Luca Giampieri per “la Verità”
GIGOLO
«Nella mia vita, non ho mai avuto bisogno di cercare gli uomini. Sono sempre arrivati a corteggiarmi». Osservo Silvia (nome di fantasia), seduta di fronte a me nella hall di un albergo raffinato, di quelli con le pareti in legno, i divani in pelle bordeaux, l'illuminazione calda e soffusa.
Ha gli occhi vispi e cauti, i biondi capelli soffici gentilmente adagiati sulle spalle muscolose, le mani fresche di estetista, il corpo modellato da un' attività fisica che tradisce i suoi 50 anni, l' abbigliamento elegante curato in ogni minimo dettaglio, reso fatale da un paio di scarpe nere con il tacco. È un esercizio facile, a prova di ebete, rendersi conto che non sta mentendo.
GIGOLO
Ci sa fare, Silvia. Il suo modo di comunicare è empatico, intraprendente: deformazione professionale della manager che lavora nella moda. D'istinto, mi domando quanti amanti avranno attraversato la sua esistenza, trapassandola delicatamente come un ago da cucito nell' atto di decorare una stoffa ricercata. Perché mai si sarà affidata alle attenzioni di uno gigolò dal nome esotico, Roy, colui che sta per incontrare in un'ultima reunion senza sesso, tra vecchi amici di lenzuola.
«Quando sei una femmina che piace, diventi un trofeo da esporre», afferma consapevole squarciando la mia tela di pensieri. «I maschi che vengono a letto con te mettono i manifesti. E poi ti vogliono rivedere. È difficile intrattenere rapporti occasionali, senza pretese. Soprattutto quando sei sposata».
GIGOLO
Ecco il tassello che mancava, mi dico. Un matrimonio ai suoi ultimi botti, come quelli sparati in coda ai fuochi d' artificio per sancirne la fine. Per annunciare agli astanti c'est fini. Senza scintille colorate, solo uno scoppio sordo e fumoso. Ecco perché Silvia, madre di due ragazzi, per un paio d' anni ha scelto di pagare un uomo per essere amata con passione. «Quando incontrai Roy per la prima volta ero ancora sposata», ricorda, «ma la relazione era già al capolinea. La fiamma si era spenta da un pezzo. Io e mio marito dormivamo in letti separati».
Secondo un'antica concezione, la donna necessiterebbe di un coinvolgimento sentimentale anche per tradire.
«È un vecchio adagio utilizzato dall'uomo per blindare la sua virilità. Per sentirsi bravo a letto, deve individuare un sentimento che spinga la donna tra le braccia di un altro. Nel mio caso invece è stata un'esigenza fisica, avevo bisogno di sesso. Con mio marito mi lamentavo, lo facevamo poche volte all'anno».
Lui cosa rispondeva?
«Diceva che era normale. Trovava sempre qualche scusa: il lavoro, i figli. La verità è che era un traditore seriale. Io lo sapevo».
GIGOLO
E lo accettava?
«Quando hai una relazione duratura con una persona brillante, curiosa, il tradimento ci può stare. Ma un uomo dovrebbe essere abbastanza intelligente da non farlo scoprire alla sua donna. All' inizio ero felice, nonostante quel vizietto: con il passare degli anni, però, cominciò a trascurarmi. Ero solo la madre dei suoi figli, nient' altro».
Mi permetta: a una bella donna come lei le occasioni non mancheranno di certo. Perché rivolgersi a uno gigolò?
«Nella cerchia di amicizie del mio ex marito c'era una persona che mi faceva una corte serrata. Ero tentata, ma non potevo. E non cercavo alcun coinvolgimento: soltanto sesso senza complicazioni. Con uno sconosciuto, però, era troppo pericoloso. Rischiavo di trovare un uomo sposato e non volevo causare ad altre donne quello che avevo patito io».
GIGOLO
Insomma, puntava a un usato sicuro.
«Diciamo così. Feci una ricerca su Google: un branco di uomini a torso nudo, alcuni con gli attributi di fuori. Rozzi. Certe facce da avanzi di galera. Poi vidi un'immagine di Roy vestito in giacca e cravatta, i piedi nudi. Una foto simpatica. Lo chiamai e gli dissi subito: "Se non sei quello delle foto, ti saluto e me ne vado". In seguito, mi confessò che la mia schiettezza lo aveva colpito».
L'idea di pagare un uomo la intrigava?
«Per niente. Vedevo i soldi come una tutela della mia privacy. Pagare significava percorrere un sentiero sicuro, senza intoppi».
Ricorda la sua «prima volta»?
«Roy mi mise subito a mio agio, è un professionista. A conquistarmi furono l'ironia e i suoi modi da maschio. Pur trovandosi nella condizione di oggetto, era lui a dominare. E questo mi eccitava».
Cosa provò nel fare l'amore con un altro uomo dopo tanto tempo?
GIGOLO
«All'inizio ero preoccupata, non sapevo che fare. Erano passati più di 20 anni. Roy prese l' iniziativa, non mi lasciò il tempo di pensare: fece l'uomo. Trascorremmo la notte parlando e facendo sesso, dell'ottimo sesso. Per certi versi, mi sentii un po' uomo anch' io».
Forse perché si ritrovò nei panni degli uomini che pagano il sesso. Crede di averli capiti?
«In qualche modo, li capivo anche prima. Non sono mai stata una bigotta. Credo dipenda dall'educazione, nella mia famiglia il sesso non è mai stato colpevolizzato. La prostituzione soddisfa un desiderio di adrenalina e l'uomo ha sicuramente una sessualità più muscolare. Sono convinta che escort e gigolò, diversamente da un amante, possano tenere in piedi un matrimonio».
Lei cosa cercava?
IL GIGOLO ROY
«Volevo sentirmi donna. Stavo mettendo in discussione la mia femminilità, credevo di non essere più abbastanza sexy. Giustificavo mio marito e colpevolizzavo me stessa. Quando incontrai Roy, ero così insicura sessualmente che gli chiesi se ci fosse qualcosa di sbagliato in me. Lui mi rassicurò. Doveva essere uno sfogo di poche ore, invece restammo insieme fino al giorno successivo. Fu molto bello, intenso».
Più che a dell'ottimo sesso senza complicazioni, il suo racconto fa pensare a una donna invaghita.
«Può succedere di confondersi, ma con Roy non ho mai rischiato di innamorarmi. Come le dicevo, è un professionista. Sapeva mantenere le distanze, dopo ogni incontro spariva. Fino al successivo».
Quanti furono questi incontri?
«Una decina nell'arco di due anni vissuti pericolosamente, sempre con l'ansia. Dovevo fare i salti mortali, inventavo trasferte di lavoro. Quando ero con Roy, però, il mondo scompariva. Attendevo i nostri incontri con la trepidazione di una bambina che aspetta il Natale».
ANNUNCIO DI UN GIGOLO
Nessun senso di colpa?
«Se le dicessi che ne avevo, mentirei. Le mie uniche remore riguardavano i soldi. Ho fatto la cosa giusta. Ero nel deserto e morivo di sete. Se non avessi contattato uno gigolò, prima o poi mi sarei fatta l'amante».
Aveva mai tradito, prima?
«Mai. Non sarebbe successo se avessi avuto una vita sessuale soddisfacente. Con mio marito era tutto complicato, avevamo idee troppo distanti. Io cercavo passione e lui mi parlava di club privé. Una cosa bella come il sesso era diventata un problema».
Ha imparato qualcosa da Roy?
«Mi ha insegnato a chiedere. Prima, volevo a tutti i costi che l'uomo intuisse le mie esigenze. Ma è sbagliato. Il silenzio genera distanze che alla lunga si rivelano incolmabili. Ho capito che, spesso, l'uomo italiano cerca nella donna una mamma; e che la donna, assecondando questo bisogno, innesca un meccanismo micidiale che diventa la tomba del sesso».
IL GIGOLO ROY
Cosa interruppe il suo ménage clandestino?
«Dopo un po', capii che mi era servito ma che non era la soluzione. Il sesso si affievolisce anche con uno gigolò, con la differenza che in un rapporto di quel tipo non rimane neanche l'affetto. Provai a salvare il mio matrimonio, ma era troppo tardi. C'eravamo tanto amati, come in quel film, però era finita, lo sapevamo entrambi. Io non volevo rimanere in una relazione solo per i figli. Fu una decisione sofferta: un matrimonio che si consuma è un fallimento, un lutto».
Qualcosa che isola dall'amore?
«La mia idea di amore era "per sempre". Cercavo una persona con la quale invecchiare.
Questo progetto è saltato. Oggi sto vivendo una seconda fase della mia vita: un po' meno entusiasta, più cinica. Sono rimasta 30 anni con mio marito, ci conoscemmo che io ne avevo 20».
Prova del risentimento nei suoi confronti?
IL GIGOLO ROY
«No. È sempre stato sincero, non ha mai negato le sue scappatelle».
Almeno quello
«Il marito di un'amica fu sorpreso nel letto di un albergo con una cameriera: ebbe la faccia tosta di negare. Sa come siamo noi donne, pensiamo di poter cambiare i nostri uomini. La verità è che loro non cambiano, siamo noi a farlo. Me lo disse anche mio marito, e aveva ragione. Erano le nostre concezioni di amore a essere asincrone: nel suo modo di vedere le cose, io sono ancora la donna che ha amato di più».
Si fa tanto discutere di un maschio «in via d'estinzione».
«Gli uomini hanno perso virilità, sono più fragili. Specie quando incontrano donne indipendenti, forti. Preferiscono tenere in pugno donne incapaci di lasciarli perché economicamente dipendenti. Il maschio di una volta segnava la direzione, era la stella polare. Va bene la sensibilità, ma l'uomo dev'essere uomo».
IL GIGOLO ROY
E le donne come se la passano?
«Fanno troppo i maschi. C' è una sete ossessiva di rivalsa che ha privato l' uomo del suo ruolo. Oggi la donna pretende la prestazione, esige. Un compromesso è giusto, ma i ruoli devono rimanere diversi».
Silvia, ha una relazione in questo momento?
«Frequento una persona, ci vediamo circa tre volte al mese. Va bene così. Ho dato tanto in passato, ora ho bisogno di un uomo che stia al mio passo. Le priorità sono cambiate. Oggi si chiamano figli».
IL GIGOLO ROY