Diodato Pirone per “il Messaggero”
consultazioni nicola zingaretti 2
Che cosa sta succedendo intorno al taglio dei parlamentari? Al di là del polverone sollevato ieri pomeriggio su uno stop del Pd, i dem hanno messo già da qualche giorno questo argomento sul tavolo delle trattative con i 5Stelle e hanno chiesto che la riforma molto cara ai pentastellati venisse integrata con altre iniziative a partire da una nuova legge elettorale.
La vera novità sta nel fatto che la futura legge elettorale - sempre ammesso che M5S-Pd raggiungano un'intesa - dovrebbe essere proporzionale. E quest'ultimo elemento dovrebbe essere apprezzato dai 5Stelle che sono sempre stati proporzionalisti.
Sempre in sede di trattativa il Pd starebbe insistendo con i 5Stelle per approvare o quantomeno far partire la nuova legge elettorale prima dell'approvazione definitiva del taglio dei parlamentari da parte della Camera.
giuseppe conte luigi di maio 2
Perché i dem insistono tanto su questo punto? Per due ragioni: la prima riguarda il rapporto fra eletti ed elettori. In base all'attuale legge elettorale se i senatori scendono a 200, circa 65 (un terzo del totale) verrebbero eletti in collegi maggioritari dove vince quello che prende più voti. Ma essendo solo 65 i collegi sarebbero enormi con circa 800.000 elettori per ogni senatore eletto con il maggioritario. «Chiaro che non esisterebbe nessun rapporto fra eletto ed elettori - sottolineano al Pd - e questo indebolirebbe le basi stesse della nostra democrazia parlamentare».
salvini conte
Poi c'è un tema più generale di funzionamento del parlamento. Con un numero limitato di deputati e senatori bisognerebbe rivedere regolamenti e funzionamento delle Commissioni anche per dribblare possibili fenomeni di corruzione visto che lo spostamento di un solo parlamentare da uno schieramento ad un altro potrebbe essere determinante in molti frangenti.
Ma il vero obiettivo dei dem è politico: concordare con i 5Stelle una riforma organica che differenzi il Senato dalla Camera e, magari nell'ambito di un nuovo accordo sulle Autonomie regionali, dia a Palazzo Madama la funzione di rappresentare gli enti locali consentendo magari la partecipazione ad alcuni lavori dei presidenti di Regione o di loro rappresentanti.