CARIS LeVERT
Sergio Arcobelli per “il Giornale”
Ne ha passate tante, Caris LeVert: lutti, malattie, operazioni. Un altro, forse, avrebbe maledetto il destino. Non lui. Non Caris. Nemmeno questa volta. Niente vittimismi: la sfortuna non esiste. Si vive, si cade.
E quando cadi, ti rialzi. Sarà che ha imparato ben presto ad affrontare le problematiche della vita, Caris: ha perso il padre Darryl quando aveva soltanto 15 anni; la madre Kim, invece, convive da diversi anni con la sclerosi multipla. Per fortuna, lui, Caris, è una stella della Nba, se no i Brooklyn Nets non gli avrebbero fatto firmare un triennale da 52 milioni e mezzo di dollari. Quest' anno viaggia a 18,5 punti e 6 assist di media a partita dopo le prime dodici gare della stagione. Un giorno, però, durante il suo riposo pomeridiano, all'improvviso riceve una chiamata. Il succo della telefonata è questo: «Ti abbiamo scambiato, devi lasciare Brooklyn per andare a Indiana».
CARIS LeVERT
Proprio un bel risveglio. Ma d'altronde, nella National Basketball Association funziona così: una franchigia può scambiare un giocatore più o meno quando vuole. Succede anche stavolta, con Caris protagonista di una trade (questo il termine usato negli States) che vede coinvolte più squadre ma anche uno dei migliori giocatori della lega, ovvero James Harden, il quale da Houston finisce proprio ai Nets, mentre Caris è destinato a Indiana. Giunto ad Indianapolis, però, non ha neanche il modo e il tempo di debuttare con la nuova casacca. Dopo aver salutato i nuovi compagni ed essersi sottoposto alle visite mediche di rito, i dottori scoprono che qualcosa di anomalo nel fisico di Caris.
CARIS LeVERT
Il sospetto è che sia qualcosa di grave. La risonanza magnetica toglie ogni eventuale dubbio: «É un carcinoma al rene sinistro», gli comunicano dopo la diagnosi. Un annuncio choc. Come se non bastassero i drammi familiari. Ma dopo la brutta notizia ce n'è immediatamente una buona: «Abbiamo individuato il tumore in tempo, ti operiamo subito così guarirai».
Dopo lo spavento iniziale, Caris si è sottoposto all'intervento e adesso, per fortuna, sta bene. Ma se non fosse stato per la trade, non avrebbe mai scoperto di avere il cancro. «Mi ha salvato la vita», confesserà poi il giocatore dei Pacers, che prima dell'arrivo ad Indianapolis era sceso in campo in tutte le partite giocate da Brooklyn. Del resto, prima di allora non aveva avuto alcun sintomo. Ora dovrà rispettare un lungo periodo di riposo. Ci vorrà del tempo prima di ritrovare Caris LeVert al pieno della forma e in campo. Ma sapere che non avrà bisogno di ulteriori cure è già di per sé un'ottima notizia.
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