Emanuela Audisio per ''la Repubblica''
valerio bianchini
È un compleanno polemico.
Il tiro da 3 punti compie 40 anni nell' Nba e 35 nella Fiba. C' è chi vorrebbe che le candeline si spegnessero per sempre e chi continuerebbe volentieri a festeggiare.
Valerio Bianchini, 75 anni, tre scudetti con tre club diversi (Cantù, Roma, Pesaro), ex ct azzurro, da che parte sta?
«Dall' altra. Questo è un basket populista che annulla le competenze degli allenatori, valorizza la sprovvedutezza e l' inadeguatezza. Il basket non è il calcio, è un gioco complesso, non naturale, on demand. E indoor. È stato inventato nei college, nel 1891, per tenere occupati i ragazzi anche con le intemperie. Lo insegnavano i professori, che sperimentavano e innovavano. Non si fonda sull' istinto, ma sull' apprendimento dei fondamentali».
valerio bianchini
Niente sali la palla, scendi il canestro?
«No. Mi dicono: il tiro da 3 punti semplifica, è chiaro e comprensibile, piace alla gente.
E allora? Se c' è gente sempre meno acculturata devo svilire il mio linguaggio al buttalo dentro come puoi?».
È con coach Popovich che trova noiosi i 3 punti?
«Sì. Ha ragione quando dice che a fine partita nessuno va più a vedere quanti rimbalzi, quante difese, ma solo la percentuale dei three points, che indica la squadra vincente. Lui per scherzo prevede il tiro da 4, tanto ormai siamo al circo.
valerio bianchini
Anche a me questa destrutturazione del gioco non piace: manca la ragione tecnica, conta solo la qualità fisica, il pivot non ha più ruolo, l' area è così affollata, che nessuno cerca di entrarci o ci circola più, e allora vai con il tiro da fuori.
Dove sono i fondamentali: la posizione, la finta, il reverse?
Ora dominano la stoppata e l' abuso del pick 'n' roll. E anche il famoso attacco a triangolo, perfezionato da Tex Winter, e usato da Phil Jackson a Chicago, è andato scomparendo»
Lo ha detto anche lei: il basket si evolve.
tiro da tre punti i segreti di chef curry
«Ma non così, sprofonda e basta. I legislatori hanno sempre cercato una compensazione: i 3" nell' area sono stati introdotti per evitare che i lunghi stazionassero e dominassero sotto canestro, si è passati dai 30 ai 24", tempo valido per segnare, perché ad inizio anni '90 si perdeva tempo fino al 28" e così le partite finivano con un punteggio basso tipo 53-51. È cambiata la morfologia degli atleti: ormai sono tutti giganti, intasano l' aerea, non ci stanno più. Come Gulliver nel regno di Lilliput».
tiro da tre punti i segreti di chef curry
Devono cambiare le misure?
«Sì. Servirebbero campi di gara più grandi, ma ampliare palazzetti è troppo costoso. Così la deriva tecnica va avanti».
Solo pallone e altezza dei canestri non sono mai cambiati.
«Io alzerei il canestro, che ora è a 3,05. Ripeto: il basket non è il calcio e nemmeno il football americano dove nell' Nfl il quarterback riceve direttamente lo schema via auricolare dall' head coach, mentre sul parquet il vero lavoro lo fanno i giocatori in campo decidendo il giro di palla migliore per portare il compagno ad un tiro sicuro».
schiacciata lakers
Difficile però si torni indietro.
«Lo penso anch' io, ma si possono trovare correttivi.
Anche perché il tiro da 3 piace al pubblico e alla tv. Rende più semplice il recupero per la squadra che è in svantaggio perché se sei 10 punti sotto bastano tre tiri per tornare in partita».
Continua a essere critico sul sistema basket Italia?
schiacciare a canestro
«Sì. Non c' è spazio per i ragazzi che, finite le giovanili, vengono sbattuti nelle serie minori dove non trovano spazio perché ci sono i bocciati della Serie A. Ci vorrebbe una B fatta solo di giovani, magari con un fuori quota, per far crescere un nucleo di giovani che serviranno poi alla nazionale.
Anche perché in un sistema dove i giocatori non seguono né il coach né il general manager, ma solo il loro agente-procuratore, è difficile costruire. Chi e cosa vuoi allenare se l' anno dopo il giocatore se ne va, così finisci per lavorare per la prossima squadra avversaria. Il basket era un collettivo, con in area dei balletti da Nureyev, ora è spesso spontaneismo, spesso sbagliato».
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VALERIO BIANCHINI