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    CUPERLO NON ABBAIA MA MORDE! IL DEPUTATO DELLA SINISTRA DEM, CACCIATO DALLA FONDAZIONE PD DALLA SCHLEIN, TIRA BORDATE ALLA SEGRETARIA: "ELLY HA DIRITTO DI CAMBIARE, MA SE ZINGARETTI PUNTA A COINVOLGERE I BIG DEL PARTITO NELLA FONDAZIONE NON MI SEMBRA UNA SCELTA SENSATA. MEGLIO NON RIPRODURRE VECCHI CAMINETTI” – "LE CORRENTI? CI SONO E VANNO PESATE. UN'ALTERNATIVA È VINCENTE SE SI ACCOMPAGNA A FORTI BATTAGLIE SOCIALI. L'ULIVO FU QUESTO E VINSE”


     
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    Estratto dell'articolo di Carlo Bertini per “la Stampa”

     

    GIANNI CUPERLO GIANNI CUPERLO

    «Penso che chi dirige abbia il diritto di scegliere le persone da impegnare in ruoli e funzioni diverse», risponde Gianni Cuperlo, uno dei leader della sinistra dem, quando gli si chiede come abbia reagito alla decisione di Elly Schlein di sostituirlo alla presidenza della Fondazione del Pd con Nicola Zingaretti.

     

    Una scelta che ha fatto rumore nel partito, interpretata anche come un tentativo della segretaria di ricucire un rapporto con i maggiorenti del partito, attraverso i buoni uffici dell'ex segretario del Pd. Pur condividendo le battaglie sul salario e sulla sanità, Cuperlo sprona poi Schlein a produrre «un progetto coinvolgente per la riscossa del paese, come fu per l'Ulivo».

     

    Ma rispetto alla sua impostazione, condivide l'obiettivo che si è dato Zingaretti di coinvolgere i big del partito nella fondazione? Non si rischia di essere un secondo organismo con ambizioni dirigenti per commissariare la segretaria?

    «Non mi sembrerebbe una scelta sensata. I nostri limiti sono nell'incapacità di aprirsi al buono che sta fuori da noi e dunque meglio non riprodurre vecchi caminetti».

     

    Schlein ha un problema di scarso dialogo con i dirigenti delle varie correnti?

    elly schlein gianni cuperlo elly schlein gianni cuperlo

    «Non penso, anzi credo conosca bene il valore del dialogo e dell'apertura. Casomai è il Pd prima di lei a non averli coltivati abbastanza. Ricordo che la prima iniziativa della Fondazione sono state tre giornate bolognesi dedicate al mondo per come cambiava. Era novembre del 2019, attendevamo cinquecento persone, ne arrivarono quattromila e il motivo era che a ragionare in quella sede avevamo chiamato la parte di società che da anni il Pd non ascoltava più. Economisti, storici, politologi, giuristi, scienziati, teologi, i vertici dei sindacati e dell'impresa, scrittori, rappresentanti del civismo e della cittadinanza attiva. Il punto è che il successo di quell'evento ha segnato anche la sua rimozione, nel senso che percorrere quel sentiero pareva insidiare ruoli e rendite di posizione».

     

    Per questo formalmente la Fondazione non è mai nata?

    meme sui candidati al congresso pd meme sui candidati al congresso pd

    «A conferma che tagliare il finanziamento pubblico ha immiserito la ricerca e la formazione, abbiamo lavorato senza mezzi e risorse. Se il progetto è proseguito con seminari e una scuola di politica che in tre anni ha coinvolto decine di personalità, è stato anche per la volontà di Enrico Letta e lo ringrazio».

     

    Visto che si riparla di correnti, la nuova "Energia Popolare" di Bonaccini può essere un buon viatico per l'unità invocata da Prodi?

    schlein zingaretti schlein zingaretti

    «Prodi ha tenuto una lectio illuminante per tutti. Detto ciò, penso che negli anni abbiamo scambiato l'unità formale per una sintesi vera. Sento ripetere "non siamo una corrente" ma poi quelle "non correnti" decidono ruoli, posti, candidature. A Stefano ho detto che le correnti ci sono e vanno pesate nel consenso che hanno, soprattutto servono se partoriscono idee, eresie, provocazioni. L'unità è sempre un valore in un partito dove la libertà del pensiero deve trovare uno slancio e una solidarietà comuni. L'alternativa sono i partiti personali che nascono e muoiono col loro leader».

     

    (...)

    Dovreste subito lavorare per stringere alleanze o ci si pensa dopo le Europee?

    «Se guardo alla battaglia sul salario minimo o alla difesa della sanità pubblica, rispondo che siamo sul sentiero giusto. Poi so che non basta, perché un'alternativa è vincente se ritenuta credibile e per esserlo deve accompagnare a forti battaglie sociali una riscossa etica, un'immagine coinvolgente del paese che si ha in mente. Al fondo l'Ulivo fu questo e non è un caso che vinse».

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