non-luogo aveva un guardiano, colui che richiedeva il soldino per l’attraversamento, e che rappresentava una sorta di Caronte che diventava sempre più povero man mano che la modernità avanzava, che il denaro valeva meno e che altri ponti venivano costruiti intorno a lui.

     

    annibale angelini ponte del soldino annibale angelini ponte del soldino

    Ma ha una natura vitale il nostro Ponte, come dimostra il vivido ritratto che ne fa Annibale Angelini nel quadro che diventa ispirazione di questo studio. Qui lo troviamo dialogare attivamente con il popolo di Roma mentre gli si muove intorno. In una giornata dal cielo limpido, popolani, cittadini, barche, animali che si abbeverano alla fonte Lancisiana, anch’essa sparita, sono tutti indaffarati intorno al fiume placido e al ponte che permette di attraversarlo.

     

    stefano lucchini foto di bacco (5) stefano lucchini foto di bacco (5)

    Nelle pieghe del tempo e della storia, questo episodio architettonico pieno di fascino e sorprese sembra essersi quasi addormentato, ma ancora sopravvive, come dimostra la ricerca che abbiamo fatto, tra giornali d’epoca, fonti più o meno nuove, quadri, fotografie e cartoline.

     

    Una ricerca che porta alla luce non solo la bellezza di Roma, ma anche i sentimenti che la guidano e l’immaginazione che la contraddistingue.

     

    E se prendiamo per mano questa immaginazione sarà lei che ci guiderà senza esitazione nel dare nuova forma ai ricordi, alle testimonianze, alle vecchie immagini così da rendere nuovamente vivo non solo il Ponte che non c’è più, ma tutto quello che c’era intorno e che rappresentava una Roma che non vogliamo dimenticare.

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